TRULLARE v.

0.1 trulla.

0.2 Sul lat. tardo trulla 'peto' (Grazzini, Trullare, pp. 83-85).

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

N L'att. in Francesco da Buti è cit. dantesca.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Emettere peti.

0.8 Pär Larson 01.10.2012.

1 Emettere peti.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 28.24, vol. 1, pag. 474: Già veggia, per mezzul perdere o lulla, / com' io vidi un, così non si pertugia, / rotto dal mento infin dove si trulla.

[2] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 28, pag. 416.21: Qui fa comparatione de una bote la quale ha perduto lulla o el mezullo del timpangio, como vide uno aperto dal mento infin al culo ove si trulla.

[3] a Sacchetti, Pataffio, a. 1390 (fior.), cap. 6.94, pag. 30: Le corna à lla giraffa e 'l cul se trulla, / e per Befania smascellai di risa, / perché la Trentavechia parve ciulla.

[4] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 28, 22-27, pag. 719.25: Rotto dal mento; questo peccatore, in fin dove si trulla; cioè infino alla parte di rieto di sotto, disonesta a nominare, onde si fa spesse volte sono per ventosità del ventre.