DA prep./avv.

0.1 d', da, da·, da', da-, dad, dad', dag, dag', dagl, dagl', dagle, dagli, daglie, dai, daig, daj, dal, dal', dala, dale, dalgl', dalgli, dali, dall, dall', dalla, dalle, dalli, dallj, dallo, dalloro, dallu, dalo, dalu, dao, dar, day, dd', dda, ddalla, dea. cfr. (1.2 [4]) dab.

0.2 Lat. de ab (LEI s.v. ab). || La base de ad, proposta già da Diez, Etymologisches Wörterbuchs.v. a, non spiega in maniera convincente la complessa semantica di da e non è chiaramente convalidata né da riscontri dialettali e interlinguistici, né da prove documentarie (Svennung, Da; De Felice, Da, pp. 248-55; Giuliani, Da, pp. 109-12). Per de ab cfr. 0.5.

0.3 Glossario di Monza, X: 1.3.

0.4 In testi tosc. e corsi: Doc. prat., 1128; Doc. pis., XII pm.; Doc. colt., XII ex.; Doc. fior., 1211; Ritmo lucchese, 1213; Doc. montier., 1219; Doc. cors., 1220; Doc. sen., 1221; Doc. sang., 1228; Doc. aret., c. 1231; Doc. pist., 1240-50; Doc. mug., XIII m.; Lett. casol., XIII ex.; Doc. volt., 1306; Stat. collig., 1345; Doc. amiat., 1360; Doc. amiat., 1363.

In testi sett.: Glossario di Monza, X; Doc. savon., 1178-82; Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Doc. ver., 1214; Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Doc. venez., 1253; Esercizi padov., XIII m.; Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.); Doc. imol., 1260; Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Lett. mant., 1282-83 (?); a Doc. rag., 1284 (3); Stat. chier., 1321; Stat. trent., c. 1340; Lett. parm., a. 1341; Stat. vicent., 1348; Doc. bellun., XIV m.; Auliver, XIV c. s.d. (trevis.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Doc. udin., 1349; a Doc. ravenn., 1352; Supplica Fraglia Merzari, 1374 (vicent.); a Codice dei beccai, 1385 (ferr.); a Doc. zar., 1387.

In testi mediani e merid.: Formula di confessione umbra, 1065 (norc.); Doc. osim., 1151; Doc. molis., 1171; Doc. march., 1193; Ritmo cass., XIII in.; S. Francesco, Laudes, c. 1224 (assis.); Doc. folign., c. 1230; Ranieri volg., XIII pm. (viterb.); Miracole de Roma, XIII m. (rom.); Doc. castell., 1261-72; Doc. macer., 1287; Poes. an. urbin., XIII; Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.); Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Stat. tod., 1305 (?); a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.); Doc. perug., 1326; Stat. assis., 1329; Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Doc. orviet., 1334; Doc. ancon., 1345; Stat. viterb., c. 1345; Stat. casert., XIV pm.; Doc. spolet., 1360; Doc. orviet., 1339-68; Stat. eugub., 1368-a. 1378; Doc. fond., XIV uv.; a Apologhi reat., XIV; a Lett. calabr., 1388-91; Stat. Montecassino, XIV (luc.).

In testi sic.: Stefano Protonotaro, XIII m. (sic.); Stat. agrig., 1328; Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. palerm., 1343; Stat. catan., c. 1344; Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 La sequenza preposizionale de ab si attesta per la prima volta nel latino delle Formulae Andecavenses (n. 4, ed. Zeumer: «de ab odiernum diae»); LEI s.v. ab, col. 5. L'unica occorrenza volgare per dab compare in Ritmo cassinese, v. 70 («dab enitiu preparata», cfr. infra 1.2 [4]): si accoglie in proposito la lettura di Formentin, Poesia italiana, p. 91, che considera dab «forma volgare, con la consonante finale etimologica riemergente davanti ad inziale vocalica» a fronte della lezione d'ab enitiu del testo incluso nel corpus, da intendersi come sequenza che mescola volgare (d') e latino formulare.

Per panca da via > panca; porta da via > porta; da via> portico; uscio da via > uscio.

Locuz. e fras. da bere 1.3.1; da buon cuore 1.4.2; da buona fede 1.4.2; da fede 1.4.2; da guardare 1.3.5.1; da mangiare 1.3.1; da potere 1.3.3; da per sé 2.3.1; da per se medesimo 2.3.1; da se stesso 2.3; da via 2.1.2.1; da vivere 1.3.2; strada da 1; via da 1.

0.6 N Voce redatta sul corpus ridotto con integrazioni saltuarie dal corpus generale.

Numerose attestazioni per da compaiono già in doc. lat. del sec. VIII, cfr. «olive que novi […] da Gualistolo advinet» in un doc. del 723 rogato a Lucca (Larson, Elementi volgari, § 39a).

0.7 1 Marca il punto di avvio di un movimento di partenza, provenienza, allontanamento, distacco o distanziamento; introduce relazioni di origine e derivazione; determina l'espressione dell'idoneità ad un fine o ad una funzione, della convenienza, della consequenzialità e della necessità. 1.1 [Spesso in correlazione con a, prep. con valore spaziale:] determina il luogo da cui si sviluppa un moto di avanzamento (concreto o fig.). Definisce il punto iniziale di un'estensione misurabile. Estens. Indica il punto di avvio di un'azione. 1.2 [Spesso in correlazione con un sintagma prep. o un avv. rif. ad un punto finale:] introduce il punto di avvio di una fase formando determinazioni di tempo durative. 1.3 Introduce lo scopo e la specializzazione, l'idoneità, l'attitudine, la finalità e l'ambito d'uso preminente del referente determinato dal sintagma retto dalla prep. 1.4 [Con forme verbali passive:] introduce il complemento d'agente e causa efficiente (indicando il motore o lo strumento dell'azione). 2 Introduce il versante, l'area, la parte, il riferimento a cui qsa o qno è prossimo, aderisce o si avvicina; evidenzia il soggetto o l'oggetto di un'azione; introduce relazioni di appartenenza, specificazione, subordinazione, pertinenza e confronto. 2.1 [Nelle descrizioni di confini, pertinenze, margini e collocazioni, spesso in combinazione con parte, lato, canto, capo, piede, mano o con indicazioni rif. ai punti cardinali, per lo più evidenziando la contrapposizione spaziale tra punti e versanti distinti]. 2.2 [Con sost. che indicano divisioni cronologiche:] introduce un'indicazione di tempo determinato, anche iterativa. 2.3 [Con un pron. rifl.:] forma un complemento predicativo che enfatizza e focalizza il ruolo del soggetto verbale (coreferente) rappresentandolo come motore e artefice di una specifica azione.Da se stesso. 2.4 Introduce relazioni di appartenenza, specificazione e pertinenza, spec. con rif. ad un luogo, al suo contenuto e alla sua funzione.

0.8 Mariafrancesca Giuliani 16.12.2013.

1 Marca il punto di avvio di un movimento di partenza, provenienza, allontanamento, distacco o distanziamento; introduce relazioni di origine e derivazione; determina l'espressione dell'idoneità ad un fine o ad una funzione, della convenienza, della consequenzialità e della necessità.

1.1 [Spesso in correlazione con a, prep. con valore spaziale:] determina il luogo da cui si sviluppa un moto di avanzamento (concreto o fig.). Definisce il punto iniziale di un'estensione misurabile. Estens. Indica il punto di avvio di un'azione.

[1] Doc. savon., 1178-82, pag. 173.9: Qua(n)do ei adux(i) viro m(e)o da Ianua, costà sol. .iiii. dr. .i.

[2] Ritmo laurenziano, XII sm. (tosc.), 16, pag. 192: san Germano / -l destinoe d'esser sovrano / de tutto regno cristïano: / peroe venne da Lornano, / del paradìs dilitïano.

[3] Doc. cors., 1220, pag. 241.12: ciò che illo ave [[...]] da la via chi vane a la casa in suso...

[4] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 10 (38), pag. 238.13: supplichemo a cului da cui vene questo dono...

[5] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 49.30: dise Panfilo ala malvistrega, «ond'eu te prego qe la toa vose dibia andar da l'un al'autro.

[6] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 288.30: molte provincie e Roma foro exaltate et la honorata re publica fo triumphata de lo crudele imperatore, ka se teneano da morte essere venuti ad vita.

[7] Doc. pist., 1259, pag. 261.7: Mo(n)tano p(er) tuto i kapitali li quali sono i(n)scriti i(n) questo quaderno da quie i(n)dirietro ce(n)tinaia liiij e l. viij e s. viij.

[8] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 20.2: ché non faceano però tutte cose per forza, ma alquante ne faceano per ragione e per senno, cioè favellare, disiderare et altre cose che ssi muovono dall'animo.

[9] Lett. mant., 1282-83 (?), 4, pag. 17.19: et starò lì de qui a sabao prox(ime) che de' vegnì, et se da qui a lì no lo vendo sì me ne verò in Mantoa.

[10] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 35 parr. 1-4, pag. 142.3: Allora vidi una gentile donna giovane e bella molto, la quale da una finestra mi riguardava sì pietosamente...

[11] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 541, pag. 579: Quando essi da lo bagno, sì toste no mangiare...

[12] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 8, pag. 48.22: e venia kystu corvu da una silva ky era appressu...

[13] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 319, pag. 378, col. 2: anche delle stelle / che [so] lucide e belle [[...]] et vengu da oriente / et vaosenne in occidente...

[14] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 25, pag. 120.15: acomenççando da Yerusalem e po' per tuta Iudea e Samaria e Galilea e fin a l'ultima terra e derrera citae del mondo hi çessan pricando lo so' evangelio...

[15] Stat. collig., 1345, cap. 15, pag. 16.18: debbiano tucti e ciaschuni artefici dela decta arte [[...]] chiudere l'uscia dele boctighe loro [[...]] così nel dì dela sepoltura chome nel dì dele messe del decto morto, ciò è tanto che tornino dala chiesa.

[16] Doc. ancon., 1345, pag. 235.11: tucti li Venitiani da Grado infino ad Capri d'Argero ac tucti li altri Venitiani li quali possono navigare...

[17] Doc. perug., 1346, pag. 23.13: ei tre archora de mezzo ciaschuno de iij pieie, cioè el voitamento da l'una pilastra a l'altra...

[18] Doc. spolet., 1360, pag. 35.49: lu lunidì po' Passqua qua(n)no a(r)vene(m)mo da S(an)c(t)u Petru...

