LENIRE v.

0.1 lenire, lenisce, lenise, lenissa, lenisse.

0.2 Lat. lenire (DELI 2 s.v. lenire).

0.3 Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.): 1.3.1.

0.4 In testi tosc.: Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.); F Cavalca, Frutti della lingua, a. 1342 (pis.).

In testi sett.: Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 [Med.] Ridurre di intensità; alleviare, mitigare (con rif. a un dolore fisico). 1.1 [Med.] Ammorbidire i tessuti di una parte del corpo, alleviando l'intensità di un dolore. 1.2 Fig. Far cessare, sedare, reprimere con la forza (un tumulto, una ribellione, un'insurrezione). 1.3 Assicurarsi la benevolenza di qno.

0.8 Luca Morlino 14.06.2013.

1 [Med.] Ridurre di intensità; alleviare, mitigare (con rif. a un dolore fisico).

[1] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. [29.3], pag. 33.25: E quando el se beve, remove el sangue che ven dal pieto e lenisse le asperità de la gola.

1.1 [Med.] Ammorbidire i tessuti di una parte del corpo, alleviando l'intensità di un dolore.

[1] Gl Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. [5.1], pag. 7.18: Tute le specie de li ulij sì è calde e lenisse, çoè molifica e aplana el corpo.

[2] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 32, pag. 37.22: E la humidità soa [[scil. delle verze]] lenise el ventre de lenicion alguna, e la substancia soa desecca e strençe. E quando nu volemo che le lenissa el ventre, sì le metemo in lo sale e in lo ulio, dapò che li è coti over alisi.

1.2 Fig. Far cessare, sedare, reprimere con la forza (un tumulto, una ribellione, un'insurrezione).

[1] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 8, cap. 26, pag. 331.3: E sette tribuni, li quali prima a Sucrone a lenire la sedizione erano andati, mandati incontro allo esercito...

1.3 Fig. Assicurarsi la benevolenza di qno.

[1] F Cavalca, Frutti della lingua, a. 1342 (pis.): L'Orazione lenisce, e mitiga Dio, e la lagrima lo sforza...

[2] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 1, pag. 101.10: D. continuando ancora [a] V., volendolo lenire cum dolceza de parole dandoli lode, li dice como esso è il so magestro, cioè per insegnamento, e 'l suo autore, cioè per electione, ché D. prese volere sapere V. avanti alcuno altro autore o poeta.

1.3.1 [Con accezione neg., con rif. a lenone, per paretimologia:] lusingare.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 18, proemio, pag. 327.6: Alla IJ parte, dove discrive [la pena] inflitta alli ruffiani, li quali in latino sono chiamati lenones, è da sapere che il ruffiano è il proposto delle meritrici, o vero soducitore, così chiamato, però che lenisce, e pialla, e blandisce, cioè fa morbide e inferme le menti de' miseri, e così appianandole, le inganna.