0.1 isquartar, isquartare, isquatra, isquartavano, squarta, squartan, squartando, squartano, squartar, squartare, squartaro, squartasse, squartate, squartati, squartato, squartaty, squartava, squarteno, squarti, squartò, squatra, squatre.
0.2 0.2 Lat. volg. exquartare (DELI 2 s.v. squartare).
0.3 Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.): 1.3.
0.4 In testi tosc.: Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.); Ingiurie lucch., 1330-84 [1365].
In testi mediani e merid.: Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.); Stat. assis., 1329; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.).
0.7 1 [Rif. a un corpo umano o animale:] fare a pezzi, smembrare; aprire profonde e ampie ferite (con un'arma, con graffi o morsi); dilaniare, straziare (anche in contesto fig.). 1.1 [Rif. al supplizio consistente nello smembrare in quattro pezzi il corpo di un uomo (per lo più legandolo a cavalli)]. 1.2 [Rif. al volto o a parti del corpo:] graffiare in segno di disperazione (in contesto fig.) (anche pron.). 1.3 Fig. [Rif. all'animo, al cuore, alla mente:] turbare in modo grave, porre in confusione. 1.4 [Rif. a animali:] dilaniare, straziare una preda. 2 [Rif. a un oggetto inanimato:] rompere in pezzi, fracassare. 2.1 [Rif. a una veste:] stracciare, strappare (anche in segno di disperazione o indignazione). 3 [Rif. a un gruppo di persone (un esercito nell'es.):] dividere, sparpagliare. 4 [Rif. alla bocca:] spalancare.
0.8 Zeno Verlato 30.12.2013.
1 [Rif. a un corpo umano o animale:] fare a pezzi, smembrare; aprire profonde e ampie ferite (con un'arma, con graffi o morsi); dilaniare, straziare (anche in contesto fig.).
[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 1, cap. 29, pag. 39.7: quanto del buono scudo prese, tanto ne menò via del tutto, e scese sopra le spalle del cavallo di Preteio [[...]], che covertura non valse che la guisarma no lo squartasse, sì ch'el destriere cadde morto.
[2] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 172.8, pag. 71: Quivi moriano amici ed istranieri, / vôtando sell' e squartando destrieri...
[3] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 6.18, vol. 1, pag. 97: Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra, / e 'l ventre largo, e unghiate le mani; / graffia li spirti ed iscoia ed isquatra.
[4] Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.), pag. 24.35: quello vento li mena in di spiny li qualy sono cusy` pongenty et talgienty che tucty issy squartaty sono.
[5] Stat. assis., 1329, pag. 163.13: se alcuna cosa en nuy reprensibile giudecaronno, caritativamente moniscano e reprendano, no detragano, no morsecheno, no squarteno coi morsi del nemico...
[6] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 14, vol. 3, pag. 163.12: o se alcuno caso mi facesse avere Ulis [[...]], contro al quale la mia ira incrudelisca [[...]], le vive membra del quale io squarti colla mia mano, lo sangue del quale m'abondi nella gola...
[7] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 95.6: però che alcuni golosi ingoiavano la vivanda, non credendo venire a quella ch'eglino empiessono il tristo sacco; e come squartano li cibi, così sono squartati ellino...
[8] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 51, pag. 94.15: Aronte, avea gli occhi addosso a Cammilla [[...]]; ma non ardiva di pararlesi innanzi, imperciò ch'ella squartava ed ismembrava chiunque a mano le venía.
[9] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 1, cap. 17, pag. 111.19: Gridano fortissimamente e [che] diceno, se non: "Percuote, straccia, ucide, squarta sensa morte, spoglia spacciatamente, afrettati di rubbare...
1.1 [Rif. al supplizio consistente nello smembrare in quattro pezzi il corpo di un uomo (per lo più legandolo a cavalli)].
[1] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3, cap. 29, pag. 207.36: E fattolo esaminare, in su uno cuoio di bue il fe' strascinare intorno alla città, e poi li fe' tagliare la testa, e il busto squartare.
[2] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Fedra, prol., pag. 31.28: ond' ella [[scil.: Fedra]] l' accusoe [[scil.: Ippolito]] falsamente al padre; per la qual cosa il padre il fece squartare.
[3] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 31, pag. 156.13: Charlo fecie poi prendare Ghanellone e fecielo isquartare a quattro cavalli.
