LATENTE agg.

0.1 latente, latenti.

0.2 Lat. latens (DELI 2 s.v. latente).

0.3 f Andrea Zamboni, XIV in. (tosc.-pad.): 2.2; Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.): 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.).

In testi mediani e merid.: Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.).

N Le att. in Jacopo della Lana e nell'Ottimo sono cit. dantesche.

0.7 1 Che non è visibile; nascosto. 1.1 Che è compiuto di nascosto, senza farsi accorgere. 2 Che non è espresso o lo è in maniera implicita o indiretta (un sentimento, un proposito, un discorso). 2.1 Che non si esprime o lo fa in maniera implicita o indiretta (una persona); cauto, guardingo. 2.2 Che è difficile da comprendere in quanto pertinente a una verità ultima (un concetto).

0.8 Luca Morlino 14.06.2013.

1 Che non è visibile; nascosto.

[1] Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.), 100, pag. 380: Et le due chiavi che tenea latente / mostran l' auctorità et discretione, / che l' una togle et l' altr' à nella mente.

[2] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 110.7, pag. 131: né già il navicare / alcun segno, con vela o con vogare, / scampati ci ha dai perigli eminenti / fra' duri scogli e le secche latenti, / ma sol Colui che, ciò che vuol, può fare.

- [Con rif. a Laterano, per paretimologia].

[3] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 84, S. Pietro ap., vol. 2, pag. 732.4: Sì che tornando i romani, trovarono la rana appiattata ne la volta, e gittandola fuori de la cittade sì l'arsero, onde quella parte de la città, dove la rana era stata nascosa, prese il nome da questo fatto, ond'è chiamato Laterano, quasi latente rana, cioè nascondente.

1.1 Che è compiuto di nascosto, senza farsi accorgere.

[1] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 8, pag. 198.17: cossì come 'l fero è duro ad ogni cossa, cossì la fraude è dura ad ognuno da cognoscere, perché è latente e apare altro fora che non è dentro.

2 Che non è espresso o lo è in maniera implicita o indiretta (un sentimento, un proposito, un discorso).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 26.52, vol. 3, pag. 431: Non fu latente la santa intenzione / de l'aguglia di Cristo, anzi m'accorsi / dove volea menar mia professione.

[2] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 30, 100-108, pag. 744.39: et è insinuazione latente esordio, nel quale s'induce una cosa per una altra, e però qui s'induce persona per persona...

2.1 Che non si esprime o lo fa in maniera implicita o indiretta (una persona); cauto, guardingo.

[1] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 52.4, pag. 151: E l'uomo che di fuori sta latente, / Più nel tacere che per lingua sente, / Perchè più çova.

2.2 Che è difficile da comprendere in quanto pertinente a una verità ultima (un concetto).

[1] f Andrea Zamboni, XIV in. (tosc.-pad.), 10: Non so perché vostro saper mi prove / di cose naturale e sì latente / e sì profunde, com' mi par ch'io trove... || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.