IRASCÌBILE agg./s.f.

0.1 irascebele, irascibele, irascibile, irascibili, irasibele, irasibile, irassibili, rascibile.

0.2 Lat. tardo irascibilis (DELI 2 s.v. ira).

0.3 Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.): 1.

0.4 In testi tosc.: Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.); a Lucidario pis., XIII ex.; <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>.

In testi sett.: Elucidario, XIV in. (mil.); Paolino Minorita, 1313/15 (venez.).

In testi mediani e merid.: Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.7 1 [Filos.] [Nella psicologia di tradizione platonico-aristotelica:] la facoltà dell'anima o l'appetito che consente di reagire o di indurre a reagire di fronte a offese e avversità. 2 [Rif. a una persona:] facile allo sdegno, al dispetto. 3 Sost.

0.8 Zeno Verlato 02.09.2013.

1 [Filos.] [Nella psicologia di tradizione platonico-aristotelica:] la facoltà dell'anima o l'appetito che consente di reagire o di indurre a reagire di fronte a offese e avversità.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), Proemio, pag. 4.12: la prima ène la potentia rationale [[...]]; la seconda è la potença concupiscibile [[...]]; la terça potença se chiama irascibile, per la quale l'a(n)i(m)a fugie le cose contrarie e remove da l'operatione ke fa quel k'à ' inpedimentire essa operatione.

[2] a Lucidario pis., XIII ex., L. 3, quaest. 7, pag. 100.22: Et l'anima sì ave tre nature, che ella est rascionevile et sì est irascibile et sì est desiderosa.

[3] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 24, vol. 3, pag. 300.10: addiviene che quella virtù, che è temperanza, sia divisa per numero di più membri per costringere la virtù concupiscibile e la virtù irascibile, cioè lo movimento ontoso ed adirato, per governare l'andamento de' cinque sensi...

[4] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 79, pag. 381.16: Ne lo 'ntendimento si è la 'nfermità de la ignoranzia; ne la volontà si è la malizia; ne la concupiscibile si è la concupiscenzia; ne la irascibile si è il difetto de la infermità.

[5] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 26, pag. 429.6: sì come uno sciolto cavallo, quanto ch'ello sia di natura nobile, per sé, sanza lo buono cavalcatore, bene non si conduce, così questo appetito, che irascibile e concupiscibile si chiama, quanto ch'ello sia nobile, alla ragione obedire conviene...

[6] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 33, pag. 214.13: pungeno la carne questi appetiti irascibili, però che l'omo non si puote vendicare come vuole, né quando vuole.

[7] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 3, quaest. 7, pag. 184.25: E ancora l'anima à in si tre vertude zoè la vertude raxonevre e la vertude irasibele e la vertude concupisibele e tuto lo tempo se [...] per vij dì.

[8] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 31, pag. 42.4: .VJ. de queste passion se trova in la vertude de l' anema che è dita concupiscibile [[...]]; e se' oltre en la vertude irascibele, çoè sperança, desperança, ira, mansuetudene, ardimento, paura.

[9] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 21, pag. 398.3: Il concupiscibile [[scil.: appetito]] raguarda il bene, e ['l] male secondo sè: lo irascibile raguarda il bene e 'l male, in quanto [la] ragione è dificile cosa. Il concupiscibile seguita beni dilettevoli, e fugge cose triste: lo [i]rascibile resiste alle cose nocevoli.

[10] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), Prologo, cap. 8, vol. 1, pag. 31.18: cussì tucta la carni di Adam si rebellau contra di l' anima, et fu factu corruptu in la irassibili et curruchasi senza raxuni, comu bruta bestia; cuncupissi et movisi a lucxuria contra raxuni comu bestia...

[11] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IX (ii), par. 58, pag. 509.28: E non dobbiamo qui intendere degli occhi corporali, ma delle nostre affezioni mosse e sospinte da due potenzie dell' anima, cioè dall'appetito irascibile e dal concupiscibile...

[12] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 9, 106-123, pag. 267.20: della irascibile è nell'onesto o vero eccellente; della concupiscibile è nel bene: adunque appetito d'eccellenzia non è peccato.

2 [Rif. a una persona:] facile allo sdegno, al dispetto.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 7, pag. 129.3: Se l'uomo in cotale considerazione sè hae debitamente, e ragionevolmente, si è detto mansueto, che li dispiacciono i vizj; s'ello sè hae più in disiderare vendetta, che non è la ragione, si è detto iracundio; se meno, si è detto irascibile.

[2] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 8, pag. 111.27: Lo duca Nestore [[...]] fo homo irascebele e subito a montarese in corruzo...

3 Sost. || Prob. errore per irascibilitade.

[1] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 4, pag. 4.2: Et algun appella queste quatro vertude purgatorie; chè la prudencia sì purga lo intelletto da oscuritade; e la justisia la voluntade [[...]], la forteça la irasibile, de paura e chativeria de cor in li perigoli; la temperança le concupisibilitade...