0.1 insipida, insipide, insipidi, insipido, insipito, 'nsipidi.
0.2 Lat. tardo insipidus (DELI 2 s.v. insipido).
0.3 Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.): 1 [4].
0.4 In testi tosc.: Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.); Boccaccio, Decameron, c. 1370.
In testi sett.: Serapiom volg., p. 1390 (padov.).
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.8 Leonardo Francalanci 10.09.2014.
1 Privo di sapore, poco salato.
[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 9, cap. 8, pag. 227.6: Sotto le radici de' monti, e ne' sassi alberesi, buone, sane, abbondevoli, e fredde sono [[scil. le acque]]. Ne' luoghi del piano sono gravi, salse, tiepide, e insipide: e se ve ne truovi di buon sapore, sappi, che per vie di sotterra elle escono del monte.
[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 7, pag. 548.23: e di gran lunga è da elegger più tosto il poco e saporito che il molto e insipido...
[3] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 228, pag. 241.25: Ma in questo caxo i deverave uxare cose insipide, de grossa substa(n)tia cum alguna dolceça, sì como serave la anguria.
[4] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 3, cap. 14, vol. 1, pag. 271.6: E altro è dolce e insipido, cioè sanza sapore, imperocchè per molta dimoranza nell'acqua s'addolcisce, e così è fatto insipido.
- [Rif. al sale, in contesto fig.].
[5] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 8, vol. 2, pag. 198.20: Ma oimè! che il sale è diventato insipito...
- [Rif. al sapore].
[6] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 7, pag. 18.4: Ma ne' vigneti è più da guardarsene; siccome fecero alquanti, che guardando a fama di grandi e begli tralci, nutricaro vigne sterili, o d'insipido sapore...
[1] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 20, vol. 2, pag. 324.17: E però, come dice s. Bernardo, lo nome di Gesù è giubbilo nel cuore, melodia nelle orecchie, mele al gusto, e ogni lezione, e scrittura è insipida, se non vi è lo nome di Gesù.
[1] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 2, cap. 13, pag. 251.6: Gli 'nsipidi non veggiono, quando ciò procurano, quante fatiche, quante noie, quante miserie e sollicitudini [[...]] sieno sotto quella poca luce nascose...
[2] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Ec 7, vol. 6, pag. 31.11: [26] Io sguardai tutte le cose nel mio animo per sapere sapienza e ragione, acciò ch' io conoscessi la empietade dello stolto e lo errore dello insipido.