ARROSSAMENTO s.m.

0.1 f: arossamento.

0.2 Da arrossare.

0.3 f Valerio Massimo (red. V2), c. 1346 (tosc.): 1.

0.4 Non att. nel corpus.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Rossore del viso. Fig. Sentimento di vergogna o pudore.

0.8 Diego Dotto 15.09.2014.

1 Rossore del viso. Fig. Sentimento di vergogna o pudore.

[1] f Valerio Massimo (red. V2), c. 1346 (tosc.), L. II, cap. 4, pag. 60v.16: La vergogna di questi due aguzzoe la loro virtù, per lo cui arossamento (ch.) commossi, veghiarono con tutte le loro forze in essere valorosi... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Val. Max., II, 9, 9: «rubore enim eius excitati».

[2] Gl f Chiose a Valerio Massimo (D - L. I-V), c. 1346 (tosc.), chiosa l [II.1.6], pag. 33r.7: E dice «questa vergogna», ciò è 'onesto arossamento'... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; commenta Valerio Massimo (red. V2), c. 1346 (tosc.): «Questa vergogna fu tra marito e moglie».

[3] Gl f Chiose a Valerio Massimo (D - L. I-V), c. 1346 (tosc.), chiosa [II.9.9], pag. 60v.6: (arossamento) Vergognarsi del fallo. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; commenta 1 [1].