0.1 male infamato, mali infamati, malinfamati, malinfamato.
0.2 V. malinfamare.
0.3 Albertano volg., 1275 (fior.): 1.
0.4 In testi tosc.: Albertano volg., 1275 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.).
0.6 N Doc. esaustiva.
0.8 Pär Larson 05.10.2012.
1 Degno di pubblica riprovazione.
[1] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II,, cap. 21, pag. 142.10: «Ama li cari padr[e] (e) madr[e] di no(n) i(n)ferma pietade, (e) no(n)n offendere ala [=>la] madre se voli essere bono al padre». [16] Et (Iesu) fil(ius) Syrac disse: «Qua(n)to è malinfamato chi aba(n)dona lo padre, (e) maladetto è da Dio chi adira la madre!».
2 Sost. Chi ha una cattiva nomea.
[1] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 16, pag. 115.8: [20] Più lieto sie qua(n)do tu dispiaci alli rei, e li rei pe(n)sieri che di te ànno li rei, reputali i(n) tua gl(ori)a. [21] «Gra(n)de matteçça è temere d'essere malinfamato da' malinfamati».
[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 9: [21] gra(n)de mactessa è temere d'essere male infamato dali mali infamati, et neuna cosa è pió stolta delo h(om)o che teme paraule del'h(om)o che minaccia.
[3] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 47.6, pag. 265: Ancor mi piace veder mercatante / ad un sol motto vender su' mercato, / di lëaltate fermo, adoperante / ed istudioso e desto ed ispacc[i]ato, / con fermo viso, non molto parlante, / e non diletti lo male infamato, / e giorno e notti veg[g]hi, e sia pensante / in quale guisa possa esser laudato.