[19] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 5, pag. 22.21: Fece venire da sio paiese cinqueciento iannetti vestuti de giallo con longhe gamme, con garavellotti in mano.

- Via, strada da qsa (località di provenienza).

[20] Mattasalà, 1233-43 (sen.), pag. 32v.26: It. xxviij s. diè Buonamicho (e) Orlandino ali viari di Val di Pogne p(er) la serige. [[...]] It. x s. nela deta via da Pogne.

[21] Doc. fior., 1274-84, pag. 481.22: Conperamo [[...]] una peçça di terra chon vignia (e) pogio da Petorlese, posta ala Vale nel populo Sa· Michele a Valechie: j i detti conperatori (e) Ghalghano Vegnientte, ij istrada fiorentina (e) via da Monte Raoli...

[22] Lett. lucch., 1303, pag. 146.23: Unde lo ditto Petrino sì nd'a[n]dava p(er) la via da Bientina la maitina di Pasqua..

[23] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 54, vol. 1, pag. 80.17: el quale è ne la strada da Orgiale, per la quale si va ad Arezo...

[24] Libro segreto di Giotto, 1308-30 (fior.), [1320], pag. 473.7: uno pezo di terra co[n] meza casa arsa posta nel popolo di Santomè a Baroncieli a piè del Castelare, e confina co[n] la strada da Ripole...

[25] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 208.32: Començòse a la porta degl dicte mura enlla strada da santo Matheo.

[26] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 110 rubr., vol. 2, pag. 470.12: De la via da le Lame d'aconciare.

[27] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 256, vol. 2, pag. 430.2: la mastra porta e torre dal ponte a San Gallo, da la quale esce la strada da Bologna, e di Lombardia, e quella di Romagna...

[28] Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 153.26: don Ghualtieri chon chavalieri e pedoni si stettono dentro dal fosso, verso la strada da Ponte di Saccho.

- Fig. Introduce una condizione iniziale soggetta ad un mutamento.

[29] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 21.21: e ssì lli arecò umili e mansueti dalla fierezza e dalla crudeltà che aveano.

[30] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 229, pag. 37: [LVIII] L' omo k' è ben despos[i]tu da male è rretornatu...

[31] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 1, cap. 9, pag. 24.3: fine in tantu ky Xristu non fussi resus[cit]atu da morte in vita».

[32] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 1, vol. 1, pag. 148.18: placimi di viniri a Furiu Camillu: di lu quali cussì fu muderatu lu passaiu que issu fici da una grandi iniuria, la quali issu ricippi, a lu summu imperiu...

1.1.1 [Con verbi, agg. ed espressioni avv. che indicano separazione, divisione, distanziamento e selezione].

[1] Doc. molis., 1171, pag. 166.9: Qualunq(u)a h(om)o volsesse depa(r)tire ista eccl(esi)a da S(an)c(t)u Ioh(ann)e scì scia exco(m)municat(us).

[2] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 650, pag. 622: Mercé te clamo, iusto perdonador, / qe me defendi dal pessimo calor...

[3] Ritmo cass., XIII in., 16, pag. 10: Ajo nova dicta per fegura, / ke da materia no· sse transfegura, / e ccoll' altra bene s'affegura.

[4] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 120, pag. 528: vardaive da le femene, q' ele son vaire e grise.

[5] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), pag. 423.10: Volentera ol damoni tel consent a fare, perché do anime in quel fa pecare e da l'amor de Cristo i fa aluytanare.

[6] S. Francesco, Laudes, c. 1224 (assis.), 28, pag. 34: Laudato si', mi' Signore, per sora nostra morte corporale, / da la quale nullu homo vivente pò skappare...

[7] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 93.20: nascosimente da lo populo lo occisero.

[8] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 18.15: sì che appena puote discernere bene da male...

[9] a Doc. rag., 1284 (3), pag. 77.30: (e) este scanpato dala nave, (e) lu senza la bolentate dilu patruno...

[10] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 10, pag. 26: [III] Sacci de polve tollere la preta pretïosa, / Da homo sensa gratia parola gratïosa, / Da folle sapïentia, de la spina la rosa.

[11] Novellino, XIII u.v. (fior.), 67, pag. 283.2: perché terre si rubellavano da Roma...

[12] Auliver, XIV c. s.d. (trevis.), 50, pag. 511: Al bel guadangn, ch'eu n'ai, me'n pos percorger, / che cent se'n part da lui çença 'l son scorger.

[13] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 307, pag. 378, col. 2: Or no sai che un gran ventu / tucti da fondamento / quisto tempiu farria / scervicare una dia?

[14] Doc. orviet., 1334, docum. 24 agosto, pag. 175.21: uno capitano con C huomini a ccavallo, d' arme, vivi e netti da ogni paga morta di conestavili...

[15] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 1, pag. 338.24: ritenne sì e l' animo e la voce da l' ira...

[16] Stat. catan., c. 1344, cap. 9, pag. 40.7: Nì ecciamdeu poça livari da lu officiu ad alcunu officiali ordinatu per nui senza nostra providencia.

[17] Stat. palerm., 1349, pag. 42.7: Ki nullu ch[i]tadinu di Palermu n[ì] habitaturi di Thermini oy di qualuncata altra terra et locu poza nì digia extrahiri frumentu da la marina nì tutta la plagia di Thermini...

[18] Stat. casert., XIV pm., pag. 64.19: fia caczato dalu loco.

[19] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 8, pag. 151.24: oltre modo era trasformato da quello che esser soleva...

1.1.2 Indica l'origine, la provenienza e la derivazione.

[1] Doc. montier., 1219, pag. 47.3: tre omini de la co(m)pagnia, un di Burgo, un dal' Ispogio, un dalo Spedale...

[2] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 6 (21), pag. 235.18: e da se(n)no d(e)scend(e)rave elegere miglore (con)siglo...

[3] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 2.63, pag. 33: «Lo vostro amor, ch'è caro, / donatelo al Notaro / ch'è nato da Lentino».

[4] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 12.19: fece una citate la quale vocao Ylum, da lo nomo de lo patre.

[5] Lett. sen., 1265, pag. 402.23: sapiate q(ue) li uomini da Siena q(ue) sono in q(ue)sto luogho no mandaro in chomune messo al dietro dela fie(r)a di Sant'Aiuolo pasata sì chome soliono.

[6] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 36, pag. 64.14: «Da sapere è, ch'è da nulla obedienzia se ha da sé alcuna cosa...

[7] a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), I, 11.5, pag. 154: Da sene i(m)p(r)ima, questo è veritate, / inco(m)mencza om(n)e p(er)fecta caritate.

[8] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 6.46, vol. 3, pag. 89: onde Torquato e Quinzio, che dal cirro / negletto fu nomato...

[9] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 16, pag. 100.23: Kisti soy dischipuli solianu andare a portare acqua da unu puczu...

[10] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), Prol., pag. 5.6: zoè da Eneas, lu quali fu lu loru primu genituri, comu da ipsu happiru la prima radichi.

[11] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 29, pag. 141.31: [19] Da saver uxar le gran malicie d'i duri tyranni son insie le coronne de tanti martiri e de vergine.

[12] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 29, pag. 136.14: et non sirrà tantu periculu, si eu peru, oy sia mortu, quantu da ti, chi si homu di tanta autoritati et di tantu consiglu...

[13] Doc. ancon., 1372, pag. 240.9: nè de drappi de seta da Moree de le dicte parti overo contrate...

[14] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 26, pag. 225.5: Lo legato a queste paravole respuse, scrisse in una carta sole queste paravole: «Da buoni guerrieri buoni pattieri, da buoni pattieri buoni guerrieri...

- [Nelle designazioni onomastiche].

[15] Doc. prat., 1128, pag. 246.8: quanta ebe et tene Angnorello dal abate Sancti Miniati da Forentie.

[16] Doc. colt., XII ex., pag. 12.17: Rinucio da Monti due mogia.

[17] Doc. fior., 1211, pag. 23.16: It. <die> ci diè Buoni(n)ko(n)tro da pPopio s. xl di ssua mano tre dì a(n)zi k. Luglio...

[18] Doc. ver., 1214, pag. 249.22: Car(ta) como mes(er) lo Veskevo e lo Comun de Boolon se lagà e(n) s(er) Pegoraro dal Mercà Novo de quelle questione le quale igi aveva e(n)tro ssì.

[19] Doc. sang., 1228, pag. 59.6: di sopera est Fidança (e) dal'atro lato est Martino da Monti...

[20] Doc. aret., c. 1231, pag. 6.8: Iacobo da Casi XV lb.

[21] Doc. cors., 1260, pag. 59.33: Testes Truffecta da lLaço et Alb(er)tino fante da Pigna et Ianni Fontanasco et Ugolino da Pastino et Amoroso de Althia...

[22] Doc. imol., 1260, pag. 684.10: Maestro Bandino et Martino da Silustra ne dee dare s. XXXIII bo.

[23] Doc. sen., 1263, pag. 327.1: Alberto da Roncaruolo di Piasie[n]ça die dare viiii li. di p(ro)ve.

[24] Doc. venez., 1287, pag. 18.4: e dona Marchesina da Brosane.

[25] Doc. venez., 1310, pag. 68.18: ma no s'entenda de quelo que io laso ali percolatori ni a queli da ca' Sten que io l'è per dibito que io li de' dare...

[26] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 1, cap. 20, pag. 148.29: E essendo un dì a cavallo con alcuni da casa i Cerchi...

[27] Doc. cort., 1315-27, pag. 35.17: Omodeo de Bondì da Casale, sta a la Mucchia...

[28] Lett. parm., a. 1341, pag. 18.7: scrivo a Franchischino da Camporelle per le dite dinare.

[29] a Doc. ravenn., 1352, pag. 446.3: a Çuani de s(er) Ondedeo da Restino. Imprima: Çuani preditto, herede de s(er) Pedro da Restino...

[30] Doc. spolet., 1360, pag. 30.22: dey de co(m)ma(n)nami(n)tu de do(m)p(no) Salvi a Petri de Va(n)nucçu dalla Tho(r)re, lo quale li fici dare ad Ioha(nn)ictu de Fylippu da Egii, v copp(e) de grano.

[31] Doc. amiat., 1363, pag. 97.9: Prese[n]te Ba[r]tolomeo di La(n)do di Bonavita (et) Fra[n]cessc[h]ino di Geri (et) Angnolu da Matuciolu.

