0.1 enurba, inurba, inurbe.
0.2 Da urbe.
0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.
In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.8 Rossella Mosti 30.12.2013.
1 Entrare in città (anche pron.).
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 26.69, vol. 2, pag. 448: Non altrimenti stupido si turba / lo montanaro, e rimirando ammuta, / quando rozzo e salvatico s'inurba...
[2] Gl Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 26, 67-75, pag. 548, col. 2.3: S'inurba, çoè, entra nella citade. E nota che questo 'inurba' si è verbo informativo, e riceve informazione 'ab urbe', ch'è 'citade'.
[3] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 26, 67-75, pag. 625.31: s'inurba; cioè mette sè prima ne la città...
1.1 Pron. Estens. Risiedere (in un luogo).
[1] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 11.183, pag. 76: Questa drieto Iexù con l'altra turba / se ne vene[v]an; et del suo vestir uno / lampo pigliò, pensando ch'el se furba / da essa il male, se alquanto 'la tocca / de' panni di colue che 'n cel s'enurba.
1.1.1 Stare fermo (in un luogo circoscritto). [Con rif. ad una barca:] ormeggiare.
[1] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 6.24, pag. 36: Et vegnendo le turbe / a lui sol per udire il verbo honesto / de Deo, et quegli da lago non se furbe / lì de Genesarèth, ma ben due barche / vide ch'entro quel stagno par se inurbe.
[u.r. 08.03.2023]