TREGENDA s.f.

0.1 tregenda, tresenda, trexende, trigenda.

0.2 Lat. *transienda (DELI 2 s.v. tregenda).

0.3 Jacomo Tolomei, Le favole, a. 1290 (sen.>trevis.): 2.

0.4 In testi tosc.: Jacopo Passavanti, Tratt. scienza, c. 1355 (fior.).

In testi sett.:Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Matazone, XIV sm. (lomb.).

0.7 1 Piccolo passaggio, vicolo. 2 Convegno notturno di esseri demoniaci che celebrano riti malefici e orgie. 2.1 Assembramento di persone che crea confusione.

0.8 Veronica Ricotta 09.07.2014.

1 Piccolo passaggio, vicolo.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 146.291, pag. 652: li gran disnar e le merende / e sover' seira bezenar, / tuti ne van per trexende / e fan le gente astomagar.

[2] Matazone, XIV sm. (lomb.), 66, pag. 793: «Pïate quel<o> vilano, / ligatege le mano, / metitel in presone, / ch'el no ci sa rasone / ni leze ni bon uso / quel<o> vilan rampognoso; / e fati ch'el<o> se renda / per far una tresenda, / che su per su li vada / chi vol pasar la strada...

2 Convegno notturno di esseri demoniaci che celebrano riti malefici e orgie.

[1] Jacomo Tolomei, Le favole, a. 1290 (sen.>trevis.), 1.4, pag. 299: Le favole, compar, ch'om dice tante, / son ver per cert' e nessun le contenda: / ch'anticamente fûr orchi e gigante / e streghe, che andavan en tregenda.

[2] Jacopo Passavanti, Tratt. scienza, c. 1355 (fior.), pag. 319.2: Così si truova ch' e' dimonii prendendo similitudine d' uomini e di femmine che sono vivi, e di cavagli e di somieri, vanno di notte in ischiera per certe contrade, dove veduti dalle genti, credono che sieno quelle persone la cui similitudine mostrano: e questa in alcuno paese si chiama la tregenda.

2.1 Assembramento di persone che crea confusione.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 101, pag. 227.38: L' altre due romite, che forse aveano fatto vista di dormire, dice quella che è allato a Giovanni da lato del muro: - O che trigenda è questa istanotte, Giovanni?