RICUÒCERE v.

0.1 recuoserlo, richuocha, richuocie, richuoscere, ricocesse, ricociendo, ricosse, ricotta, ricotte, ricotti, ricotto, ricuocere, ricuocersi, ricuocha, ricuoci, ricuocono, riquocie; a: ricossele.

0.2 Da cuocere.

0.3 Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.): 3.1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); fCassiano volg. (A), XIII ex. (sen.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); a Lucano volg., 1330/1340 (prat.).

In testi sett.: Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

0.7 1 Sottoporre a temperature elevate; seccare o consolidare per prolungata esposizione ad una fonte di calore. Anche pron. 1.1 [Rif. alla lavorazione di vasellame:] cuocere e seccare in una fornace. 1.2 [Metall.] [Rif ad oggetti di metallo:] sottoporre a nuova fusione. Anche in contesto fig. 1.3 [Metall.] [In contesto fig.:] Raffinare attraverso la cottura. 2 Sottoporre ad una prolungata immersione in un liquido bollente. 2.1 Gastr.] Cuocere o bollire una seconda volta. 3 [Med.] [Rif. ai liquidi corporei:] trasformare per mezzo del calore interno. 3.1 [Rif. all'azione del caldo sul cibo ingerito:] decomporre e trasformare, e rendere assimilabile nella digestione. Estens. Digerire. 3.2 Fig. Assimilare mentalmente.

0.8 Mariafrancesca Giuliani 16.04.2014.

1 Sottoporre a temperature elevate; seccare o consolidare per prolungata esposizione ad una fonte di calore. Anche pron.

[1] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 17, pag. 155.16: per cui il cielo, sí come nella sua Galassia si vede, cosí si ricosse; e simigliantemente ardendo la terra...

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 86, pag. 243.27: Ora fanno beffe di Scipione, perché non avea nel bagno larghe finestre per vedervi entro chiaramente, e perché non vi stava tanto dentro, che vi si ricocesse, e dicono, che fu rozzo... || Per probabile fraintendimento del testo originale, cfr. Sen., Ep., XI,86.11: «quod non in caldarium suum latis specularibus diem admiserat, quod non in multa luce decoquebatur et expectabat ut in balneo concoqueret

[3] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. IX [Phars., IX, 684-699], pag. 178.35: Quella terra pur èe sterile, e ' campi non abbondevoli d'alcuno bene ingenerano il veleno per la bruttura della gocciolante Medusa, e le crudeli rugiade del fiero sangue, le quali aiutoe il caldo, e ricossele dentro alle puçolenti harene. || Cfr. Phars. IX,691: «quos calor adiuvit putrique incoxit harenae».

[4] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 9, cap. 13, pag. 231.10: In sei staia d'uve mezze acerbe mischia staia due di mel ben trito, e fallo stare dì XL sotto i razzi del sole a ricuocersi. || Cfr. Palladio volg., XIV pm. (tosc.), X,13: «duos sextarios debebis infundere et sub solis radiis diebus quadraginta decoquere».

[5] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 2, cap. 27, ch., pag. 285.2: noi non veggiamo che la terra ch'è intorno al mare sia arsa e convertita in saline, ma è renosa e ricotta per lo caldo in pietrelle, e in ciò hae alcuna somiglianza con cosa arsa...

[6] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 11, cap. 30, pag. 283.5: nel tempo della Primavera sien lavorate, e doviamo cavare nell'Autunno quelle, le quali riempiemmo con semi la Primavera, acciocchè le terre si ricuocano per beneficio del gielo e del Sole.

- [Rif. all'azione del freddo].

[7] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 11, cap. 22, pag. 268.11: e poi l'uve riponi in vasi, ponendo di sotto pampani secchi quasi e ricotti dal secco freddo...

1.1 Seccare e consolidare in una fornace.

[1] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 340.4: E quando è colata 12 volte, tone e fanne palle grosse a modo d'una melarancia, e falle seccare, e quando sono secche mettile a ricuocere tra carboni o in uno rovente fornello tanto che siano bene ricotte per ispazio d'uno dìe e d'una notte, e sarà fatta la tua cenere per consolare le tue coppelle.

[2] x Arte del vetro, XIV ex. (fior.), cap. XXXV, p. 25: E anche la cenere del cerro è buona, ma vuole essere ricotta nel fornello.

- [Rif. metaf. al pensiero].

[3] f Ceffi, St. guerra di Troia, 1324 (fior.), L. 3: già hoe preso il consiglio, nella fornace ricotto, e in me medesima conosciuto. || Storia della guerra di Troia, p. 33.

