PAVENTO s.m.

0.1 paventa, paventi, pavento, paventu.

0.2 Da paventare.

0.3 Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.).

In testi mediani e merid.: Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Poes. an. perug., c. 1350.

N L'att. in Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.) è cit. dantesca.

0.5 Locuz. e fras. avere pavento 1.1; dare paventi 1.1; dare pavento 1.1; essere in pavento 1.1; prendere pavento 1.1; senza alcun pavento 1.2; senza pavento 1.2; stare in pavento 1.1.

0.7 1 Timore di un possibile pericolo, paura angosciosa. 1.1 Fras. Avere / prendere pavento, stare in pavento: temere (il verificarsi di una condizione negativa), trovarsi in uno stato di apprensione. 1.2 Locuz. avv. Senza (alcun) pavento: con tranquillità, intrepidamente.

0.8 Sara Ravani 30.12.2013.

1 Timore di un possibile pericolo, paura angosciosa.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2048, pag. 247: Né non mostrar pavento / a om ch'è molto folle, / ché, se ti truova molle, / piglierànne baldanza...

[2] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 456, pag. 341: Lu Dessideriu impusece l'Anima cecthadina / 'nfra l'unu e l'altru arçone, / singnificatïone / de duy penser beati, / çoè de mal passati / e de futur' paventu.

[3] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 51.12, pag. 596: e poi me trovo con tanto pavento / e sì desbegottita la mia mente, / che io non so 'n qual parte se consente.

1.1 Fras. Avere / prendere pavento, stare in pavento: temere (il verificarsi di una condizione negativa), trovarsi in uno stato di apprensione.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. (D.) 119.3, pag. 198: Tuttor languisco, peno e sto in pavento, / piango e sospir di quel ch'ho disiato.

[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 41.22, pag. 147: ed io mai non ardia / mostrarvi il mio talento, / perché avëa pavento / darvi maninconia...

[3] Dante da Maiano, XIII ex. (fior.), 40.28, pag. 119: Amor mi fa sovente tormentare / ed a lo cor sentire / pungente pena ed angosciosa e dura; / prendo pavento del meo innamorare, / e temo di perire / si mi sovvien di voi, bella figura.

[4] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 99.6, pag. 42: Color che tutto 'l mondo non temiàno, / a' grandi assedi, con molt' ardimento, / sicuri ne le lor tende dormiàno: / e in Roma dimorare ebber pavento!

[5] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 40, pag. 21: Santu Ianni intese lu sou commandamento, / assai fo dolorusu dellu parteminto, / la dompna cepto ad prendere nie[n]te no fo lentu, / cha essa bene guardare no abe mai paventu.

[6] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 23.22, vol. 1, pag. 383: Già mi sentia tutti arricciar li peli / de la paura e stava in dietro intento, / quand' io dissi: «Maestro, se non celi / te e me tostamente, i' ho pavento / d'i Malebranche.

[7] Poes. an. perug., c. 1350, 389, pag. 26: Chi pigiorar non può tormento o stratia, / de que l'animo suo prende paventa / [se] vede crudeltà che non se satia?

[8] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 23, 19-30, pag. 591.39: Te e me tostamente, io ò pavento; cioè paura...

- Fras. Dare pavento, paventi: intimorire, spaventare.

[9] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 55.28, pag. 188: Li tempi contrariosi son venenti, / onde di noi lo terzo fa partire: / di ciò pensando temo e mi rancuro / ed ho pensier' ch'assai mi dan paventi, / perché lo terzo mostrami in suo dire / noia: ma solo in voi mi rasicuro.

[10] Amico di Dante, XIII ex. (fior.), canz. 5.29, pag. 712: ché la mia pensagione / talor dava pavento / a lo disio dov' era, e talfïata / giva per la contrata - lietamente...

[11] Tommaso di Giunta, Conc. Am., XIV pm. (tosc.), son. 3.4, pag. 16: Tu sse' come 'l caval ch'è nell'armento, / là dove nasce nel selvaggio loco, / che sta feroce più che vivo foco, / sì cche di lui toccar ne pavento...

- Fras. Essere in pavento: incutere timore.

[12] F Cassiano volg., XIV (tosc.), coll. 24, cap. 26: i signori delle cose presenti, i quali tenendo il governamento di questo mondo e dello imperio eziamdio a' tutti i potenti e a' re sono in pavento, e' l'hanno in riverenza come loro Signore... || Bini, Cassiano, p. 315.

1.2 Locuz. avv. Senza (alcun) pavento: con tranquillità, intrepidamente.

[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 5, ott. 22.3, pag. 389: E sanza fare alcun dimostramento, / con lui fuor ve n' uscite baldanzoso, / e me lasciate qui sanza pavento / in vostro luogo, e dite ch' io riposo...

[2] Bambaglioli, Tratt., a. 1343 (tosc.), 409, pag. 34: Ançi al grave accidente che s'aspetta, / Conviensi proveder con saggia fretta, / Ma non si vuol morire / In dogla et in sospir ançi l'evento / Prendasi il riparo sança pavento...

[3] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), III, ott. 18.6, pag. 43: Udito 'l duca quell' alto sermone, / tosto rispuose sanz' alcun pavento / che non ch'al terzo dí ma al dí secondo / verrá con tutti gli amador del mondo.

[4] Cantare della vendetta, a. 1375 (tosc.), st. 13.3, pag. 77: Serno co' primi cavalier trecento, / bene armati sotto le loro bandiere, / di Tintoil uscîr sança pavento.

[5] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 82, terz. 49, vol. 4, pag. 83: Giunta la gente con gran valimento / preser partito di coraggio fino / de' nemici assalir senza pavento...

[6] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 1, 18.4, pag. 11: A lui si volse il re tanto possente / e poi gli disse, senza alcun pavento: / - Dì tu, come costor dicon presente / di Giosafà così buon parlamento...