INSIDIA s.f.

0.1 ensidia, ensidie, insidia, insidie, insidij, 'nsedie, 'nsidia, 'nsidie; f: ensidio, insidii.

0.2 Lat. insidia (DELI 2 s.v. insidia).

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.); Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.); Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Anche s.m. (ensidio, insidii).

Att. prevalentemente al plur. sul lat. insidiae.

Locuz. e fras. fare insidie 1.1.1, 1.1.2; mettere insidie 1.1, 4; porre insidia 1.1; porre le insidie 1, 4; portare insidia 1.1; sedere in insidie 1.1; sedere nelle insidie 1.1.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Nei volgarizzamenti spesso usato in dittol. o glosse con agguato, equivalente volg. del lat. insidiae.

0.7 1 Aggressione improvvisa, di norma preparata con l'inganno o ricorrendo a uno stratagemma, che coglie di sorpresa la parte offesa; agguato. [In partic.:] imboscata. 1.1 Macchinazione tesa a procurare con l'inganno un danno. 2 Estens. Circostanza o situazione che può provocare un danno. 3 Estens. Chi rappresenta un pericolo. 4 Estens. Mezzo attraverso cui si ordisce un agguato. [In partic.:] trappola (per catturare animali). Mettere, porre insidie.

0.8 Diego Dotto 17.07.2014.

1 Aggressione improvvisa, di norma preparata con l'inganno o ricorrendo a uno stratagemma, che coglie di sorpresa la parte offesa; agguato. [In partic.:] imboscata.

[1] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 543, pag. 345: Lu Timore respuseli, disse: «Chy çe mo gia / per dicerlo al Re forte, / ka denturnu s'assedia, sede ensidie na via, / et è la obscura nocte?»

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 8, vol. 1, pag. 142.11: cun chò sia cosa que issu Meviu spissi volti avissi fatti excellenti batalgi in la guerra Antuniana, fu pilyatu desavidutamenti per insidij di li inimici et fu menatu in Alexandria ad Antoniu.

[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 26, pag. 164.2: solo se n' andava infino alle porti del palagio del suo padre, non dubitando d' alcun fiero animale, o d' ombra stigia, o d' insidie di ladroni...

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 2, pag. 53.31: Quelli ancora, se ne cacciàno alcuni per l'ombra della notte obscura e comovemo per tutta la città con insidie e aguati... || Cfr. Aen., II, 420-421: «per umbram / fudimus insidiis».

[5] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 86, pag. 345.13: Ancora [[le volpi]] vanno di notte imperciò che in cotale tempo possono meglo ordinare l'ensidie che in chiara luce.

[6] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. II, pag. 507.13: ma la rondene non ha insidie dali omini, perché è umele...

[7] f Deca terza (B), L. I-II, XIV m. (tosc.), L. II cap. 29, vol. 2, pag. 72.11: Questo tumulto sentì Fabio; ma egli altresì estimando queste essere insidie, ed avendo in orrore la zuffa notturna, i suoi ritenne dentro al campo. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[8] Gl Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 7, 30.1, pag. 456.3: Dice ancora che vi sono i Tradimenti co' ferri occulti, e le 'nsidie, cioè gli aguati, con giusta apparenza...

[9] f Frontino volg., a. 1381 (bologn.), L. I, [cap. 5], pag. 15r.1: poi che [[li Romani]] ebbero refferito a Fabio tutto quello che avevano trovato, esso tenne la soa gente nel campo per tema d'insidie... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[10] Contemptu mundi (I), XIV sm. (tosc.), cap. 19, pag. 98.14: El porco salvatico della selva tende le insidie e gli agguati, una fiera sola si pasce della terra... || Cfr. De contemptu mundi, I, 19: «Insidiatur aper de silva».

- [In contesto fig.].

[11] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 3, pag. 104.29: non altramente fremendo che il leone libico poscia che nelle sue insidie scuopre i cacciatori...

[12] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 3, cap. 25, pag. 311.24: Queste [[buone operazioni]] ancora sono quelle, che, acompagnandoci, ci fanno sicuri nel secondo dubio e ci difendono dalle insidie e assalimenti de' ladroni e feroce bestie, che per questo dubioso camino stanno in aguato per rapire e divorare l' anime che di questo mondo si partono.

- Porre le insidie.

[13] Cavalca, Atti Apostoli, a. 1342 (pis.), cap. 25, pag. 140.19: volendo quindi andare in Siria, certi Giudei posero le 'nsidie nella via.

[14] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 36, pag. 297.15: Adunca quillo re Acasto, bisavolo de lo decto Pirro, aveva cachato et exulato violentemente de lo ryamo de Thesalia lo decto re Peleo, avo paternale de lo decto Pirro, e no de meno aveva posto et ordenato le insidie et aguayto suo per occidere Pirro, che no potesse scampare le mano soe. || Cfr. G. Colonne, Hist. dest. Tr., p. 263: «suas posuerat insidias».

