INVERARE v.

0.1 invera.

0.2 Da vero.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

In testi sett.: Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).

N Le att. di Ottimo e di Francesco da Buti sono cit. dantesche.

0.5 Solo pron.

0.6 N Att. solo in Dante e nei commentatori.

Doc. esaustiva.

0.7 1 Pron. Rivestirsi del vero.

0.8 Rossella Mosti 30.12.2013.

1 Pron. Rivestirsi del vero.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 28.39, vol. 3, pag. 463: e quello avea la fiamma più sincera / cui men distava la favilla pura, / credo, però che più di lei s'invera.

[2] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 28, 22-39, pag. 621, col. 1.1: s'invera, çoè piú cognosce e vede della verità della divina essentia; e nota 's'invera' ch'è verbo informativo: qui, fassi simele della veritade.

[3] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 28, pag. 611.24: Credo però che più di lui s'invera. Ed è ragione naturale, che quello circulo ch'è più presso al centro, o vero al punto del centro, più senta della virtù di quello punto.

[4] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 28, 22-39, pag. 738.24: che più di lei; cioè della pura favilla, s'invera; cioè s'empie di verità.