INMILLARE v.

0.1 immilla, inmilla.

0.2 Da mille.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; x Mino Diet., Chiose, XIV m. (aret.).

N Le att. di Jacopo della Lana e di Francesco da Buti sono cit. dantesche.

0.5 Solo pron.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Pron. [Con valore iperbolico:] moltiplicarsi per mille.

0.8 Rossella Mosti 30.12.2013.

1 Pron. [Con valore iperbolico:] moltiplicarsi per mille.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 28.93, vol. 3, pag. 468: L'incendio suo seguiva ogne scintilla; / ed eran tante, che 'l numero loro / più che 'l doppiar de li scacchi s'inmilla.

[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 28, 88-96, pag. 629, col. 2.7: Piú che il doppiar. Qui per exprimere grande multitudene dixe ch'erano 'piú che 'l doppiar' degli scachi s'immilla.

[3] x Mino Diet., Chiose, XIV m. (aret.), pag. 462: E tanto più mille volte s'inmilla / il suo valor senza mai fine suso...

[3] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. II [Dubbie], 36.84, pag. 199: Così, perch'io la mia pena nasconda / e l'affanno incredibile e 'l martiro / che per la bocca e per gli occhi sfavilla, / sento il dolor, che crescendo s'immilla...

[4] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 28, 88-96, pag. 746.25: Che 'l numero loro; cioè delle dette faville, Più che 'l doppiar delli scacchi s'immilla; cioè cresce in più migliaia che non cresce lo numero de lo scacchieri...