[32] a Lett. calabr., 1388-91, 1 [1388-90], pag. 31.16: Al mio dulcissimo patri Angilo di l'Agli da Firenzi in Pisa detur.

[33] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 5, pag. 20.22: Questa citate, como ditto ène, è signoriata dalli marchesi da Este...

1.1.3 [Con verbi che indicano acquisizione, richiesta o percezione di qsa che proviene dalla fonte introdotta dalla prep.].

[1] Doc. fior., 1211, pag. 36.22: lib. CIII (e) s. xv di veronesi, ke i tolle(m)mo da Qualterotto.

[2] Doc. montier., 1219, pag. 50.16: di no· rico(m)parare q(ue)lla cosa dala curte i(n) neuna guisa...

[3] Doc. sen., 1221, pag. 55.1: Ite(m) la t(er)ra che (com)prò da Grifolo, che l'à cu(m) filio Bertoldi i(n) iiii luogora.

[4] Doc. mug., XIII m., pag. 193.1: un paio di galline p(er) Natale (e) d. vi (e) t(er)ratico dela t(er)ra ke ttiene da noi (e) aitorio in t(er)zo anno xx ot xxx s.

[5] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 143, pag. 566: ki da Deu quer vendeta, elo la trovarà...

[6] Doc. ver., 1223, pag. 252.19: d'ona peça de t(er)ra cu(m) vigne ke zaso en la p(er)tine(n)cia de Lavagno, co(n)praa da mado(n)na Maza Clxxv lib.

[7] Doc. folign., c. 1230, pag. 176.20: Vasallu de Roçu de la terra la quale ave da monasterio de Sasovivo in loco qui dicitur Ursini...

[8] Jacopo Mostacci (ed. Antonelli), XIII pm. (tosc.), 19a.13, pag. 271: ma zo che è, da voi [lo] voglio audire...

[9] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 15 (58), pag. 241.8: Dala vostra signoria adoma(n)do licencia p(er) avere audientia.

[10] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1230, pag. 68: Ké multa bona recepisti / E da Deu no l'acognovisti.

[11] Doc. pist., 1240-50, framm. 2, pag. 62.14: It(em) mi de dare Genovese s. xxviii p(er) la guarnacia de ... che si tole da Cicalino.

[12] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 12, pag. 568.22: abbe responso da li soi dii et iectaosence vivo, ad cavallo, armato; et incontenente fo la terra reclusa...

[13] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 37.78, pag. 135: Sire, 'l mio core vole / e amore m'atalenta / che da me gioia senta / lo vostro cor, se dole...

[14] Stat. vicent., 1348, pag. 22.9: Che nissun debba chiamar da la botega del compagno alcuno compratore a la sua botega.

[15] Doc. udin., 1349, pag. 188.19: R. Magistro Niculuso Camerar marche IX da Lenart Bitus che fo chamerar lí inant dì primo di zenar.

[16] Doc. amiat., 1360, pag. 86.20: Ancho adimando la mia pa(r)te di XIIII fior. e q(u)ali ebe Binduccio da le rede di s(er) Rodolfo.

[17] a Doc. ravenn., 1372, pag. 453.24: carta. It(em) p(ro)pono (et) digo che 'l dicto Bene (in doma(n)dare da lui la d(i)c(t)a q(uan)ti(ta)de d(e) di(nar)i...

[18] a Codice dei beccai, 1385 (ferr.), Statuti, pag. 243.2: dibia in principio del sò officio una como i consiliari de la dicta scola [[...]] da qui vechi masari dibia scodere le rasone...

[19] Stat. Montecassino, XIV (luc.), pag. 86.16: poy de la messa (et) (com)mu(n)ione pete da tutti li fratre che p(re)gano Dio p(ro) sé, czò che Dio o(mn)ipotente leva de isso lu sp(irit)u de la sup(er)bia...

1.2 [Spesso in correlazione con un sintagma prep. o un avv. rif. ad un punto finale:] introduce il punto di avvio di una fase formando determinazioni di tempo durative.

[1] Formula di confessione umbra, 1065 (norc.), pag. 86.8: de o(mni)a m(e)a pecc(at)a k(et) io feci dalu battismu meu u(s)q(ue) in ista hora...

[2] Doc. osim., 1151, pag. 151.7: dedimus et tradedimus nos tibi [[...]] da mo (n)na(n)ti i(n) p(er)petuu(m) a poside(n)du(m)...

[3] Doc. march., 1193, pag. 202.17: (Et) isti denari .xx. libras deole Ioh(ann)es ad Plandeo ad oienantio da q(ui)stu Sami[k]eli prossimu ad .iii. ann(i) co(m)pliti...

[4] Ritmo cass., XIII in., 72, pag. 12: Bidand'abemo purgata, / dab [[ed.: d'ab]] enitiu preparata, / perfecta binja plantata, / de tuttu tempu fructata. || Lezione di Formentin, Poesia italiana, p. 91.

[5] Doc. fior., 1211, pag. 39.18: sì no p(ro)mise di dare p(er) pena d. IIII del'una [?] livra i(n)fino i(n) due mesi, (e) dai due mesi i(n)na(n)zi a vi d. l. qua(n)to fosse nosstra volo(n)tade..

[6] Doc. montier., 1219, pag. 47.8: (E) da questo p(ro)ximo kl. ian(uarii) ke viene i(n)na(n)zi no· debia essar chiamato signore né co(n)solo né camarlengo <né co(n)sillieri> neun di quelli ke avessero avuta q(ue)sta balia del comune da i(n)de a due anni k' elli esciara(n)no de la balia...

[7] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 108.14: Et da la citate facta fi ad lo cazamento erano de l'anni cclx.

[8] Ranieri volg., XIII pm. (viterb.), pag. 229.37: çò c'a llui e ale sue redi plaçerà da kie na(n)çi fare.

[9] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 93, pag. 58: Mai no firé plu toco d'infirmità alcuna. / Zamai da illó inanze no he sentir grameza...

[10] Poes. an. urbin., XIII, 24.4, pag. 591: Peccatore sono stato / dall'ura in qua kedd io fui nato...

[11] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 33, pag. 157.11: jntrau a la ecclesia, et cuntinuamenti stava pagurusu, et comu da ura jn ura aspectassi ki Deu lu dunassi in putiri di lu dimoniu pir lu piccatu ki avia factu.

[12] Stat. catan., c. 1344, cap. 2, pag. 29.12: chasquidunu tegna silenciu da lu sicundu signu di Vespiri fina a dicta Sexta di lu sequenti iornu...

[13] a Codice dei beccai, 1385 (ferr.), Statuti, pag. 237.32: Anchora mo' che çaschadum che vorà intrare in la scola o matricola innanci dicta dal dì ch'è da el nostro presente decreto de fino a uno mese prosimo che de' vignire...

[14] a Stat. bellun., 1398, pag. 64.2: infra uno mese proximo da questo presente...

1.2.1 [Seguito da agg. predicativi che identificano un'età o una caratteristica relativa].

[15] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 16, pag. 34.1: Onde qui ha un valletto che da teneretto è nutricato in mia magione, e hae sempre volentieri studiato...

[16] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VII, 8, pag. 483.21: per ciò che ella conosceva ben la sua figliuola, sì come cole' che infino da piccolina l'aveva allevata...

1.2.2 Introduce l'elemento iniziale di una lista o di un insieme.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 20, pag. 35.25: venimo a li animali: [[...]] e trovamo mòvare a passo a passo e·lli animali da lo meno nobele al più nobele...

[2] Stat. mess., c. 1338, pag. 61.14: et vogla mandari carni morta a vindiri da l'una buchiria in l'autra...

[3] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 488, pag. 113: Tucto lo grano de Aquila, quello dentro et da fora, / Tucto fo scricto, dallo gentile allo menore...

1.3 Introduce lo scopo e la specializzazione, l'idoneità, l'attitudine, la finalità e l'ambito d'uso preminente del referente determinato dal sintagma retto dalla prep. || Da introduce la funzione, l'idoneità e la finalità intrinseca, idea che si sviluppa da quella più generale dell'origine e provenienza.

[1] Glossario di Monza, X, pag. 41.21: paramento da missa...

[2] Doc. pis., XII pm., pag. 5.5: In legname da colonne dr. xiii. Ad Amico sol. xxv.

[3] Doc. savon., 1178-82, pag. 173.24: una tola da seder (et) enapo .j. (et) pectini .ii. da oral (et) altro peiten da binde...

[4] Doc. pist., 1240-50, framm. 6, pag. 65.2: Ebi anche da Tebaldino <v ce[n]tinaia>, di guado, l. ccccl neto. P. l. iij e s. v, che (n)d'ebe xx bracia di pano da frati p(er) s. xiij la ca(n)na. P. l. v lo Copia a Tebaldino p(er) meie...

[5] Doc. imol., 1260, pag. 685.18: ave pegno una pianala di porpore da prete, avene uno ko. per mano de Bonagracia.

[6] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 453, pag. 19: Novembre á pïá in man un cortel da beché...

[7] Lett. mant., 1282-83 (?), 1, pag. 13.18: e li feri da cavali per XX l(ire)...

[8] a Doc. rag., XIII u.q. (3), pag. 80.20: (e) plumasi V da man...

[9] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 5.10, vol. 1, pag. 78: e quel conoscitor de le peccata / vede qual loco d'inferno è da essa...

[10] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 36, pag. 9: Et radunare fece tucta la soa gente / Da cavallio et da pedi...

[11] Doc. ancon., 1372, pag. 242.5: Salvo ac excepto che per piso da sapone pagano li dicti Raguxini per tracta soldi vinti per ciascheuno migliaro...

[12] a Codice dei beccai, 1385 (ferr.), Statuti, pag. 239.11: Item che nesuno becharo che sia scrito in la matrichola no posa vendere in la cità predicta carne de becho, de cavra, de monton, de piegora, no de porcha da porcelli, sota la pena del decreto.

[13] Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 86.7: Hic carpentarius, rij lo maestro da legname. Hic cementarius id est lo maestro dala petra.

- [Seguito dall'infinito].

[14] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), pag. 422.22: Quand la zigonia è vegia e no po volare, la zigonia zoven se la met a covare, e sì ye percaza cosse da mangiare.

[1] Doc. prat., 1275, pag. 506.12: d. viiij. Be(n)cive(n)ni fabro p(er) ij paia di ferri da i(n)fereare uomini...