[4] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 6, par. 8, pag. 179.4: o cavalli crudelissimi dividitori dell' innocente Ipolito, me nocente giovine squartate...
[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 20, vol. 2, pag. 226.23: Tebaldo Brusciati [[...]]: fecelo isquartare a quattro cavagli come traditore...
[6] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 30, pag. 213.21: Fedra, vaga di Ypolito, perché non volle consentire a lei, ella l'acusò al padre falsamente, ond'elli il fece squartare...
[7] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 2, cap. 49, vol. 1, pag. 281.5: e ' si trovò poi che 'l castellano avea consentito al tradimento, e tornato di prigione, essendo lasciato, in Francia fu squartato.
- [In espressioni enfatiche (partic. per asseverare un giuramento) o minacciose].
[8] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VII, 9, pag. 494.30: di me non vo' dire, che mi lascerei prima squartare che io il pur pensassi...
[9] Ingiurie lucch., 1330-84, 198 [1365], pag. 59.2: Vae che si' squartato, sosso furo traditore.
[10] A. Pucci, Rime (ed. Corsi), a. 1388 (fior.), 35.7, pag. 837: Io ti prometto e giuro in fede mia / che sol con lei mi potresti lasciare; / però mi lascerei 'nanzi squartare, / che contro a te facessi tal follia.
[11] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 4, pag. 12.35: se non lo credete, fate trovar de' barili, e misurisi; se non trovate essere così, fatemi squartare.
1.2 [Rif. al volto o a parti del corpo:] graffiare in segno di disperazione (in contesto fig.) (anche pron.).
[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 55, terz. 37, vol. 3, pag. 114: Ed Arismetrica ha nome la quarta; / la quinta Giumetria, e poi la sesta / Musica ha nome, che tutta si squarta. / L' ultima, che nel piangere è sì presta, / Astrologia ha nome...
[2] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 2, ott. 44.4, pag. 416: Maria Giacòpe e Salomè la priega, / in santa carità, ch'inde si parta: / ell'al sepulcro ginocchion si piega, / e co' le mani 'l viso graffia e squarta...
1.3 Fig. [Rif. all'animo, al cuore, alla mente:] turbare in modo grave, porre in confusione.
[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), canz. 8.81, pag. 90: Quest'è sentenza da ·n<om> poter contesa! / Ché tal colpo sì 'l cor de l'ommo squatra, / dir non si puote bene co' tal latra!
[2] Dante, Rime, a. 1321, 46.54, pag. 169: Cosí vedess'io lui fender per mezzo / lo core a la crudele che 'l mio squatra...
[3] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), 5.8, pag. 9: Amor, che di sospir mi fa fontana, / mi squatra e rode il cor...
1.4 [Rif. a animali:] dilaniare, straziare una preda.
[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 22.87, pag. 66: Credo per segno di crudel sentenza / si vider correr sangue le fontane / e lupi squartar l'uomo in mia presenza.
2 [Rif. a un oggetto inanimato:] rompere in pezzi, fracassare.
[1] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 328, pag. 349.22: Egli lo' dirompe e squarta loro helmi, e lo' fende scudi e lo' dirompe asberghi in più luoghora sopra le spalle e sopra le braccia...
- [In espressione iperbolica].
[2] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 94.6: E benché 'l tuo parlar ti lode ampoi, / non è prova de fer che l'aere squarta, / onde 'l mio ceco dir non si discarta, / finch'io vedrò se mia pace rivoi.
2.1 [Rif. a una veste:] stracciare, strappare (anche in segno di disperazione o indignazione).
[1] Armannino, Fiorita (05), 1325 (tosc.), pag. 537.21: La novella è andata a Priamo della morte di Laumedon e della struzione di Troia; e panni si squarta traendo lamentevoli urli.
3 [Rif. a un gruppo di persone (un esercito nell'es.):] dividere, sparpagliare.
[1] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1187, pag. 276: Or fece questa rascione: «Se serao squartaty / Che non foxero tanty inseme adunati, / Dannose adosso alli altri, illi erano sbaralliati».
4 [Rif. alla bocca:] spalancare.
[1] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2, 6, mott. 19.4, vol. 2, pag. 275: L'er be tte son tre lectere che stanno / in quel ch'è poco danno / s' egli vien l'em[me] per esser la quarta; / come chi bocca per' s'a força squarta.
[u.r. 18.03.2015]