0.1 zacare, zaccari, zacchera, zacchere.
0.2 Da pozzacchera non att. nel corpus (Nocentini s.v. zacchera).
0.3 Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.): 1.
0.4 In testi tosc.: Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.); Stat. sen., 1308-67.
0.5 Anche s.m. (zaccari).
Locuz. e fras. lasciare una zacchera 1.1.1.
0.6 N Doc. esaustiva.
0.8 Rossella Mosti 30.12.2013.
1 Piccola quantitą di sterco o fango, attaccata alla lana di un animale.
[1] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 16.5: Steccata vuol dire levato del tosone della lana pura le zacchere della lordura della berbiccie appiccata alla lana.
- Masch.
[2] Stat. sen., 1308-67, cap. 31, pag. 178.12: Item fermato č, che neuno possa comprare in Radicondoli alcuna lana maggiese a vella, nč fare comprare, se non si scontia per gli zaccari una libra per ciascuno centenaio, e mezza libra per cinquanta libre.
[1] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 148.56: Ciascun va con enganno - e pien de zacare, / sonando trombe e nacare - al buon Cristo...
1.1.1 Fras. Lasciare una zacchera (di parecchi fiorini): imbrogliare.
[1] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 90.1: Venne al soldo a Bologna, a tempo ch'era a popolo, dopo la cacciata del legato Del Poggetto, vescovo d'Ostia e cardinale, e in Lombardia legato, che fu nel 1334: e avea tre poste, e stettevi pił d'uno anno; poi fu casso, e tornņ in casa meco lą co' detti cavalli. Poi ne venne in Toscana, e lasciommi una zacchera di parecchie fiorini.