0.1 psetro, sceptri, sceptro, scetro, scettri, scettro, septro, septru, settro; f: sciettro.
0.2 Lat. sceptrum (DELI 2 s.v. scettro).
0.4 In testi tosc.: f Eroidi volg. (Gadd.), a. 1325 (fior.); Armannino, Fiorita (04), 1325 (tosc.); Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?); Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.).
In testi sett.: Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).
In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).
0.5 Locuz. e fras. scettro reale 1.
0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.
0.7 1 Bastone, di norma lavorato, simbolo del potere sovrano, in partic. del re, o più generalmente della massima autorità politica o militare. 1.1 Fig. Potere di agire su o influenzare (qsa). 1.2 Fig. Discendenza, progenie.
0.8 Diego Dotto 30.07.2014.
1 Bastone, di norma lavorato, simbolo del potere sovrano, in partic. del re, o più generalmente della massima autorità politica o militare.
[1] Armannino, Fiorita (04), 1325 (tosc.), pag. 397.5: Uno sceptro havea nella sua mano ritta, et una ritonda palla nella sinistra.
[2] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 7, ott. 99.4, pag. 213: Non son re tutti quelli a cui vedete / corona o scettro o vesta imperiale; / assai fiate udito già l'avete: / re è colui il qual per virtù vale, / non per potenza...
[3] Gl Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 11, 36.7, pag. 615.12: [lo scettro]: la verga reale.
[4] f Deca quarta, a. 1346 (fior.), [I.11], vol. 5, pag. 33.9: A costoro furono altresì dati grandissimi doni ch'essi portassero al re Massinissa: ciò furono, vassellamenti d'oro e d'argento, ed una toga purpurea, ed una gonnella palmata, ed uno scettro d'avorio... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Liv. XXXI, 11, 11: «cum eburneo scipione».
[5] Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), pag. 168.13: Quello fu grande frutto d' invidia, però che, giurando elli per scettro che Briseis non era mai toccata da llui, e' non pensano che i dèi siano scettro.
[6] Gl Comm. Rim. Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 95, pag. 633.15: «Sceptro» è la verga reale.
[7] Gl Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 19, par. 2, vol. 2, pag. 52.22: Et intandu prisi Iesu Cristu et flagellaulu a la columpna di lu balcun di lu palaciu, et fichili mectiri, poi ki fu zuctatu, una curuna di spini in testa et una canna in manu, a modu di virga reali oy septru...
[8] Gl f Bonsignori, Metam. Ovid., 1375-77 (umbr.-tosc.), L. V, cap. 17, pag. 278.17: nondimeno ella era regina ed avea el scettro in mano cioè la verga reale". || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[9] f Giustino volg., c. 1391-96 (fior.), L. XLIII, pag. 5053.22: In quelli tempi ancora i re portavano aste per corone, le quali i Greci chiamarono 'sceptro'. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[10] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 1, par. 28, comp. 4.5, pag. 72: Lo qual [[Giove]], diposto suo sceptro verace, / in forma d'albo toro nela greggia / de Sidonia se mette, e lí passeggia / humile, mansueto e pien de paçe.
- Scettro reale.
[11] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 74, pag. 457.12: Ma la terza Filocolo non sapea divisare che colore il suo vestimento si fosse, ma adamante l' assimigliava; e questa sotto il sinistro piede volta uno ritondo pomo grossissimo, nel quale la terra, il mare e i regni sotto diversi climati erano disegnati, ogni cosa riguardando con igual viso, tenendo nella destra mano uno scettro reale...
- [In contesto fig.].
[12] f Eroidi volg. (Gadd.), a. 1325 (fior.), Ep. IV [V] (Enone a Paride), pag. 4.62: [85] Io sono bene dengnia e grande volontà ò d'essere molglie d'uno alto huomo e possente: io ò assai belle mani per portare uno sciettro. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[13] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 415.6, pag. 251: Eo formo Amore che corona porti / cum quatro ali, blancha vesta di flore, / e 'l suo manto de diverso colore, / d'ambyduy lati teli accuti e forti; / en la man mancha l'arco a capi torti / e ne la dritta lo septro d'onore...
1.1 Fig. Potere di agire su o influenzare (qsa).
[1] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 234.5, pag. 150: O Çovanni apostolico benegno, / se nostra guerra vòi vinçer per certo, / che gli lonbardi conoscano aperto / lor grande sisma e spirito malegno, / e 'l septro e la virga e l'onore degno, / ch'è ne la Glesia da Cristo conperto: / mandaçi il tuo figluolo, re Roberto, / coronato de l'ytalyco regno.