PERTINACIA s.f.

0.1 pertenacia, pertinacia, pertinatia, pertinazia.

0.2 Lat. pertinacia (DELI 2 s.v. pertinace).

0.3 Stat. prat., 1295: 1.1.

0.4 In testi tosc.: Stat. prat., 1295; f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.); Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.); Stat. fior., 1335; Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.).

In testi mediani e merid.: Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Proprietà di ciò che dura nel tempo, rimanendo inalterato. 1.1 Valido sostegno. 2 [Con connotazione pos.:] qualità di chi persevera con assiduità e convinzione (in un comportamento, un'azione, un proposito, un'opinione). 2.1 Strenua resistenza. Estens. Valore militare. 3 [Con connotazione neg.:] qualità di chi perdura o specif. si ostina con eccessiva caparbietà (in un comportamento, un'azione, un proposito, un'opinione, di norma irrazionali o inopportuni). 3.1 Estens. Opinione fallace in cui si crede ostinatamente. 3.2 [Dir.] Estens. Condizione di chi non attende a una disposizione da parte di un'autorità.

0.8 Diego Dotto 15.09.2014.

1 Proprietà di ciò che dura nel tempo, rimanendo inalterato.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 2, vol. 1, pag. 160.25: Ca un pocu plù bellamenti se vincinu li iniurij per beneficij ca ricompensanduli cun pertinacia di avicindivili odiu.

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 10, vol. 2, pag. 295.19: Fu riputata crudelissima cosa e disusata, però che simile cosa più occorsa non era nella lunga triegua e pertinacia della detta guerra.

1.1 Valido sostegno.

[1] Stat. prat., 1295, pag. 449.5: Anche ordinamo, p(er) honestade religiosa e pura e p(er) buono exemplo e per spengnime(n)to d' ogni cagione o vista che potesse mutarsi in vitio o potesse dare alcuno aiuto o movime(n)to o p(er)tinacia alle me(m)bra della sup(er)bia e d' ogni vano honore e curioso, che neuno di q(ue)sta Co(m)pagnia debbia portare vestime(n)ti troppo vistosi di colore, nè di vistosi (e) nuovi (e) leggiadri tallii, nè con alcuno vano orname(n)to...

2 [Con connotazione pos.:] qualità di chi persevera con assiduità e convinzione (in un comportamento, un'azione, un proposito, un'opinione).

[1] f Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.), L. III, cap. 2, pag. 44r.31: Ma Grecia, piena di parole di sue laude, con voce di lettere infigge alla memoria di tutti i secoli Cinnegro Ateniese, il quale simile pertinacia usoe in perseguitare i nemici. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Val. Max., III, 2, 22: «simili pertinacia».

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 5, vol. 2, pag. 130.10: La virtuti di lu quali li iniurij non la ruppiru, ma la aguzaru plù ca per certu issa la nota di sua repulsa lu remenau plù ardenti a li comicij, a zò que issu vincissi lu populu con pertinacia, lu quali issu non avia pututu moviri per splenduri di nobilitati, nìn per virtuti d'animu.

[3] f Chiose a Valerio Massimo (D - L. I-V), c. 1346 (tosc.), chiosa x [III.2.14], pag. 69v.15: Io [[scil. Catone]] non operava con tanta pertinacia per vivere libero, ma per vivere tra liberi... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[4] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 81, pag. 700.19: e passando la notte per Valdinievole se ne vennono a Vinci e lLampolecchio, luoghi fertili e abondevoli di vittuaglia per li uomini e per li cavalli, e trovarono il paese non isgombro per la pertinacia de' nostri contadini, che no· vogliono per bando o per minacce a lloro signori ubidire.

2.1 Strenua resistenza. Estens. Valore militare.

[1] f Deca quarta, a. 1346 (fior.), [II.15], vol. 5, pag. 125.16: ma la continua oppugnazione a quella da' Romani data, la quale né di dì né di notte calava, imaginando il consolo, che in quello che quivi primieramente le romane armi operassero e che coloro non l'avessero sostenute, si volgessero tutti gli animi de gli altri di Tessaglia, vinse la pertinacia de' Macedoni. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Liv., XXXII, 15, 2: «oppugnatio continua [[...]] vicit pertinaciam Macedonum».

