IMPACCIO s.m.

0.1 empacci, empaccio, enpaçço, enpazo, impacci, impaccio, impaçço, impachu, impacio, impaço, impacza, impagi, impazo, inpacci, inpaccio, inpaçço, inpachu, inpacio, inpaçio, inpaço, inpazo, inpazzo, 'mpaccio, 'mpazzo; a: empaço.

0.2 Da impacciare.

0.3 Guittone (?), Epistola bella, a. 1294 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Guittone (?), Epistola bella, a. 1294 (tosc.); Stat. sen., 1295; Fiore, XIII u.q. (fior.); Lett. lucch., 1301; Lett. pis., 1319; Lett. pist., 1320-22; Simintendi, a. 1333 (prat.); Lett. volt., 1348-53.

In testi sett.: Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.); Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.); Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); a Doc. ver., 1378; Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).

In testi mediani e merid.: Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Stat. cass., XIV.

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.5 Anche s.f. (impaccia).

Locuz. e fras. avere impaccio 1; dare impaccio 1; darsi impaccio 1; entrare in impaccio 1; fare impaccio 1; levare l'impaccio 1; mettere impaccio 1; ricevere impaccio 1; senza impaccio 1.1; stare fuori d'impaccio 1; trarre d'impaccio 1; uscire d'impaccio 1.

0.7 1 Causa o situazione concreta che ostacola lo svolgimento di un'azione. 1.1 Locuz. avv. Senza impaccio: in modo agevole, senza difficoltà. 2 [In contesto poetico o comunque in testi della tradizione cortese:] relazione amorosa, legame sentimentale. 3 [Astr.] [Trad. in volgare di eclisse]. 3.1 [Ret.] [Trad. in volgare di eclisse nel senso di ellissi].

0.8 Luca Morlino 30.12.2013.

1 Causa o situazione concreta che ostacola lo svolgimento di un'azione.

[1] Guittone (?), Epistola bella, a. 1294 (tosc.), 13, pag. 461: E voi, ch'avete fine intenzione, / pregho salviate se vedete inpaccio, / per pocho chonoscienza, in mia quistione.

[2] Stat. sen., 1295, cap. 44, pag. 34.12: Anco, perchè la detta limosina più agevolmente e con meno impaccio in perpetuo si faccia...

[3] Lett. lucch., 1301 (3), pag. 127.22: ma semo ce(r)ti che pocho arae luogo, ta(n)to (e) co(n) gra(n)di inpacci àe menati (e) ordinati li suoi fatti...

[4] Lett. pist., 1320-22, 1, pag. 35.10: ma tue saii che pogha fede si puote avere per li grandi impacci che occorrono tucta ora in corte.

[5] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 10, pag. 175.20: Et benkì cum fatiga li navi accustassiru <in terra> a la ripa et li homini ancora cum grandi affannu xindissiru in terra, tamen non sì scautritamenti si pocti fari ki non chi fussi alcunu impachu, zoè ki la navi di unu ki avia nomu Trocheu, non savendu lu rivaiu et havendu prescha di viniri in terra, urtau a dicta ripa, per modu ki si ruppi...

[6] Lett. volt., 1348-53, pag. 206.26: Rispondemo con deliberatione che per lo nostro noi non volavamo fare pacti nè promessioni, massimamente avendo ricevuto per lo decto errore di Nastoccio tanto di dampno e impaccio indebitamente...

[7] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), Prologo, pag. 71.24: Ma aora per caxum de la cura pastoral à besogno che e' sostegna li impagi de le questium e de li fati de li omi segolari...

- Locuz. verb. Dare, fare, mettere impaccio: creare disturbo, ostacolare lo svolgimento di un'azione, rendendolo impossibile o comunque più difficile e meno spedito (con partic. riferimento a chi compie l'azione).

[8] Fiore, XIII u.q. (fior.), 186.5, pag. 374: E nella gioia c[h]'à, gli metta impaccio, / Sì ch'egli ab[b]ia paura e disconforto...

[9] Lett. pis., 1319, 1, pag. 384.6: Quanto di qua, del facto di mo(n)na Andrea no(n) ci à avuto novità nulla fin a qui; se di chostà ella vi i(n)paccio nullo, no(n) so.

[10] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 1236, pag. 80: Chossì tenendo streto el dolze brazo, / le done via me tolse chon soa forza, / perchè fazea a Nichodemo impazo.

[11] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 199, pag. 208.10: questa medexina laxa, çoè me(n)a fuora del corpo la collera e el flema, e maximamentre in li corpi de li ydropisi, sença fare inpaço al stomego.

[12] Stat. cass., XIV, pag. 111.32: co(m)plitu lu divino officio no(n) sia p(er)missu stare voy manere i(n)nella eclesia, così como hè dictu, ne sia data i(m)pacza a quillo che sta i(n) oracione.

- Locuz. verb. Darsi impaccio: assumersi un incarico gravoso, manifestare sollecitudine.

[13] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 3, vol. 1, pag. 138.17: Dittis, del quale alcuno non era più presto a salire nelle somme antenne, nè di correre a dietro per la presa sagola, disse: non ti dare impaccio di pregare per noi.

