0.1 impostemė, impostomita, inpostimire.
0.2 Da postema.
0.3 Boccaccio, Corbaccio, 1354-55: 1.
0.4 In testi tosc.: Boccaccio, Corbaccio, 1354-55.
0.6 N Doc. esaustiva.
0.7 1 Andare in suppurazione (una ferita); diventare infetto (il sangue).
0.8 Rossella Mosti 30.12.2013.
1 Andare in suppurazione (una ferita); diventare infetto (il sangue).
[1] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 421-30, pag. 116.12: un sė fatto dolore e afflizione nascosa mi misero nel cuore, che il sangue, d'intorno a quello pių che il convenevole da focoso cruccio riscaldato, impostemė...
[2] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 473, pag. 475.15: E chi fosse fedito, e egli la portasse sopra sé, quella fedita non puote inpostimire né infracidare né avere niuno pericolo.
[3] Esopo tosc., p. 1388, cap. 42, pag. 189.8: E il dolore di quello pič rafrena la sua leggierezza di tutto il corpo e a pena lo lascia andare: e manifestasi la ferita essere impostomita.