INCATTIVIRE v.

0.1 incativio, incativir, incattivire, incattiviti, 'ncattiviscie; a: incattivisce; f: incattivìo, incattivire.

0.2 Da cattivo 1.

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 2.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); f Fatti de' Romani, 1313 (fior.); Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.).

In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311.

0.7 1 Indirizzarsi verso il male, diventare perverso. 1.1 Sost. 1.2 Fig. [Con rif. a una pianta, a una sostanza:] perdere le proprie qualità, andare a male. 2 Indirizzare verso il male; rendere perverso.

0.8 Luca Morlino 26.03.2014.

1 Indirizzarsi verso il male, diventare perverso.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 53.173, pag. 312: passite ben o no immagrir, / che tu porresti incativir...

[2] f Bart. da San Concordio, Giugurtino volg., a. 1313 (tosc.), Cap. 1, pag. 121.18: e lo ingegno, del quale nulla cosa è migliore né più dignitosa nella natura degli uomini, eglino, per non curare e per pigrizia, intiepidire e incattivire lasciano... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed. Cfr. Sal., Bel. Iug., 2.4: «neque melius neque amplius aliud in natura mortalium est, incultu atque socordia torpescere sinunt...».

1.1 Sost.

[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 17, proemio, pag. 297.8: Le spezie d'invidia sono: tepiditade, mollezza, sonnolenza, oziositade, indugio, tarditade, negligenzia, imperfezione, o vero [im]perseveranza, lentezza, incattivire, dissoluzione, tracutanza, pigrizia, non divozione, tristizia, fastidio di vita, disperazione.

1.2 Fig. [Con rif. a una pianta, a una sostanza:] perdere le proprie qualità, andare a male.

[1] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 5, cap. 12, pag. 144.20: Anche invecchia molto tosto quest'arbore, e nella sua vecchiezza incattivisce e traligna.

[2] f Bibbia volg., XIV: La terra pianse, perocché il grano fu guasto, lo vino venne in confusione e l'olio incattivìo. || TB s.v. incattivire.

2 Indirizzare verso il male, rendere perverso.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 11, pag. 68.21: lo scrivere menova le forze, e lo leggere le dissolve, e lo [[scil. l'ingegno]] 'ncattiviscie.

[2] f Fatti de' Romani, 1313 (fior.): Ham. 67-5 - pag. 77.7: e essa medesima avarizia il corpo e l'anima forte e vertudioso indebolisce e incattivisce... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.