[16] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 6: Guardando lo tenpo seguisce la paraula di Salamone, che dice: tenpo è da dire (et) tenpo da tacere.

[17] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 9.15, pag. 29: sì piglia la via ritta da mucciar da quello 'mpiglio...

[18] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 73.45, pag. 308: Puoi che l'omo è annichilato, nasceli occhio da vedire...

[19] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 19 parr. 4-14.14, pag. 73: tratterò del suo stato gentile / a respetto di lei leggeramente, / donne e donzelle amorose, con vui, / chè non è cosa da parlarne altrui.

[20] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 2, cap. 143, vol. 1, pag. 453.17: debia a llui dare tutte le cose a llui necessarie et da vivere, quantunque dimorrà ne le carcere sopradette.

[21] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 5, pag. 618.2: altri in martirii dilicati, cioè posti con femmine da sollicitarli a carnalità...

[22] Doc. orviet., 1339-68, [1339], pag. 123.25: III lb. VI s. diedi a Iachovuçço di donna Dialta maiestro da murare...

[23] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 52, pag. 194.27: Cavaliere, misericordia, misericordia per Dio e per santa carità! chè nella città non àe gente da fare battaglia...

[24] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 164, pag. 34: Quisto non è traditore, secondo lo mio parire; / Anco me par liale homo da nui servire...

[25] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IX, 6, pag. 614.21: poi che questa ora v'ha qui sopragiunti, né tempo ci è da potere andare altrove...

[26] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 14, pag. 133.15: Bombarde, spingarde e aitre orribile cose da pericolare lo castiello e lli avitatori [[...]] Anche essi avevano trabocchi e tormenti da commattere in terra.

[27] a Lett. calabr., 1388-91, 3 [1391], pag. 32.35: mandatimi una stateia da pisari...

1.3.1 [Seguito da un'indicazione di prezzo:] del valore di, pari a.

[1] Doc. macer., 1287, pag. 84.16: Item XVJ lengna [[...]] Le quale vale LIIIJ soldi unu. Item XXXVJ lengna, le quale sia lonke XXVIJ pede et meçu unu, larki unu pede, grosi unu palmu. Le quale ène da XXXVIIIJ soldi unu.

[2] Doc. castell., 1361-87, pag. 204.14: p(er) la cio(n)catta da doi fiorini de stima...

1.3.2 [Seguito da un infinito o un sost. astratto:] supporta l'indicazione di una funzione e dell'insieme delle cose necessarie per il suo compimento. Da bere, mangiare, vivere.

[1] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1618, pag. 60: E da beve sí ge domandóe.

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 1, pag. 64.7: E questa gente non trovaréno en questo regno da vìvareda mangiare...

[3] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 20, pag. 41.11: v'ebbe da cena quanto fue bastevole a coloro che vi cenaro...

[4] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 84, pag. 177.18: ed apportoe damangiare e da bere assai e ttutte quelle cose che a lloro abisongnava.

[5] San Brendano pis., XIII/XIV, pag. 63.7: et quinde a me recate da vivere segondo mizura».

[6] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 3, quaest. 62, pag. 201.22: eo ave fame e dessissi a mi damangià ; eo ave sede e dessisi a mi da bevere; eo fu nudo e me vestisi...

[7] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 1, pag. 5.2: A tuto questo greço porcil e bestial, lo qual no pò sentir dolzeça spiritual, darà forsse da rier lo nostro sermonar. || Cfr. G. Crisostomo, Neminem, 1,2: «et ridebunt nos fortasse».

[8] Comm. Arte Am. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), ch. 3, pag. 945.29: non fece questa arte per li ricchi e per coloro c' hanno da spendere, ma fecela per li poveri che non hanno che spendere e non vogliono...

[9] Framm. Milione, XIV pm. (emil.), 8, pag. 508.14: Convene che viandanti portino sego davivere per si e per soe bestie per queste doe çornate.

[10] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 8, pag. 145.30: e egli e 'l figliuolo, per aver damangiare molto si riparavano.

[11] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 27, pag. 245.22: «Questo ène omo popularo, povero, de vile connizione. Non averao da pacare.

1.3.3 [Dopo un agg., spec. reggendo un infinito:] introduce un complemento di fine o limitazione che precisa l'ambito entro cui si misura un'indicazione di qualità.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 235, pag. 608: Queste parole è bone et utel da 'scoltar...

[2] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 243, pag. 570: L'arena e 'l plumb e 'l ferro è plui lef da portar...

[3] Percivalle Doria (ed. Contini), a. 1264 (tosc.), 2, pag. 162: Come lo giorno quand'è dal maitino / claro e sereno - e bell'è da vedere...

[4] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 283, pag. 571: Carne de capra giovene è bona da mangiare...

[5] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 9, pag. 97.13: è prode e maniero, e bene volenteroso di beccare, ed è leggiere da uccellare.

[6] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 221.7: Questa zente, in quel tempo fo dito ch'ela fosse in tanto desordenada da viver, che carne cruda li manzasse, e usasse da bevere el sangue de homo...

[7] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 14.153, pag. 158: Tenera cossa e poco par, / ma tropo è dura da domar.

[8] a Lett. rag., 1329, pag. 100.14: serò presto (e) parilado da respo(n)der i(n) co(n)plime(n)to dana[n]çi vui, sino(r) meo.

[9] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 2, vol. 1, pag. 82.11: lu Senatu li riscrissi que quilli homini non erannu digni da essiri riciputi intra nulli tendi...

[10] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 2, pag. 8.1: Quamvisde' doncha che quel che nu acertamo para meravegloxo e novo e strannio da creer... Ma azoché 'l nostro dichio s'aspiana e sia pù averto, chiar da intende...

[11] Doc. ancon., 1345, pag. 237.20: salvo li datii usati da rescotere da li homini d'Ancona del suo contado ac districto ne la ciptà de Venegia et del suo districto da Grado infino ad Capudaggero.

[12] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 867, pag. 198: Napoli stava forte da potere contrastare...

[13] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 109, vol. 2, pag. 453.13: essendo in paese grasso e ubertuoso da vivere cercarono di valicare a lLione...

- [Dopo un comparativo o un superlativo relativo:] introduce l'ambito del paragone.

[14] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 167.16: La cosa ee maggiore che da potere credere...

[15] Stat. castell., XIV pm., pag. 209.3: sia assegnato quello el più tosto da punire da lo emquisitore da la heretica pravità.

1.3.4 Introduce un sintagma attributivo che indica il valore, la dignità, la caratteristica distintiva o la capacità che si attribuisce a qno o qsa.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 11, pag. 600: là no se trovarà nul bon albergaor, / leto ni banca qe sïa da onor...

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 183.12: sono uomini nescii sanza arte e sanza senno, da neuno uopo e da neuna cosa...

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 46.36, pag. 180: Non è dannaio da ioco, ch'ello non sia corrottato: / pianti, sospire e duluri, siraione sempre cibato, / pensanno lo mio gran peccato, c'a Deo sempre so stata engrata.

[4] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 182.3: Questo fo fato imperador apresso Palestrina e obscuramente lu nassì, ma in alcune chose el fo da esser comparado.

[5] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 4, pag. 62.12: Ma lo paradiso è altrementi in dell'omo che in della nave corporale; ché in della nave è uno paradiso truffatorio et da beffe...

[6] a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), I, 22.1, pag. 185: Anchi sia da pagura la mo(r)te no temer(e) / tanto che, me(n)tre vivi, ·d(e) pozi men valere...

[7] Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.), pag. 32.17: "Quy è questo, dolce patre, che tanto vene altero et honorato? Non vidy sengior may da tanto affare".

[8] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 1, vol. 1, pag. 15.2: Et in quillu medemmi tempurali Gayu Fabiu cu li soy spalli fici cosa di exemplu multu da aricordari di cultu di religiuni.

[9] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 3, pag. 12.3: ha un bel e seguro ambio e troto da loar...

[10] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 186, pag. 28: Po' dica quella savia de Bologna [[...]] E quella da i macchi, chi è Modena [[...]] L'altra da le strallere, ciò è Rezo...

[11] Legg. Sento Alban, c. 1370 (venez.), pag. 66.7: e parse-lli molto bello, perché 'lo iera ornado de bella veste e de çoielli da re, e molto se meravelà.

[12] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Temporis.19, pag. 265: Ingiuria da corruccio, e non da scherço, / Avenir questo a me, s' i' fossi in cielo / Non dirò primo, ma secondo, o terço!

[13] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 8, S. Stefano, vol. 1, pag. 106.19: E fuori di questi racconta altri miracoli degnamente da ricordare.

1.3.4.1 [In stretta relazione con un antecedente nominale, pronominale o aggettivale:] introduce un'infinitiva restrittiva che proietta l'azione verbale in un futuro potenziale, necessario o consequenziale.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 23, pag. 38.4: trovamo la terra stemperata en grandissima calura, da non poterse abetare da oriente ad occidente...

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 9: lo gentil a(n)i(m)o àe in sé da potere essere co(n)mocto a oneste cose fare.

[3] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 42, pag. 75.10: sentendosi in grandi dignitadi da potere ben godere, voleano paradiso e questo mondo abracciare...

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 68.26, pag. 282: Recerca de for, ché 'l vaso è acolmato: / non hai dannaio da non far clamore.

[5] a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), II, 27.2, pag. 304: Se tu vòy esser(e) saviu (con)venite aver(e) a me(n)te / lo te(m)pu da venir(e), lo passato (et) lo p(re)sente...

[6] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 127.62, pag. 500: / ni cor perverso ni biaxo / da poer venir in squaxo, / ni in ca' so' in tormento / chi daesse perdimento...

[7] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 4.12: Colà dove era la terra, quivi era il mare e la aria. E in questo modo la terra era non ferma; l'acqua da no potere notare; l'aria abbisognava di lume.

[8] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 67, pag. 349.11: pensando che per lontanarmi ella si partisse del cuore, dove con catena da non potere mai sciogliere la legò amore in quell' ora ch' ella prima mi piacque.

[9] Doc. ancon., 1345, pag. 236.3: Et si comperaronno overo carcheronno in Ancona ac del suo contado ac destricto alcune mercantie da essere portate de fora del gulfo...

[10] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 90, vol. 3, pag. 498.3: era un'opera fantastica e da poco durare...

