CABARCO s.m.

0.1 f: cabarco.

0.2 Etimo non accertato. || Cfr. 0.6 N.

0.3 F Nadal, Leandreride, a. 1382-1383 (tosc.-ven.): 1.

0.4 Non att. nel corpus.

0.6 N L'unico parallelo è l'att. spagn. di metà '400 di Pero Tafur, Andanças e viajes, p. 88: «los turcos an por uso todos de traer en la silla una porra de fierro e un tamborino e su arco e cabarcho de frechas». L'ed. rinvia al fr. chabraque 'pelle che ricopre la sella dei cavalli', dal turco čaprak (TLF s.v. chabraque), ma il riscontro è poco prob. per ragioni semantiche e fonomorfologiche. DCECH s.v. carcaj risale invece a capacho e quindi al lat. volg. *capacium, lat. mediev. cabacium 'cesto', che si riflette anche in alcuni dialetti ital., per es. nel piem. cabas 'grossa gerla' (DEDI s.v. cabas), oltre che nel fr. e prov. cabas 'paniere', att. in fr. ant. e m. fr. anche nella forma cabar (FEW II, 241b). A partire da tale etimo la desinenza sarebbe però anomala e potrebbe essere imputata alla necessità della rima, se non anche a una sovrapposizione paretimologica per meton. del sost. arco. In alternativa si potrebbe pensare a una derivazione dall'ar. ğa'bah, da cui lo spagn. aljaba 'faretra' (DCECH s.v. aljaba), eventualmente incrociato al sinonimo carcasso.

0.7 1 Lo stesso che faretra.

0.8 Luca Morlino 24.11.2014.

1 Lo stesso che faretra.

[1] F Nadal, Leandreride, a. 1382-1383 (tosc.-ven.), L. IV, c. 1.73: «Ingrato - disse poi -, s'io non ti incendo / non valia il strale mio acuto, né l'arco». / E l'arco istese allor, cossì dicendo, / e trasse un stralle mentre del cabarco: / «Or parerà se calcitrar saprai»... || Lippi, Leandreride, p. 116.