IRONÌA s.f.

0.1 ironia; a: hyronia.

0.2 Lat. ironia (DELI 2 s.v. ironia).

0.3 a Ceffi, De amicitia volg. 1325/35 (fior.): 1; Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.): 1 [2].

0.4 In testi tosc.: a Ceffi, De amicitia volg. 1325/35 (fior.); Boccaccio, Esposizioni, 1373-74; Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 [Ret.] Figura che consiste nell'intendere (e lasciar intendere) il contrario di ciò che si è letteralmente espresso.

0.8 Elisa Guadagnini 30.06.2014.

1 [Ret.] Figura che consiste nell'intendere (e lasciar intendere) il contrario di ciò che si è letteralmente espresso.

[1] Gl a Ceffi, De amicitia volg. 1325/35 (fior.), cap. 33, pag. 86.26: E come ciò possa essere vero, io non veggio, s'elli non avesse parlato giuchevolmente, per hyronia, cioè per contrario...

[2] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 26, pag. 388.27: D. in questo capitulo [[...]] fa una figura chiamata «ironia», contra Fiorenza. La qual figura è quando uno dice ad un altro: «Malvaso omo, alegrate però che tu se' ben tristo e che la tua fama è grande de miseria».

[3] Gl Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. I (i), par. 135, pag. 48.23: Usa qui l'autore un tropo, il quale si chiama «ironia», per vocabolo contrario mostrando quello che egli intende di dimostrare...

[4] Gl Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 26, pag. 200.8: Il terzo modo si chiama ironia e questo si fa e chiamano per contrario, cioè mostrando biasimare la cosa e lodarla.

[5] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 26, 1-12, pag. 667.41: et è qui ancora una figura che si chiama ironia, quando le parole s'intendono per lo contrario ch'elle sonano...

[6] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 6, 127-151, pag. 140.16: l'autore nostro [[...]] dirissa lo suo parlare in verso la sua città, usando quello colore che si chiama da Tullio significazione, et al modo greco ironia...

[7] Gl f De officiis volg., XIV/XV (tosc.), L. I, cap. 48, pag. 87.11: Socrate [[...]] in ogni parlare fu simulatore; il quale parlare i Greci chiamano "ironia", cioè gavillazione, e intendere pel contrario. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Cic., De off., I, 108: «... quem "eirona" Graeci nominarunt...».