1.1 Macchinazione tesa a procurare con l'inganno un danno.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De die iudicii.344, pag. 208: I godheran sempruncha in l'eternal verdura, / In paradis mirabel, in quella grand dolzura, / O mai no è invidia ni doia ni tristitia, / Besogn ni anc insidia ni guerra ni pagura; / Ma gh'è verax delitia, careza, pax, divitia...

[2] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 19, pag. 62.10: E dixe uno filosopho saviamente: «Ke [teme] tute li aguaiti e le insidie, no cade[rà] in alcuna».

[3] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 49, pag. 68.10: Le columbe significano li simplici homini di questo mondo, cioè quelli homini li quali non sanno machinare le insidie del suo frate...

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 17.95, vol. 3, pag. 287: Poi giunse: «Figlio, queste son le chiose / di quel che ti fu detto; ecco le 'nsidie / che dietro a pochi giri son nascose.

[5] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 17, 58-69, pag. 391, col. 2.3: Çoè lo vitioso vivere e idioma degli altri cortesani, li quai adovrerano contra ti invidiose insidie e pugne, ma infine seranno conusciude, onde tu n'averai onore et illi vergogna...

[6] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 1, pag. 32.13: oste nostro Enea, dì a noi dal primo principio l'insidie de' Greci, e li casi de' tuoi...

[7] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. I, pag. 502.26: Né un modo te convegnirà a tutti li anni: la pietta vechia vederà le insidie più da lonçi...

[8] f Cassiano volg. (B), XIV m. (tosc.), Collaz. XVIII, cap. 6, pag. 228.50: avvegnadio che 'l primo di questi due [[scil. san Paolo]] per necessità sia detto ch' andasse al diserto per fuggire le insidie e gli aguati de' suoi cittadini al tempo della persecuzione. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Cass., Conl., XVII, 6, 1: «adfinium suorum deuitat insidias».

[9] f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. I, [vv. 763-66], pag. 53v.3: enanti una vechia vederà le insidie et arguayti da lonçi, çò è che non farave una çovençella. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[10] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 17, 94-105, pag. 506.20: ecco le insidie; cioè li agguati della fortuna, che ti debbono uscire addosso...

[11] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 31.3, pag. 74: Se le vertù celeste favoreggia, / pò l'huom securo star, ben che da terra / s'apresti insidie o manifesta guerra...

- Fare insidie.

[12] f Deca quarta, a. 1346 (fior.), [X.12], vol. 6, pag. 465.10: tu la dovevi oggi lasciare andare, o in altro tempo indugiarla, acciò che di quindi si seguitasse se io a te, o tu a me per nuova e singolare generazione d'odio avessi insidiefatte. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

- Mettere insidie.

[13] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 12, pag. 53.29: et se tuti gli homi del mondo e hi cognossenti con quî chi no cognosse ghe metessan aguaiti e insidie per poer-ghe offender...

- Porre insidia, insidie.

[14] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 13.4, pag. 43: Socce tenebre de 'nvidia: - a onne ben post'ha ensidia; / de ben non ce arman vestigia, - sì la mente ha ottenebrata.

[15] f Deca quarta, a. 1346 (fior.), [II.33], vol. 5, pag. 158.21: E l'usanza sua suole essere di porre negli parlamenti insidie e aguati, e occuparli... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Liv., XXXII, 33, 11: «In conloquiis insidiari et captare».

- Portare insidia.

[16] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 267.30: Non voglia Dio che noi mai vogliamo agli atti delle laudabili donne portare insidia, o in alcuna cosa nel presente libro per nostre parole mancare a loro onore.

- [Nel linguaggio biblico:] sedere nelle (in) insidie: stare in agguato. || Per trad. di Sal., 9.29: «sedet in insidiis».

[17] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Sal 9, vol. 5, pag. 166.14: [29] Siede nelle insidie con li ricchi nelli luoghi celati, acciò che uccida li innocenti.

[18] f Giovanni da San Miniato, Moralia S. Greg., a. 1415 (tosc.), L. XXXIII, cap. 17, pag. 1332.19: Pertanto bene discrive il Salmista Anticristo medesimo dicendo: Sotto la lingua sua è fatica e dolore, e siede in aguato co' ricchi in occulto. Per la sua perversa dottrina la fatica e il dolere è sotto la sua lingua e per l'apparenzia de' miraculi siede in insidie. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

- [Prov.].

[19] ? Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 430, pag. 310: 207. Termine dimidia, / perch' è sanza insidia.

1.1.1 Fig. [Rif. all'azione del diavolo o sim.:] tentazione (allo scopo di mettere alla prova o far deviare da un det. codice etico o religioso).

[1] f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.), Collaz. VIII, cap. 17, pag. 139v.8: Et non potendo neente contra di lui, questo cotanto prode fecero quelle cotante et cotali insidie et aguati contra lui operate con tucta l'arte magica... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Cass., Conl., VIII, 18, 2: «tales tantaeque eorum insidiae».

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 43, pag. 226.9: Nasce e viene ancora questa corruzione per tentazione e insidia di demonî, mettendo le male tentazioni e gli errori ne la mente tua.