[11] Stat. vicent., 1348, pag. 16.16: in pena e bando de sessanta soldi de denari veronesi piccoli per ciaschedun e ciascheduna volta da esser pagadi al comun de Vincentia.

[12] Stat. palerm., 1349, pag. 43.6: prindiri di la pirsuna killi homini, di qualuncata chitati, terra et locu sianu, ki cuntravinissiru in kisti cosi [[...]] e mandarili a lu signuri conti Manfrè di Claramonti et a la Universitati predicta illocu da essiri punuti.

[13] Stat. fior., 1338/70, cap. 14, pag. 279.1: debbano fra 'l decto mese prosciogliere cui troverrano da essere prosciolto, e condannare cui troverrano da essere condannato nel doppio di quello che avesse ommesso o ritenuto a sè...

[14] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 4, pag. 356.7: Io sono stato da tante di voi tante volte morso perché io materia da crudeli ragionamenti e da farvi piagner v'imposi...

- [Dopo la copula o dopo i verbi di percezione in costrutti rifl.:] da potere (seguito da infinito): capace, in grado di, tale da.

[15] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 9, vol. 2, pag. 197.22: ciò che fu da potere essere consumato dalla fiamma, lo fuoco lo consumò...

[16] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 141, vol. 2, pag. 341.27: vedendosi non guernito né da potere riparare, s'arendé come morto al popolo...

[17] Lett. volt., 1348-53, pag. 176.25: E come messer lo conte si sentì dapotere cavalcare, andò egli e messer Ruberto dala Rocca in certo luogo deputato a parlare al decto messer Arigo...

1.3.5 [Con gli ausiliari e i verbi copulativi:] introduce un infinito in una costruzione che indica dovere, necessità o potenzialità.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 405, pag. 540: Mai ben este da creere qe no à seno sano / quel hom qe met ensembre en fosa sal con grano...

[2] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 16 (62), pag. 242.4: (E) i(n)p(er)çò no è da curare d(e)le riccheçe te(m)porale...

[3] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 41.13: quest'à da fir fata en cotal mesura...

[4] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De Sathana cum Virgine, 366, pag. 42: K'el no te havess creao, trop era da blasmar; / Per mancament d'alcun pur De no vol mancar / K'el no faza al postuto tut zo k'el ha da far.

[5] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 5, pag. 86.15: Molte cose hanno da apparare, e da servare i combattitori, perchè neuna perdonanza è alla negligenza fatta ove per guarentire la persona si combatte...

[6] Stefano Protonotaro, XIII m. (sic.), 52, pag. 132: ma beni è da blasmari / Amur virasimenti...

[7] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 5.10, pag. 17: La sentenza a me sia data non me par da dubitare».

[8] Novellino, XIII u.v. (fior.), 10, pag. 152.3: Infermò uno figliuolo d'uno re. Il maestro v'andò e vide ch'era da guarire.

[9] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 1, pag. 3.7: Le due di queste cagioni, cioè la prima dalla parte [di dentro e la prima dalla parte] di fuori, non sono da vituperare, ma da escusare e di perdono degne...

[10] Lett. pist., 1320-22, 19, pag. 71.18: se [[...]] vedessi che noe fossi per innanzi aviato di procacciarele, riscrivicilo, e quello che ti pare da fare...

[11] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 17, pag. 101.6: recuntau a sanctu Gregoriu unu miraculu, e diche sanctu Gregoriu ki pir la vita bona ki avia kistu subdiaconu, illu è bene da cridere.

[12] Stat. assis., 1329, cap. 12, pag. 176.13: de tucte le cose che en la nostra fraterneta sonno da fare.

[13] Stat. gen., 1340, pag. 10.35: se lo defonto no avesse da fa le espexe de le seportura lo prior sea tegnuo de farlo sepelì a l' espexe de la dita Caritay o Confraria.

[14] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 13, pag. 63.16: e le mortal plaghe non eran da poer recever sanitae...

[15] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Di lu modu..., pag. 572.42: Dictu ki avimu di supra di la doctrina e di la guardia di lu cavallu, resta da vidiri lu modu comu si diia infrenari.

[16] a Codice dei beccai, 1385 (ferr.), Statuti, pag. 240.32: E che çaschadum becharo tale animale avesse da ascanare como è dicto de sovra...

1.3.5.1 [Rif. ai giorni festivi in cui si impone la sospensione delle attività ordinarie:] locuz. agg. Da guardare: lo stesso che comandato.

[1] Stat. pis., 1304, cap. 7, pag. 659.28: se lo dì che la corte si tiene u debbia tenere, sì come usato est, fusse festa da guardare, che lo consulo quello die non sia tenuto di tenere la corte.

[2] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 151.5: Alcitoe, figliuola del re Mineo, non giudica che le feste di Bacco siano da guardare...

[3] Stat. volt., 1336, cap. 8, pag. 12.1: sieno tenuti et debbano guardare et far guardare a ciascuno dell' arte tutte et singule feste et dì solenni comandate dalla sancta chiesa, et l' altre tutte feste che a lloro paresse da guardare le quali faccino comandare.

[4] Stat. sen., 1343 (2), L. 1, pag. 85.11: le quali feste da guardare facciano chomandare a' loro sottoposti, et neuna altra festa facciano guardare a la pena di X libr..

[5] Stat. eugub., 1368-a. 1378, pag. 282.6: Chi capitani deggano certificare a li uomini dela dicta arte le feste daguardare.

[6] a Stat. lucch., 1376, L. I, cap. 32, pag. 61.20: Et sia tenuto et debia lo dicto giudice [[...]] dinontiare o dinontiare fare li dicti infrascripti dì festivi et daguardare.

[7] a Stat. fior., 1394, rubricario, pag. 268.26: Capitolo 21.o. Delle feste daguardare.

1.4 [Con forme verbali passive:] introduce il complemento d'agente e causa efficiente (indicando il motore o lo strumento dell'azione).

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 383, pag. 613: «Sai que m'è ensegnadho / d[a] [u]n me' bon amigo q'è ben enleteradho?

[2] S. Francesco, Laudes, c. 1224 (assis.), 26, pag. 34: Beati quelli ke 'l sosterrano in pace, / ka da te, Altissimo, sirano incoronati.

[3] Doc. ver., 1226, pag. 257.34: Graçiad(e)o del'Arloti (e) Pero d(e)li Waci (e) Simó Toessco d(e)legay da mes(er) Antonio çuixo da Cerea a co(n)segaro...

[4] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 19 (74), pag. 243.30: del maleficio facto da cutale vostro (con)tadino i(n) p(er)so(n)a d'Alb(er)to n(ost)ro citadino voglati fare ve(n)decta...

[5] Jacopo Mostacci (ed. Contini), XIII pm. (tosc.), 45, pag. 143: ch[e s']eo non sono da voi confortato...

[6] Ranieri volg., XIII pm. (viterb.), pag. 229.13: poi ke -l dectu Penniculu serrane adima(n)datu dal dectu comparatore oi dale sue redi.

[7] Esercizi padov., XIII m., A[5], pag. 43.20: Petrus i(n)duitur a me tunica pani catabriati [[...]] Pero fì vestido da mi una gonela d(e) drapo vergado...

[8] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 31, pag. 575.16: Et molte fiate li cristiani erano impedimentiti da le demonia.

[9] Stefano Protonotaro, XIII m. (sic.), 51, pag. 132: Purrìami laudari / d'Amori bonamenti / com' omu da lui beni ammiritatu...

[10] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 3: imp(er)ché la verità et l'utulità dele cose se(m)pre si truova meglio da poghi savi che da grande moltitudine d'omini gridatori, imp(er)ò che la moltitudine gravosa nulla cosa abbia in sé d'onestade...

[11] Stat. tod., 1305 (?), pag. 283.2: non obstante che sia confexato dal suo confexore del sopradicto peccato...

[12] Doc. volt., 1322, 4, pag. 12.3: dico et spongo ch'io sono gravato, iniuriato et isforçato da ser Bartalommeo notaio di Tuti...

[13] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 3, pag. 11.27: o preso e assidiao da laron da forche e robaor de straa...

[14] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 7, par. 14, vol. 1, pag. 130.8: La humiditati, quandu si corrumpi da lu caldu extraneu, naturalmenti fa putredini et vermi...

[15] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 1, cap. 9, pag. 95.11: questa vigna un iorno fu sì vastâ da la gragnora che quasi non ge remase niente d' uga.

1.4.1 [In connessione con un argomento discorsivo che focalizza un effetto:] introduce la causa o l'origine di un effetto.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 174.13: Benivolenza s'acquista di quatro luogora: dalla nostra persona, da quella de' nostri adversarii, da quella delli giudici e dalla causa.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 566, pag. 22: Ki à zo ked è so e zo 'k lavora 'g basta, / El ven da traitoria se a so segnor contrasta; / Ma contra so segnor ki in rampornia s'adasta, / Per mal' invidia ven, ke mult homini guasta.

[3] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 453, pag. 576: Plusure volte li homini recepen no[cu]mento / de lo vino, chi bévende extra temperamento, / oy vene da la furia de vino violento...

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 30.46, pag. 111: L' omo che è cieco dal peccato / ed ha gente a guidare, / spesse fiate le guida nel fossato / e falle tralipare...

[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 9, pag. 41.20: Ché sovenço incontra che la cera e 'l volto de la meretrixe da soa natura serà bruto e soçço, ma per vende'-se meglio el'-le sarà pençer de giusi e de color biancheti e roseti...

[6] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 46, pag. 20: E ciò t'avenne, o malitiosa, / da l'Arroganza e d'Ambitionne / che te face così angostiosa, / da Cupideza e da l'Avariza / per che non sa desio contentare...

[7] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 4, pag. 358.19: per ciò che vecchio era e da questo forse un poco ritrosetto...

[8] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 49, pag. 172.23 : L'enfirmitate le quale se fa da errore de la natura so(n)no q(ue)lle le quale p(er)vene q(ua)n la natura e(r)ra i(n) la format(i)o(n)e dellu filgio...

[9] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 129, Ss. Proto e Giacinto, vol. 3, pag. 1139.3: Sì che Eugenia, stando in etade di XV anni, fu domandata per moglie da Aquilino, figliuolo d'Aquilino console. E quella disse: "Marito non si dee eleggere da grande legnaggio, ma da grandi costumi". || Cfr. Legenda aurea, 130: «Maritus non natalibus, sed moribus est eligendus».