[2] f Valerio Massimo (red. V2), c. 1346 (tosc.), L. III, cap. 2 strani, pag. 74v.6: però che, messosi [[Leonida]] con ccc cittadini (ch.) apo Termofila (ch.) incontro a tutta Asia, recò però pertinacia di virtù ad ultima disperatione (ch.) quello Serse... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Val. Max., III, 2.ext., 3: «pertinacia uirtutis».

3 [Con connotazione neg.:] qualità di chi perdura o specif. si ostina con eccessiva caparbietà (in un comportamento, un'azione, un proposito, un'opinione, di norma irrazionali o inopportuni).

[1] f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.), Collaz. II, cap. 24, pag. 40r.16: Il quale per l'ostinatione et per la pertinacia dela mente sua, assentendo magiormente ale sue propie diffinitioni ch'alli ordinamenti de' maggiori, sança dubbio vi dee ben ricordare a che fine el conducesse el suo proponimento... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Cass., Conl., II, 24: «obstinatione et pertinacia mentis suae».

[2] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 9, cap. 6, par. 10, pag. 177.22: Ma noi, i quali cerchiamo che possa essere lo vero, siamo apparecchiati di contastare sanza pertinacia, e d' essere contastati sanza niuna ira.

[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 397.3, pag. 242: Non èe fallo, ma cade en abomino / e maçor monstro che vicio si pande, / dove la pertinacia èe tanto grande, / che l'omo creça aver senno divino...

[4] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 32, pag. 556.23: In questa parola puoi denotare la pertinacia di costui.

[5] f Deca quarta, a. 1346 (fior.), [II.3], vol. 5, pag. 107.22: che essi molto meglio quello ch'essi volevano impetrarebbono con modestia, che con pertinacia e con divisione. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Liv., XXXII, 3, 7: «modestia facilius quam pertinacia quod velint impetraturos».

[6] f Chiose a Valerio Massimo (C - L. III-IV), c. 1346 (tosc.), chiosa oo [III.8.ext.2], pag. 58r.10: Discrive li costumi di Focione per provare che questa fermezza e perseveranza da solo bene procedea, non da pertinacia e durezza. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[7] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 38, pag. 93.18: E, come Moise vide la loro pertinacia, gettosse in orazione e pregò Dio che li punisse.

[8] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 29, pag. 8: Tornamo ad re Manfreda; colla soa pertinacia / Non temendo la Ecclesia, standoli in contumacia, / Et similemente al celo standoli in desgratia...

[9] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1378/81] 31, pag. 388.23: Che volle dire santo Bernardo altro che quella letizia non procedeva dallo Spirito Santo, ma dalle demonia, e che la loro non era costanzia ma pertinacia e dureza di cuore?

[10] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 10, 31-39, pag. 282.39: et in questo si dimostrano la pertinacia e la rebellione che sono delle figliuole della superbia, e compagne dell'eresia...

3.1 Estens. Opinione fallace in cui si crede ostinatamente.

[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IX (ii), par. 69, pag. 512.9: sì come noi al presente veggiamo in questi, li quali tengono che da Celestino in qua alcun papa stato non sia, de' quali oltre a seicento, in questa pertinacia perseverando, sono stati arsi.

3.2 [Dir.] Estens. Condizione di chi non attende a una disposizione da parte di un'autorità.

[1] Stat. fior., 1335, cap. 12, pag. 21.14: Et se alcuno Guelfo de la città di Firenze, richesto più et più volte, sanza giusta et convenevole cagione, fosse pertinace, et ricusassesi di venire et ragunarsi con li altri Guelfi a richesta de' capitani, sia licito a detti capitani di proporre tra' p[r]iori e' XIIII della credenza la pertinacia et contumacia del predetto.