ANSIÉVOLE agg.

0.1 f: ansievole, ansievoli.

0.2 Da ansia.

0.3 f Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.): 1.

0.4 Non att. nel corpus.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Att. solo nelle redazioni di Valerio Massimo, per trad. del lat. anxius.

0.7 1 Caratterizzato da forte agitazione interiore e preoccupazione (per qsa). 2 Estens. Fatto a séguito di un forte desiderio (in genere destinato a risultare inappagato).

0.8 Diego Dotto 17.07.2014.

1 Caratterizzato da forte agitazione interiore e preoccupazione (per qsa).

[1] f Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.), L. IX, cap. 3, pag. 152r.27: L'ira altressì e l'odio ne' petti umani eccitano grandi tempeste: l'ira più veloce per correre, l'odio più pertinace per desiderio di nuocere, l'uno affetto e l'altro pieno di zuffa e mai non è ch'elli sia violento sanza tormento di sé, però che dolore pati[s]ce quando ad altrui dolore far vuole, per l'amara sollecitudine ansievole, temendo che lla vendetta non vegna fatta. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Val. Max., IX, 3, 1: «amara sollicitudine ne non contingat ultio anxius».

[2] f Valerio Massimo (red. V1, ed. Lippi Bigazzi), a. 1336 (fior.), L. IX, cap. 3, pag. 65v.47: però che sostiene doglia (ch. a) quando altrui la vuole fare, per amara sollicitudine ansievole che la vendetta non vegna fatta. || DiVo; l'ed. inclusa nel corpus legge «arrischievole»: cfr. Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 9, cap. 3, pag. 627.4.

[3] f Valerio Massimo (red. V1, ed. Lippi Bigazzi), a. 1336 (fior.), L. IX, cap. 12 strani, pag. 69v.49: Tormentinsi li miseri, a' quali è più utile morire che vivere, con <non> pauroso e ansievole consiglio, con quale ragione escano de la vita coloro che 'l cercano... || DiVo; l'ed. inclusa nel corpus legge «arrischievole»: cfr. Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 9, cap. 12, pag. 664.2; cfr. Val. Max., IX, 12.ext., 1: «in trepido et anxio consilio».

2 Estens. Fatto a séguito di un forte desiderio (in genere destinato a risultare inappagato).

[1] f Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.), L. IX, cap. 4, pag. 154v.9: l'avaritia di Tolomeo, re di Cipri, [è] da seguitare con riso e scherne: però che, con ciò fosse cosa che con ansievoli sozzure avesse raunate grandi ricchezze... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Val. Max., IX, 4.ext., 1: «anxiis sordibus».