1.4.2 Introduce espressioni modali che indicano la fonte morale o affettiva di un'azione. Locuz. avv. Da buon cuore, da (buona)fede.

[1] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 884, pag. 49: Questo si fo lo ditaor, / Ke sí ditó questo ditao / E dal so core sí l'á pensao.

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 14.272, pag. 162: Se da bon cor li one[re]rai / pu longamenti viverai.

[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 145.139, pag. 627: Ma da bona fe dirò, / grosamenti, como e' so...

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 5, pag. 24.34: se tu vò' domandar da e con bon chor l'aitorio de De' e lo so' secorsso... || Cfr. G. Crisostomo, Neminem, 5,24: «Si vis et ex fide auxilium dei implores...».

[5] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 1, pag. 51.10: chesta cosa no la pozo ben mettere in fine, ove da buon core la piglyrray a ffare e per consideratione de la mia pregaria no llo repruttirray.

[6] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 6, pag. 94.19: pregove che chello che eo arrecordo mo' a la vostra memoria, la maystate vostra lo recipa grato commo chello che se dice da pura e fedele intentione. ||Cfr. G. Colonne, Hist. dest. Tr., p. 66 «tamquam prolata ab intencione fideli».

1.4.3 [Dopo agg. che indicano dotazione di qsa:] introduce un complemento con valore strumentale.

[1] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 240.26: VII milia cavalli coverti da ferro...

[2] Conv. papa Clemente, 1308 (?) (fior.), pag. 7.26: Da piè del letto, di lunge una canna, fu fatta una segia papale, coperta da rico drappo d'oro e di seta, ed ornata di cuscini a maraviglia...

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. I (i), par. 28, pag. 25.8: imaginando figurarono in ciascuna parte alcuno animale ornato da certa quantità di stelle...

2 Introduce il versante, l'area, la parte, il riferimento a cui qsa o qno è prossimo, aderisce o si avvicina; evidenzia il soggetto o l'oggetto di un'azione; introduce relazioni di appartenenza, specificazione, subordinazione, pertinenza e confronto.

2.1 [Nelle descrizioni di confini, pertinenze, margini e collocazioni, spesso in combinazione con parte, lato, canto, capo, piede, mano o con indicazioni rif. ai punti cardinali, per lo più evidenziando la contrapposizione spaziale tra punti e versanti distinti].

[1] Doc. sang., 1228, pag. 60.11: una peça di te(r)ra che di sopra est Aldobrando (e) di sotto est via, dal'un lato est filioli Gera[r]dini da Mo[n]ttechi.

[2] Doc. folign., c. 1230, pag. 176.21: da lu I Vassallu, da lu II Tadeo de Morico, da lu III Viduço de Berardone...

[3] Doc. venez., 1253, pag. 2.8: pecia J de terra da un ladi et da l'aultro meser Bernardin de Fontane, da un cavo li Falerii, da l'aultro cavo la via...

[4] Doc. castell., 1261-72, 8, pag. 31.1: dal doi latora tene [v]ia, e dal' altro tene Iohanni <de [...]> da Montaguto...

[5] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 1, cap. 3, pag. 54.24: lo mondo non se poterà abetare né da la parte de settentrione né da quella del mezzodie.

[6] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 16.96, vol. 1, pag. 271: Come quel fiume c'ha proprio cammino / prima dal Monte Viso 'nver' levante, / da la sinistra costa d'Apennino...

[7] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 3, vol. 2, pag. 157.30: Così giusto singolarmente fu Cristo, lo quale a s. Jacopo, e a s. Giovanni, li quali gli fecero addimandare alla madre, che come suoi cugini sedessero l' un da man diritta, e l' altro da man manca nel suo regno...

[8] a Doc. ravenn., 1354, 1, pag. 439.7: la quale ène posta dal p(ri)mo lado apé dela via del chomuno (e) dal segondo Iacomo de Blaxuço marischalco...

[9] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 167.1: Dallo lato ritto e manco aveva con seco da pede cinquanta vassalli de Vitorchiano...

- Forma indicazioni spaziali indefinite.

[10] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 140.23: et da onne parte devastaro molte castella.

[11] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 50.8, pag. 198: l'acque s' ha bevute daonne lato, / fiume Iordan se spera de 'nghiuttire, / lo popolo de Cristo devorare.

[12] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 43.21, pag. 255: che e' ve so dir in veritae / che de religiosi festa / mai non vi cossì onesta / e ordenaa datuti lai...

[13] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 2.55, vol. 2, pag. 26: Da tutte parti saettava il giorno / lo sol...

[14] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 142.42, pag. 595: poi che [à] lavorao tanto, / vol repusar da qualche canto...

[15] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 26, par. 3.55, vol. 2, pag. 118: Lu santu corpu senza peccatu / viyulu ructu et tormentatu, / datucti parti forti chingatu, / fina li pedi tuctu plagatu.

[16] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 186.3: In tanta moitudine da onne parte era letizia.

- Estens. [In qualsiasi contrapposizione logica tra raggruppamenti, schieramenti e fazioni].

[17] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 271, pag. 534: S'eu a lo dì çudisio stëa dal destro lato...

[18] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 27.26: Priamus Ector fece capitanio, lo secunno Deyfebus, lo terzo Pari, lo quarto Troylus, lo quinto Eneas, lo sexto Antenor, lo septimo Anchisam. Da l'altra parte Agamenon adunao li Greci, Palamedes, Protesilaus e altri presori...

[19] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 2, vol. 1, pag. 82.37: et Hannibal non curava se ben issi fussiru da la parti di li Rumani.

[20] Doc. moden., 1353, par. 1, pag. 195.27: Questa si è la divisione facta lo dicto die dentro mi Benfonato da una parte e Cichino so fradello da l' atra...

- Estens. Introduce lo schieramento verso cui converge una posizione ideologica o l'istituzione o la persona in nome della quale si compie un'azione.

[21] Formula di confessione umbra, 1065 (norc.), pag. 99.3: Dala pa(r)te de mesenio(r) D(omi)nideu (et) matdonna s. M(aria) [[...]] sì age tu iudiciu(m) pen(i)t(entie) p(er) unu(m)que(m)q(ue) pecc(at)u...

[22] Doc. ver., 1226, pag. 258.5: It(em) iiij dr. a Negrebono andaoro p(er) j anbasaa fata da pa(r)to d(e)li sovrascriti d(e)legay al sindico de Valleço...

[23] Doc. pist., 1240-50, framm. 12, pag. 68.22: Iacopo e ' co[m]pagni ci deno dare lib. iij, regoli l'Ari[n]go da Bartromeo Pelaie.

[24] Lett. sen., 1253 (2), pag. 204.32: sì mi dise da vostra p(ar)te che io no mi partise di Peroscia...

[25] Doc. volt., 1306, 1, pag. 9.27: Ricordança ad Cenni di dispensare da parte di Ceccho spetiale in Ripumarancia libr. lxxx.ta di pisani infra li suoi parenti.

[26] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 471, pag. 110: Carlo non era in Napoli; un misso li mandao; / Da parte della matre lo misso li parlao...

[27] Supplica Fraglia Merzari, 1374 (vicent.), pag. 259.36: ch' el piaça ala segnoria vostra di far scrivro da vostra parto al vostro capotanio, poestà e fatoro de Viçença...

[28] Doc. ver., 1375 (2), pag. 255.9: che 'l ve piaza de mandaro da vostra parte al dito meser l' abà da Santa Trinità, he al dito ms. lo Veschovo, che 'l ge fia rendua la dita soa Roncina, et che da igi le no vegna molestè...

[29] a Doc. zar., 1387, pag. 69.22: da parti di misser lu chaptanu e di li siniori tuti, siandu chumandatu a mi Çuane de Butun, tribun de la Churte de Çara, minar quista sentencia a sechucion...

2.1.1 [In dipendenza di agg., avv. e locuz. avv. che definiscono rapporti di vicinanza o distanza nello spazio o nel tempo:] introduce l'elemento di riferimento di una localizzazione.

[1] Doc. montier., 1219, pag. 42.34: secundo ke l'ebe lo vescovo Ugo (e) <da llui arietro> l'altri vescovi ke fuero dina(n)zi da llui antica mente.

[2] %EEE Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [La Vecchia], pag. 77.27: eu te prego qe tu mo' vegni sola a çugar un pauco co mi, qu'eu ai de molto bele pome e bele nose là da casa et anc altre bele caose le qual eu darai a ti...

[3] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 9, pag. 452.12: E ancora commosso di soperbia bestiale, per la quale volle essere come Iddio adorato, [[Domiziano]] fue il secondo da Nerone che contra i cristiani fece fare persecuzione.

[4] Doc. venez., 1307, pag. 48.19: la mia parte delo poder romagna in li plu proximi da cha' Capello...

[5] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 320.12: e quella il cui fiato de la bocca sie grave, non favelli mai a digiuno e sempre alquanto stea di cesso dal viso de l'uomo...

[6] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 10, pag. 244.12: però che per [lo] loro allungare ed apressare si fa distinzione de' tempi; alcuni aconci a seminare [[...** la quale distinzione non sarebbe, se continuo fosse il loro corso vicino o lontano da noi...

[7] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. II, cap. 34, pag. 603.7: ad qualunque luoghi delle provincie e delle terre della Ghiesia de Roma ch'enno in Ytalia de qua dao regno de Cecilia fugendo passino...

[8] a Apologhi reat., XIV, 6.3, pag. 671: L'aquila per l'arie gia volando / et del mangiare vase procacciando. / Puse mente et varda longo da l'acqua...

- [Con funzione puramente connettiva].

[9] Doc. montier., 1219, pag. 42.34: secundo ke l'ebe lo vescovo Ugo (e) <da llui arietro> l'altri vescovi ke fuero dina(n)zi da llui antica mente.

[10] Pier della Vigna, a. 1249 (tosc.), 19b.6, pag. 273: Ma po' c'Amore si face sentire / dentro dal cor signoreggiar la gente...

[11] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1144, pag. 65: Asai ie n'è qe sta da presso / Da quili qe à grand necesso...

[12] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 69, pag. 180: « Se dare mi ti degnano, menami a lo mosteri, / e sposami davanti da la jente...

[13] Fiore, XIII u.q. (fior.), 30.12, pag. 62: Al quarto portal, dietro da le mura, / Fu messo Mala-Boc[c]a, la cui 'ntenza / Ferm'iera a dir mal d'ogne crïatura.