[14] Fazio degli Uberti, Rime pol., c. 1335-p. 1355 (tosc.), [1335] 5.66, pag. 32: Ahi stirpe rimasa / diversa al buon tuo avo, perché darti / volesti questo impaccio a incoronarti, / togliendo in ciò forse la volta a tale, / ch'arìa ben fatto dove tu fai male?

- Fras. Uscire d'impaccio: liberarsi da una situazione difficile.

[15] Poes. an. tosc. or., XIV, [56].88, pag. 61: Per uscir d'ongni 'mpaccio / tosto mo me ce lego / a portar du' vorrai.

- Fras. Stare fuori d'impaccio: essere libero.

[16] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 67.10: da fida zente tua terra guardata / e, con' più stai in pace e fuor d'inpazo, / de tuo persona fa' miglior derrata; / coi camarier', domestico solazzo...

- Fras. Trarre d'impaccio: liberare qno da una situazione difficile.

[17] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 134.8, pag. 186: et non m'ancide Amore, et non mi sferra, / né mi vuol vivo, né mi trae d'impaccio.

- Avere, ricevere impaccio: essere ostacolato nello svolgimento di un'azione.

[18] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 63, pag. 305.40: Et avegna che e' sia de piçolo inçingno, s'eo no avese abiu' alcun impaço in lo meo studio, lo quale è sta' de vostro consentimento e volere, façandome dare meço e spacio in lo studio, avrave moe sença dubio, cum l'ayturio de Deo, parte de lo meo intendimento.

[19] Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.), pag. 107.27: Poliniçe sora tuti li altri se lementa del gran mal ch'el vede e più li agrieva cha de l'inpaço ch'elo à .

[20] Libro fiesolano, 1290/1342 (tosc.), pag. 61.28: Però che 'l decto luogo non era sufficiente a ricevare inpaccio, sì ne feceno un altro presso a quello ove quelle cose si pesavano...

[21] a Doc. ver., 1378 (5), 54a, pag. 384.3: en tal modo che 'l ditto Zuano né i soy rexi no n'abia may briga né empaço alguno o ch'el fio casso dala ditta vost(r)a massa(r)ia...

- Entrare in impaccio: venire a trovarsi in una situazione difficile.

[22] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 941, pag. 421.8: Di che veduto quegli, a cui piacea di lega col re Carlo, non poterla avere, vidono modo di fare che avesse intrato in impaccio...

- Levare l'impaccio: rimuovere un disturbo.

[23] Bernardo medico, 1386-a. 1397 (fior.), [a. 1397] 279b.15, pag. 332: Colui che regge il superno palazzo / non lascia quel ch' è per virtú pulito / di bruttura sentire alcuno sprazzo; / a levarvi lo 'mpazzo / de la rogna verrò, ma cura fina / non ho a l' altro mal, che vi tapina.

1.1 Locuz. avv. Senza impaccio: in modo agevole, senza difficoltà.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 90, pag. 260.25: Il savio pensava di poca cosa, e così fa egli al presente, perché desidera d'essere sanza impaccio.

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 10, 121-129, pag. 188, col. 2.9: Dixe metaforiçando 'nui semmo vermi' e semmo nadi per formare l'angelica farfalla la qual vola a la iusticia sença impaço...

[3] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), 20.2, pag. 682: Se v'han sì assidiato le cienciale, / che la partenza non sia senza impaccio, / io verrò là collo soccurso vaccio / de grosse formicon, de quei con l'ale.

[4] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 3, pag. 15.20: Là se tenne senza alcuno impaccio conestavilito.

2 [In contesto poetico o comunque in testi della tradizione cortese:] relazione amorosa, legame sentimentale.

[1] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 16, pag. 59.31: In neuna manera io riceverei vostro parentado, solo perch'io sono giovane, e non sono usato ancora in fatti d'arme; sicchè non farebbe ancora per me impaccio di dama, nè d'altra sollecitudine che mi constringesse fuori dell'uso che conduce altrui a cavalleria -.

[2] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 87.12, pag. 168: Com' più mi sento lagrimoso e stanco, / Più benedico Amore, i passi e i lacci / Dove sì dolcemente preso fui; / Gli affanni, le paure e i dolci impacci, / E benedico il giorno e 'l mio cor franco / Ch'ebbe ardimento di servire a lui.

3 [Astr.] [Trad. in volgare di eclisse]. || Att. solo nel Maramauro.

[1] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 9, pag. 202.10: E quanto a la i.a parte, D. uxa una figura, sive color retorico chiamato «eclipsi», e sona in lengua greca 'impacio'; e questo è generale tanto in astrologia quanto in retorica. In astrologia el sole e la luna patino eclipsi, idest impacio, per alcune oppositione le quale li se fano, e mancano de la soa chiareza.

3.1 [Ret.] [Trad. in volgare di eclisse nel senso di ellissi]. || Att. solo nel Maramauro; cfr. Pisoni-Bellomo, Maramauro. Exposizione, p. 202, nota: «Il termine retorico equivale a 'ellissi'; la traduzione di Maramauro, quanto meno impropria, è suggerita dall'accezione astronomica».

[1] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 9, pag. 202.17: E in retorica eclipsi è impacio nel parlare, quando l'omo fa un sermone e iungili cossa turbativa per la qual conven lassar la cossa incominciata...