LEVITONE s.m.

0.1 f: levitoni.

0.2 Lat. crist. lebeton, lebetonem, lat. mediev. leviton, levitonem e levitonius (DEI s.v. levitongo). || Cfr. 0.6 N.

0.3 F Cavalca, Vite SS. Padri (ed. Levati), a. 1342 (pis.): 1.

0.4 Non att. nel corpus.

0.6 N L'etimo non giustifica l'entrata levitongo dei lessici, basata sulla forma levitongi accolta a testo dall'ed. nell'es. (divenuta poi levitonghi in TB s.v. levitongo), che secondo Alessio, Levitongo «va forse corretta in levitongni dal medioev. levitōnium, piuttosto che da un agg. *levitōnicus non documentato, che presupporrebbe un trattamento fonetico settentrionale (lenizione) e una successiva sincope poco verosimili in una voce certamente non popolare». Analoga obiezione può tuttavia essere avanzata anche riguardo all'esito congetturale -ongni. In quanto più vicina all'etimo, appare pertanto degna di maggiore considerazione la var. levitoni, su cui si basa l'entrata. Paretimologica è invero la glossa «quasi lěvis tunĭca» di GDLI s.v. levitongo.

0.7 1 Veste di lino senza maniche, tipica dei monaci egiziani.

0.8 Luca Morlino 14.06.2013.

1 Veste di lino senza maniche, tipica dei monaci egiziani.

[1] Gl F Cavalca, Vite SS. Padri, a. 1342 (pis.), Vita di S. Pacomio: [[Usino anche di notte vestimenti di lino, ch'essi chiamano]] levitoni... || Cavalca, Vite (Manni), vol. I, p. 223 (lez. in apparato a p. 225; l'ed. legge: «levitongi»). L'ed. aggiunge che «il lat. legge lebitones»: cfr. Cavalca, Vite (Manni), vol. I, p. 225. Cfr. anche Delcorno, Cavalca. Vite, p. 819: «Usino anco di notte que' vestimenti di lino, che si chiamano levitonas» e in apparato le var. «leuitong» e «leviton».