LIZZA s.f.

0.1 licce, liccia, liccie, liss', lizza; f: lice.

0.2 Fr. lice (DELI 2 s.v. lizza).

0.3 f Fatti de' Romani, 1313 (fior.): 1; Armannino, Fiorita (05), 1325 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: f Fatti de' Romani, 1313 (fior.); Armannino, Fiorita (05), 1325 (tosc.); Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 [Milit.] Barriera difensiva costituita da una serie di pali o tavole di legno infissi nel terreno, disposta intorno a un accampamento militare o a una città fortificata. 1.1 Estens. Scontro, combattimento militare. 1.2 Fig. [Nella lirica amorosa:] modo o possibilità di resistere alla bellezza dell'amata e all'insorgere della passione.

0.8 Luca Morlino 30.12.2013.

1 [Milit.] Barriera difensiva costituita da una serie di pali o tavole di legno infissi nel terreno, disposta intorno a un accampamento militare o a una città fortificata.

[1] f Fatti de' Romani, 1313 (fior.), Hamilton 67-99, pag. 140, col. 3.4: Iudiciu Marcus ciascuno giorno di più in più andava pugnando intorno alle sue lice, tanto che una notte ebe Labieno messo dentro dale sue licce tutti li cavalieri ch'elli avea avuti dale vicine cittadi che venisero a llui... || DiVo; l'ed. inclusa nel corpus non riporta il brano.

[2] Armannino, Fiorita (05), 1325 (tosc.), pag. 558.5: Etor con molti altri baroni a questa volta tra le licce con sua mazza in mano sta per vedere la bella condotta di sua gente e presto sta per sovenire a' bisogni.

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 96, vol. 3, pag. 504.19: e tutti i detti III campi affossati e steccati intorno; e dentro alle licce si potea andare dall'uno campo all'altro, ed erano signori di prendere e di schifare la battaglia a lloro posta.

1.1 Fig. Scontro, combattimento militare.

[1] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 690, pag. 261.13: Scese la gente de' Fiorentini in Valdera, e passarono a Ponte di Sacco, e rubarono, e presero uomini, e preda in grande quantità tale che inestimabile fu il danno de' Pisani. E così cominciò la liccia.

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 35, terz. 42, vol. 2, pag. 126: E per superbia, e 'nvidia, che preme, / lizza tra lor maggiormente s' accese, / per la cagion del maladetto seme, / ch' aveva seminato il Pistolese.

1.2 Fig. [Nella lirica amorosa:] modo o possibilità di resistere alla bellezza dell'amata e all'insorgere della passione.

[1] f Nicolò de' Rossi, Rime (ed. Brugnolo), XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 4.4: Saper no vale - a donna che non vole: / rason èmi soçça, - dunqua lo saçço. / I' sento 'l male - dov'el cor n'è mole; / nïent'è liçça, - ché l'avete en laçço. || LirIO; l'ed. inclusa nel corpus legge «liçço»: cfr. Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 4.4, pag. 26.

[2] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [PaoFir] ball. 9.7, pag. 278: Omè omè omè, vedi ch'i' moro / per quelle treze d'oro, / che m'annodaro 'l cor ch'i' port'anciso, / né 'n ciò liss'ha né el chiede altro tesoro / che quell'alma ch'adoro, / che scesa in terra par del paradiso.