1.2 [Metall.] Sottoporre a nuova fusione. Anche in contesto fig.

[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 7, pag. 316.40: Quivi venne tutto l'onore della falce e del vomero, e tutto l'amore del nido: e ricuocono l'antiche spade nelle fornaci, e già suona la tromba. || Cfr. Aen. VII, 635: «recoquunt patrios fornacibus ensis».

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 291.4, pag. 189: «La tua mente èe sì sucida / ch'el convien la ricuocha come fabra. / Non say tu che fuor de mi ben non abra, / ançi remane accetosa e mucida?

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 7, pag. 245.6: qui l'onore del vomaro, e della falce, qui ogni amore d'arratro venne; e ricuocono nelle fornaci le spade della patria.

1.3 [Metall.] [In contesto fig.:] raffinare attraverso la cottura.

[1] fCassiano volg. (A), XIII ex. (sen.), Collaz. 7, cap. 27, pag. 123v.6: acciò che come oro overo argento affinato, non avendo bisogno <d> d'alcuna purgatione penosa, li mandi a quella perpetuança. Onde dice: io ricocerò per affinare la scorça sua, et leverò via ogne tuo stagno... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed. Cfr. Collationes Sanctorum Patrum 7,27: «Et excoquam, inquit, ad purum scoriam tuam».

2 Sottoporre ad una prolungata immersione in un liquido bollente.

[1] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 26, col. 2.1: trita cioè la terça parte de una d. e fanne come alcocol e distilla nello occhio mattina e sera, e tosto sarà liberato; e prima fa' inpiastro sullo occhio con fieno greco e ross e poi ancho ricuoci nel vino, e ispeçialmente quando la infermità viene.

2.1 [Gastr.] Cuocere o bollire una seconda volta.

[1] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 169, pag. 173.14: E se alguno avese dolore antigo in lo pieto e quoxere questo fen griego cum la carnoxitè di datolli e po mescearge asè miele e recuoserlo da nuovo, perfina che 'l deventase spesso...

[2] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 6, cap. 97, pag. 318.29: Ed imperò è utile, se due volte si cuoce, e ciascuna acqua si gitti e si ricuoca con grasissima carne.

3 [Med.] [Rif. ai liquidi corporei:] trasformare per mezzo del calore interno.

[1] f Almansore volg. (ed. Piro), XIV in. (fior.), L. 3, cap. 12: lacte sì non è altra cosa ke sangue due volte ricotto e il bianco colore k'elli àe sì ll'àe per le mammelle ov'elli si cuoce. || Piro, Almansore, p. 217.

[2] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 2, cap. 7, pag. 133.22: e per meglio donare il chalore alora si parte quell'aqua dala forciella e si ne va per le vene che lla fisicha apella mezaraice, e quivi si riquocie. E quando ella è bene chotta, di quella partita che si quocie tenperatamente sì diviene sanghue, e si ne vae per le vene e per tutto il corpo...

[3] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 25, pag. 454.8: Poscia quella parte vantaggiata, ch'è ita al feghato, si richuocie e stilla di nuovo e il grassume di quella distillazione ne va al chuore e ivi si richuocie e distilla ancora di nuovo, imperò che ricociendo questo avanzo il chuore lo spande per tutte le menbra.

3.1 [Rif. all'azione del caldo sul cibo ingerito:] decomporre e trasformare, e rendere assimilabile nella digestione. Estens. Digerire.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 21, pag. 41.23: se l'uomo non è savio in temperar la volontade, mangia e bee di soperchio; per la qual cosa s'affoga il calore naturale, e non può ricuocere il cibo che è ito di soperchio nel ventre; e dacché non è ricotto non esce, anzi vi si corrompe entro...

[2] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 27.5: generravi opilationi ne le membra dentro, et impedirà di ricuocere lo cibo, et farà rema nel capo, et farà discendere omori crudi a' piedi, de quali si generrà grandemente gotte.

- Estens [Rif. al ciclo della nutrizione delle piante].

[3] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 2, cap. 3, pag. 136.7: E tutte le maggiori piante dirizzano le radici di sotto al luogo caldo della terra, ove il calore mescola meglio e ricuoce il nutrimento... || Cfr. Crescenzi, Liber rur. (ed. Richter), II, 3: «ubi calor melius commiscet et digerit nutrimentum».

3.2 Fig. Assimilare mentalmente.

[1] F Ceffi, St. guerra di Troia, 1324 (fior.), L. 12: quell'assalto, che nelle vicende non è ricotto con molto examinamento di consiglio, per sospignimento della superbia è menato subitamente a' fatti repentini. || Storia della guerra di Troia, p. 139.