[3] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 4, vol. 1, pag. 45.36: per li quali se saranno trovati disviare da la fede cattolica almeno in uno articulo, et per essi ammoniti di pastorale constume, lassate le 'nsidie del tenebroso diavolo, non vorranno conoscere lo Dio della luce...

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 4, pag. 17.14: Et se Adam per lo so' pocho seno no havesse voluo trahir sì meesmo, chomo serav'-el possuo fir inganao dal dyavol sença recever né colpo né feria, quando con tuti hi so' mangani e inçegni da combater e armao d'ogni insidia el combatè Iob e no 'l poè vencer né superchiar, perché Iob e fo savio e se volse ben guardar?

[5] Gl f Zanobi da Strada, Moralia S. Greg., a. 1361 (tosc.), L. III, cap. 17, pag. 112.3: le insidie, overo gli aguati de' vizii molte fiate prendono facce di virtudi. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[6] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 19, pag. 190.8: pregote che tu me digi s' elli sostenem alcunne insidie da li demoni...

- S.m.

[7] f Zanobi da Strada, Moralia S. Greg. volg., a. 1361: Non avendo noi queste virtudi di presente, noi semo aperti agl'insidii de' nostri nemici. || TB s.v. insidio; l'ed. inclusa nel corpus DiVo legge «insidie»: cfr. f Zanobi da Strada, Moralia S. Greg., a. 1361 (tosc.), L. XI, pag. 467.

[8] f Accio Zucco, Esopo versif., XIV ex. (tosc.-ven.), 36b.13, pag. 417: De l'inimicho sempre sta solicito / Per condur l'uomo al'enfernal astidio. / Escempio dela mula te fia licito, / Che non teme dela moscha l'ensidio. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

- Fare insidie.

[9] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 28, pag. 188.7: Poi ch'Elli àe decto che porrebbe inimicitie intra la femina et lui et lo seme, et che schiaccerebbe lo capo suo, pone questa pena, come lo demonio arebbe nimistà et insidiefarebbe al calcagno suo.

1.1.2 Fig. [In partic. con rif. alla seduzione:] attrazione con lusinghe e allettamenti.

[1] Disputatio roxe et viole, XIII (lomb.), 299, pag. 111: Tu pari sì temporia quando s'alonga lo dì, / perzò no me pare tu sie cortexe nè avenente, / plena tu e' d'insidie per inganà la zente...

- Fare insidie.

[2] f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. I, [vv. 133-34], pag. 20v.1: [38] Questa è la conclusion del so entendimento, çò è che da quello costume li sollenni palaçi fo insidiosi e insidie ale belle donne [e] ancora sì è insidiosi e procaçenti d'avere le belle donne. «Insidiar» sì è 'occultamente procaçar alguna victoria', sì de inimisi como de alguna donna che l'omo desira de volere avere in soa balia etcet.. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[3] Gl f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. II, [vv. 593-96], pag. 78r.40: Qua dise Ovidio: io ho vedado çò che dico, e Dione, çò è Venus, compresa en lo furto, over adulterio, et così lo vieda anche ella a dar, over far, quelle ensidie, over arguayti, li quali ella sofrì; unde voy, amadori, non disponì li laçi ali rivale... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

1.1.3 Estens. Fig. Azione perfida.

[1] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. III, pag. 542.19: Açonçi che le ensidie è da lonçi dali sacri poeti e la nostra arte conven ali suo' costumi. || Cfr. Ov., Ars am., III, 539: «quod insidiae sacris a vatibus absunt».

2 Estens. Circostanza o situazione che può provocare un danno.

[1] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 4, par. 2, pag. 94.26: Chi non sa ancora che il mare è pieno d' insidie?

3 Estens. Chi rappresenta un pericolo.

[1] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 471, pag. 342: Quando le guardie sentelo, ke vennero a la porta, / disse: «Non ve adpressete, / cha par che sciate insidie. Faceste via ennascosta, / tucte pallede sete».

4 Estens. Mezzo attraverso cui si ordisce un agguato. [In partic.:] trappola (per catturare animali). Mettere, porre le insidie.

[1] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 3, cap. 15, pag. 156.11: lo qual per questo orso era molto onorato e nominato, posero le insidie un giorno ed uccisero il predetto orso di Florenzio.

[2] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 18, pag. 126.13: Io non vedea né monte né valle alcuna, che io, da molti e da lui accompagnata, quando le reti portando, e quando i cani menando, ponendo insidie alle selvatiche bestie...

[3] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 15, pag. 180.3: lo qua per questo orso era monto nominao, misen insidie e aguati e ocisen l' orso predito de Florencio...

- Fig. Mettere insidie.

[4] f Frontino volg., a. 1381 (bologn.), L. III, [cap. 11], pag. 67v.2: Alcibiades contra li Bisançi, li quali stavano dentro dale forteççe, mise insidie... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Fr., Strat., III, 11, 3: «insidias disposuit».

- Fig. Porre le insidie.

[5] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 9, pag. 40.19: Ecco che 'l demonio incontanente ti pone le 'nsidie.

[u.r. 31.08.2016]