[14] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 178.20: E incontinente averto fo el cielo, e tropo gran splendor descese sovra da ello...

[15] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 82.12: e llo Solle luxe forte soto da le nevolle como oro luxente...

[16] Doc. perug., 1326, pag. 22.1: dentro dagle stecata vuole essere un andeto de spatio de IIII pieie e dentro da quiste IIII pieie vuole essere un muro...

[17] Stat. trent., c. 1340, cap. 17, pag. 22.18: caschauno fradel de la fradaya, quando el ven a la nostra casa per far la disciplina, incontinento como el entra entro da l'uso, sì deba dire: De' ve dia pax, ay mei fradey.

[18] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 20, pag. 95.2: sençça dir altro la çè dedré da le spale al bon Yesu Criste...

[19] Doc. cors., 1365, 15, pag. 218.3: (et) dinanço da lo dito mess(er) abate ve(n)ne Fredinucio Amondascho...

2.1.2 [Con espressioni di stato in luogo:] precisa per prossimità una collocazione.

[1] Ritmo lucchese, 1213, pag. 47.2: Inter quos filius Gerardini Ghiandonis, qui cum esset a Marchionis parte, per Rolandum Ceci fu abatuto et Orlando ebbe 'l cavallo. Similiter Guidarellus Barletti fu dal Marchese...

[2] Doc. fior., 1281-97, pag. 548.6: fecene karta ser Nodo notaio ke stae da casa i Portinari...

[3] Doc. fior., 1299-1312, pag. 811.24: tre chase poste da la piaza nel popolo santo Romolo per prezo di lb. VIIJC pic.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 10.13, vol. 1, pag. 160: Suo cimitero da questa parte hanno / con Epicuro tutti suoi seguaci, / che l'anima col corpo morta fanno.

[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 5, cap. 11, vol. 1, pag. 180.21: Nel quartiere di porta San Piero erano i Bisdomini [[...]] I Galligari, e Chiarmontesi, e Ardinghi che abitano in Orto San Michele, erano molto antichi; e simile i Giuochi che oggi sono popolani, che abitavano da Santa Margherita; Elisei che simile sono oggi popolani, che stanno presso a Mercato Vecchio...

[6] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1190, pag. 277: Plu che quindici dì stettero da Selmona, / Per lo plano de Valve, chi de su et chi de jone...

[7] Doc. fond., XIV uv., pag. 27.34: Item vinale unu posto dala via deli Canupa allatu inter le cose de Antoni de Lupica la vioza intera in se terra.

[8] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 8, cap. 43, pag. 366.12: Ancora gli Ateniesi sono da udire temerariamente trapassati in Sicilia, lasciata la guerra da casa. || Cfr. Liv., XXVIII,8,43: at etiam Athenienses audiendi sunt temere in Siciliam omisso domi bello transgressi...

[9] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 13, pag. 103.1: Puoi li toizero Metellina, la quale stao dalli confini de Atena in Grecia, dove fu lo Studio.

2.1.2.1 [Rif. ad una porta o ad altro elemento architettonico:] locuz. agg. Da via: collocato al piede della facciata di un palazzo.

[1] Doc. prat., 1296-1305, pag. 292.29: Ite(m) p(er) copritura (e) p(er) porgitura li tevoli del porticho davia, d. XXJ.

[2] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 372.2: quando e' furono in chasa dove i Sei si raunavano a lloro consilli [[...]] fecie serrare giù l' uscio davia e fecieli venire a uno ad uno...

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VII, 5, pag. 468.6: serrerai ben l'uscio da via e quello da mezza scala e quello della camera, e quando ti parrà t'andrai a letto.

[4] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 634, pag. 230.32: come uno si ponea in sul letto malato, quegli di casa sbigottiti gli diceano: «Io vo per lo medico», e serravano pianamente l'uscio da via, e non vi tornavano più.

[5] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 34, pag. 84.34: misi mano alla mia per difendermi da lui infino alla porta da via, là dove uscendo elli fuori, per poter menarla alla larga, e uccidermi com' io uscisse dell' uscio, io mi serrai dentro e lui di fuori...

[6] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 112, pag. 251.10: Venuta la mattina, e io mi stava su la panca da via, e Salvestro scendendo la scala, uscendo fuori, e io salutandolo gli do il buon dì.

2.1.3 [Con verbi che contemplano la nozione dell'avanzamento, introducendo un rif. collocato nello spazio di arrivo o di passaggio:] forma il complemento di moto a luogo e per luogo.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 681, pag. 624: q'El me conduga da la part de li bon...

[2] Elegia giudeo-it., XIII in. (it. mediano), 74, pag. 40: la donna da canto è svïata...

[3] Ritmo lucchese, 1213, 7, pag. 47: et ritornaro dai Cristiani; / ma loro arme e lor cavalli / lassaro dai Pagani...

[4] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 21.6, pag. 286: così l'Amore fere là ove spera / e mandavi lo dardo da sua parte...

[5] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 49.31: E prego te, sì qe andando tu da ela, qe tu dibie covrir lo nostro pecado...

[6] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 3, pag. 6.16: segando quello cerchio per ambedoi li poli, passando da l'altra parte de sotto...

[7] Poes. an. urbin., XIII, 3.3, pag. 542: Da Tua parte git'è 'l banno, / c'om se guardi del so danno...

[8] Novellino, XIII u.v. (fior.), 99, pag. 349.4: e mossesi con un fine ronzone e passò dalla casa.

[9] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 478, pag. 577: Ma no per tanto dicoti de fontana surgente: / se lo so curso dirige inverso de oriente, / assai plu sana dicise cha gisse in occidente / da li grandi phylosofi...

[10] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 82.9, pag. 200: S' i' fosse morte, andarei da mio padre...

[11] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 227.33: in quel dì el qual quel zovene vignisse da ela...

[12] a Lett. rag., 1292/1305, pag. 82.18: ve(n)ni da nuy çe(n)te da Vladislav e vollivany tor drapi asay.

[13] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 24, pag. 29.2: Sì co fè Alexandro, quando elo andà da Dario re de Persia, mostrando ch'elo fosse messo de Alexandro...

[14] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 29, 22-30, pag. 688, col. 2.16: Andò custui da casa di nimisi soi...

[15] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 680, pag. 155:Vedendo poy sere Lalle che non potea pilliare / La terra per battallia, no lla volea guastare; / Volevala destringere, féli l'acqua troncare; / Da nullo passo poco vi sse potea intrare.

[16] Tristano Veneto, XIV, cap. 320, pag. 288.23: eli corsse da lui et abraçà-lo et basiava quello con amor dilectissimo...

[17] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 9, pag. 34.20: E temandose Maximino, no s' atentava visinare da ella. E la Magdalena se volse a lui e sì ge disse: «Padre me, visiname seguramente e no fuçire da una toa fiola!».

- Estens. Introduce il punto preciso o l'area circostante in cui si compie un'azione.

[18] Stefano Protonotaro, XIII m. (sic.), 54, pag. 132: quandu illu dà favur da l'unu latu / e l' autru fa languiri...

[19] Novellino, XIII u.v. (fior.), 91, pag. 333.1: Uno si confessò da un frate e disse che...

[20] Stat. viterb., c. 1345, pag. 158.35: Anque ordinamo che ciaschunu dela fraternitade predetta si deia confessare una fiata el mese da quello confessore che serane conceduto per missere l'ovescovo...

[21] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 230, pag. 48: Con candoli de lino, da pedi li ferraro...

[22] Doc. ancon., 1372, pag. 245.27: le dicte conventioni ac pacti grandi non tanto da nuy ma etiandio ad tucte le terre de la Ecchiesia de Roma che sonno in Ytalia hanno affecto...

[23] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 72, pag. 190.25: depoi se gli mecta li sitone da p(ar)te de socto dellu collo...

2.1.4 Introduce locuz. avv., prep. o agg. con valore spaziale e temporale.

[1] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 49.9: Qui alo' da visino sì sta una viegla sutile et ençegnosa...

[2] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1076, pag. 63: Qe da rar se'n trova concordia...

[3] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 97, pag. 182: la gente ci cor[r]es[s]oro datraverso e da llato...

[4] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 30, pag. 93.5: E Salamon dice: «Meliore è lo vicino daprope ke 'l parente lontane».

[5] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 162.14: e trovò ne' prati sotto una roccia daccosta a una chiara fontana uno bellissimo e grasso toro...

[6] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 171.12: Et ha lo smerald verdeza multiplicadris de si medexema, ché da lu proced radiy cenzant l'aier da cerch...

[7] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 8.12, vol. 3, pag. 120: che 'l sol vagheggia or dacoppa or da ciglio.

[8] Stat. agrig., 1328, pag. 239.25: in modu et forma dictu da supra...

[9] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 4, pag. 79.10: Ma la regina Dido, comu da primu vidi sclaruta la luchi di lu iornu supra li alti munti [[...]] III fiati si bactiu lu bellu pectu...

[10] Stat. palerm., 1343, Esordio, pag. 5.15: e dichi li paroli cuminzati da supra, silicet: In nomine Domini. Amen.

[11] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 3, pag. 195.27: tiratol da parte, per assai cortese modo il riprese dello intendere e del guardare che egli credeva che esso facesse a quella donna...

[12] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 89, pag. 207.10: la vena g(ro)ssa d(e) ambo le cosse posta et la vena, la q(u)ale ène su la coda tre dita dalong(n)a dall'an(c)a...

2.2 [Con sost. che indicano divisioni cronologiche:] introduce un'indicazione di tempo determinato, anche iterativa.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 460, pag. 542: e se tu la castig[h]e de lo mal q'ela fase, / se t' amerà da sera, no farà da domane.

[2] Stat. sen., 1298, dist. 8, cap. 16, pag. 272.1: e l'uscia de le decte piscine, d'ogne tempo, da mane e da sera, serrare e diserrare, e ogne dì di festa.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 1.37, vol. 1, pag. 8: Temp' era dal principio del mattino, / e 'l sol montava 'n sù con quelle stelle / ch'eran con lui quando l'amor divino / mosse di prima quelle cose belle...

[4] Stat. trent., c. 1340, cap. 2, pag. 14.21: almen trey volte a l' ano, çoè da Nadalo e da Pasqua e da sca Maria de meço agosto...

[5] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 11, pag. 633.25: quale da sera, quale nel meriggio, quale quando se' ripreso...

