0.1 livore.
0.2 Lat. livor (DELI 2 s.v. livore).
0.4 In testi tosc.: Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.); Dante, Commedia, a. 1321; Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).
In testi sett.: Serapiom volg., p. 1390 (padov.).
0.8 Sara Ravani 30.12.2013.
1 Malanimo profondo, invidia astiosa.
[1] f Fiore di rett., a. 1292: Per non essere offeso da alcun livore d'invidia. || Crusca (1) s.v. livore.
[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.), L. V, pt. 19, pag. 192.5: La graveza del quale vizio si manifesta per tre ragioni: primo, perché è spezie e menbro d'invidia, secondo, che non care e abrama livore e discordia, terzo, per autorità salamonica.
[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 7.65, vol. 3, pag. 108: La divina bontà, che da sé sperne / ogne livore, ardendo in sé, sfavilla / sì che dispiega le bellezze etterne.
[4] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 159.10: E pognamo che con volgare materno facto, non perciò sia spregiato, ché latino mai mia lingua non apprese, sì che al non sapere si riputi, preghando ciaschuno che sanza livore invido, se alcuna chosa ci à, sì chome io credo, malfacta o non bene composta, imputi ciò al mio pocho senno e povera facultà, e dolcemente il correggha.
[5] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 45.16: Oh peccato da non ricordare, che la madre alle virtù d' alcuno suo figliuolo porti livore!
[6] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 3, 82-99, pag. 101.22: E dice ancora il testo che guida per la livida palude; cioè per l'inferno che è luogo pieno di livore; cioè di mala volontà...
[7] Gl Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Gen 4, vol. 1, pag. 39.20: udite la voce mia, mogli di Lamec, ed ascoltate la parola mia; imperciò ch' io ho ucciso l' uomo in la ferita mia, e lo fanciullo in lo mio livore, cioè iniquità ed ira.
2 Colorito bluastro o nero-violaceo assunto dalla pelle.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 14.84, vol. 2, pag. 236: Fu il sangue mio d'invidia sì rïarso, / che se veduto avesse uom farsi lieto, / visto m'avresti di livore sparso.
[2] F Cavalca, Pungilingua, a. 1342 (pis.): La piaga d'un flagello fa livore, cioè fa livida la carne, ma la piaga della lingua rompe l'ossa, cioè le virtù, e le grazie. || Bottari, Pungilingua, p. 7.
[3] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 190, pag. 198.7: E ha vertù de remuove(re) la impetigo, çoè algune pustole che ven per humore mellancolico, e li livore che ven in la faça e le altre soçure de la cóega che se inçendera per humori sup(er)flui.