0.1 immiare, immii, inmii.
0.2 Da mio (DEI s.v. immiare).
0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.).
In testi sett.: Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).
0.6 N Att. solo in Dante e nei commentatori.
Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 Entrare in me (nella mia mente).
0.8 Rossella Mosti 30.12.2013.
1 Entrare in me (nella mia mente).
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 9.81, vol. 3, pag. 146: Già non attendere' io tua dimanda, / s'io m'intuassi, come tu t'inmii».
[2] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 9, 67-81, pag. 215, col. 2.17: in vulgare 'meo' ch'è per littera 'eo', sí che 'immiare' tant'è a dire 'cum'un altro diventasse eo'.
[3] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 9, pag. 229.2: 81. S' io m'intuassi ec. Cioè, participassi così di te, come tu t'immii, cioè ti fai me, in quanto comprendi ciòe che è in me.
[4] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 9, 67-81, pag. 290.18: come tu t'immii; cioè come tu entri dentro nel mio quore a vedere mia voluntà: imperò che tu la vedi in Dio. Illuiare, intuare, immiare sono verbi fatti e formati dall'autore da' pronomi lui, me e te: [[...]] immiare è intrare in me...