0.1 latramenti, latramento.
0.2 Da latrare.
0.3 Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.): 1.
0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.).
In testi sett.: f Bonaventura di Demena, Cons. filos., XIV (ven.).
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 Lo stesso che latrato. 1.1 Estens. [Con rif. a una persona:] urlo paragonabile all'abbaiare di un cane.
0.8 Luca Morlino 30.12.2013.
[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 26, pag. 170.27: Ed ancora quello ha l' uso trovato, che agri, e sentacchiosi cani nelle bertesche si tengano, i quali la venuta de' nemici all' odore sentano, e con latramento gli mostrino...
[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 9, proemio, pag. 149.17: Cerbero alzòe le tre teste, e insiememente misse fuori tre latramenti.
1.1 Estens. [Con rif. a una persona:] urlo paragonabile all'abbaiare di un cane.
[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 8, cap. 3, pag. 547.21: Adunque riuscì costei manifestissimo esemplo della calunnia delle femine, operando et esercitando continovo li luoghi de' giudici della corte con disusati latramenti...
[2] f Bonaventura di Demena, Cons. filos., XIV (ven.), Cap. 50, pag. 171.19: Veramente quelli che trabutano e robano altrui, per la loro rapinna si sonno assimiadi ai lovi; e quelli che ànno la lor lingua corrotta a mal dir e a tençonar, per lo loro latramento de lingua si sonno assimiadi ai cani... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.