[6] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 228.25: MCCCXXXIIJ In quisto m[i]lessemo, giuovedì da notte, dì IIIJ de novembre, fo en Fiorenza uno magiure deluvo che maie fosse da Noè en qua...

[7] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 12, pag. 97.24: Uno sabato, da vespero, currevano anni Domini MCCCXLIII, appresso dello palazzo de priori fu fatta una meschia.

2.2.1 [Seguito da agg. predicativi che identificano un'età o una caratteristica relativa].

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 319, pag. 572: Ben fai l'om ch'à fiola, se da piçol'ie 'nsegna: / da q'ela serà grande, non è grop qe la tegna.

[2] Novellino, XIII u.v. (fior.), 52, pag. 240.4: Giudicaro che 'l cavaliere, cui elli avea servito da giovane, il pascesse da vecchio.

[3] Esopo tosc., p. 1388, cap. 61, pag. 244.4: Lo Re avendo in sua corte uno siniscalco, il quale anticamente l'aveva tenuto e allevato da piccolino...

[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 67, pag. 148.31: E' non fu mai nessun fanciullo savio da piccolino, che non fusse pazzo da grande.

2.3 [Con un pron. rifl.:] forma un complemento predicativo che enfatizza e focalizza il ruolo del soggetto verbale (coreferente) rappresentandolo come motore e artefice di una specifica azione. Da se stesso.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Segre), 1268 (tosc.), L. 1, cap. 1, pag. 142.15: Anche dei richiedere te medesmo, e da te medesmo pensare nell'animo tuo chi tu se'...

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 8, pag. 34.14: conviene che sia sottile e ingegnioso, acciò che elli sappia trovare da sè ei beni utili e proficabili al suo popolo.

[3] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 81, pag. 100.9: Ma colui ch'è dicitore da ssé debbia le lode o' vituperii pensare e vedere...

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 90.172, pag. 374: Ma, da che perde la sua qualitate, / non pò la cosa da sé operare; / com' è formata, sì ha potestate, / opera sì con frutto pote fare...

[5] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 10.61, vol. 1, pag. 165: E io a lui: «Da me stesso non vegno: / colui ch'attende là, per qui mi mena / forse cui Guido vostro ebbe a disdegno».

[6] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 134.22: la goccia che da sè discorre, è migliore che quella, ch'esce per la tagliatura fatta nella scorza...

[7] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 12, pag. 53.6: chi no se vol mendar né correçe' né far lo so' poer e no vol conpir çò qu'el pò da sì a megliorar sì meesmo, nessun defor da sì ghe porrave çovar.

[8] Lett. volt., 1348-53, pag. 201.8: da ssé potè dire che gli piacque.

[9] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 18, 1-15, pag. 418.6: porti à ditto per quel ch'el lassò a dichiarare, acciò che Dante pensasse da sè, o descriva; dice per quel che dichiarò apertamente.

[10] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 2, pag. 58.4: ma da se stessa parlandosse, perché non era convenebele a credere o a pensarelo, puro secretamente sotto lengua se raysunava queste parole... || Cfr. G. Colonne, Hist. dest. Tr., p. 18: «sed etiam a se ipsa probabilis excusationis argumenta producit...».

2.3.1 [Come predicato del soggetto o del'oggetto:] locuz. avv. da per sé, da per se medesimo: per conto proprio e senza interferenze, in maniera autonoma o distinta.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 8, pag. 97.27: quelle reliquie si ritornarono da per sè a lo primo loco sacro. E però che stimare si potea ciò essere fatto per mano d' uomo, furo riportate un' altra volta ad Alba, et ancora sì ritornaro per sè medesime a Lavinio...

[2] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 12, pag. 53.21: che chi no se fa dagno daper sì meesmo, da nessun altro ghe pò fir noxuo...

[3] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 22, pag. 27.13: E covense metere le foie daper si e li fiore da per si e la raìxe da per si, dapò che l'è exsiccà.

2.3.2 [Prima di agg. o sost. predicativi:] introduce una condizione o un ruolo attribuito al soggetto verbale.

[1] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 74, pag. 105.16: Ancora de' ordenar ke lli consejeri deba deliberar deba deliberar da dizun, sì co dise Socrates, ka dredo disnar ello no à lo cellebro così sottil, per li fumi ke monta su.

[2] Stat. assis., Aggiunta 1361, pag. 54.8: quiste esschiuscie una volta vuogliono arvinire all[a] dicta fraternata che [qu]iglie degano arvenire da novitio.

2.3.3 Avv. [Prima di un'indicazione numerica relativa a misura, prezzo o quantità:] approssimativamente, all'incirca.

[1] Doc. macer., 1287, pag. 84.16: Item XXXVJ lengna, le quale sia lonke XXVIJ pede et meçu unu [[...]] Le quale ène da XXXVIIIJ soldi unu. Item L lengna, le quale sia de lo[n]keça XX pede [[...]] Le quali ène da XXX soldi unu.

[2] Lett. lucch., 1296, pag. 37.2: de ricevere dalla cho(n)pangnia dei Bettori da lb. cl luc. p(er) certa terra ch'avea cho(n)prata...

[3] Doc. fior., 1299-1312, pag. 808.31: sì chome apare per carta fatta per ser Lapo Cinghietti; poi v' òe ispeso i· lavori di chase e di corte da lb. CCC, sin' a dì * * * di nove[n]bre anno LXXXXVIIIJ.

[4] Libro segreto di Giotto, 1308-30 (fior.), [1313], pag. 484.13: un palagio con corte e case e con da staiora 75 di terra...

[5] a Lett. rag., 1330, pag. 102.25: respo(n)der devesi p(er) procorasone di Macharufo (e) Andriol di Macharufi d(e) IIIJ.o peçe di flore(n)tini chi amo(n)tava da libr. IIJ (e) soldi di g(r)os..

[6] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 197.27: mandaro ad Asese per aiuto, che c' erono da VJ cento cavaliere soldate, egl quagle aloro erano venute de la Marcha...

[7] Doc. pist., 1337-42, pag. 138.25: Valea il fio. da lb. iij s. ij d. vj l'uno, che monta che vagliono in tutto lb. ij.m viiij.c xv s. iiij di piccioli.

[8] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 94, vol. 3, pag. 199.1: V badie con due priori con da LXXX monaci, XXIIII monisteri di monache con da D donne, X regole di frati con più di DCC frati...

[9] Boccaccio, Epist., 1366, pag. 228.1: sostenne in Ispuleto messer Anichino di Mongardo con da XII de' suoi compagni...

[10] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 14, pag. 121.8: Puro se fornisce de iente assai e bona. Abbe da ciento milia cavalieri. Abbe da dodici milia pedoni.

2.4 Introduce relazioni di appartenenza, specificazione e pertinenza, spec. con rif. ad un luogo, al suo contenuto e alla sua funzione. || Soprattutto nei testi sett. alterna talora con di.

[1] Doc. mug., XIII m., pag. 192.27: Lo spedale da Talliaferro un cappone (e) uno staio di vino in quarto anno (e) un danaio. L'abate da Santa Rip(ar)ata d. iiii p(er) la casa da S(an)c(t)'Andrea a Vezzano.

[2] Doc. castell., 1261-72, 2, pag. 18.14: Da Rainieri de Gratia avemo per lo kierco da San Çeno XIIIJ st. de gra.

[3] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 403, pag. 41: El è segnior delo celo e dala matre terra, / Vene dela vergene, çentil sancta polçella...

[4] Doc. prat., 1275, pag. 540.18: Queste sono le spese delle pustierle. Sançanome p(er)ché stette manovale alla pustierla da sSa(n) Giorgio p(er) j die...

[5] Doc. macer., 1287, pag. 84.9: qua sit grand[e] et longe et basstevele, quali siat ampli et grose quomo ke quelle da sancto Iuliano...

[6] Lett. casol., XIII ex., pag. 389.25: Lo comune da Casole de dare a Memo Viv[i]ani Guiglelmi da Siena iiij.or...

[7] a Lett. rag., 1292/1305, pag. 82.22: Façemo save(r) alla v(ost)ra nobillità seco(n)do la usança dalla t(er)ra q(ui)lle cose che ny fo tolte...

[8] Doc. venez., 1313 (2), pag. 99.22: ài la casa da sancto Silvestro ca eo co(n)prè da ser Malgarito Copo et da altri; ài la casa ca fo da ca' Mairan; ài la solaria, ài le case de sancta Marcola, ài le case de Barbaria...

[9] Stat. chier., 1321, pag. 347.3: en lo pien e general consegl de la compagnia de messer saint Georç de Cher a son da campana e a vox de crior en la chaxa de lo dit comun de Cher al mod uxà e congregà, el fu statuì e ordonà...

[10] Doc. volt., 1322, 5, pag. 15.32: Sappiate, singnori Dodici del popolo di Volterre [[...]] dagli orafi da Volterre del malvagio ariento ch'eglino lavorano...

[11] Doc. volt., 1326, 10, pag. 26.6: stando ora nuovamente ala pieve da Pingnano...

[12] Stat. collig., 1345, cap. 15, pag. 15.8: statuiro et ordinaro che neuna persona da Colle o dela corte overo d'altronde possa nè debbia, ardischa overo presumma vendere a minuto nè oglo nè sale...

[13] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 288, pag. 35: Quest'è la casa de quelli Vesconti / de quella grande cità da Milano / che segnoreza Hasti de Pemonti...

[14] Doc. amiat., 1360, pag. 87.1: Ancho adimando la mia parte di XVIII lbr. le q(u)ali s'ebero dal mattonaio p(er) II anni che ttene la vigna da Montecchio...

[15] Doc. spolet., 1360, pag. 36.40: Pacione de Fra(n)cone lavora le te(r)re da S(an)c(t)u Mannu.

[16] a Doc. ravenn., 1361 (2), 26, pag. 449.34: I(tem) a zaschuna (com)pag(n)ia de batudi da Rav(enna) v sol..

[17] Doc. perug., 1363-65, pag. 374.7: per la parte mia de l'utele remanendo la casa comuna dala Fratta e quillo da monte Melino e la casa da monte Viano...

[18] Doc. bellun., XIV m., pag. 166.8: Ancora le quatro feste dela gloriosa v(er)gene Maria, cu(n)'è Santa Maria dale ca(n)delle, S(an)c(t)a Maria de março, Santa Maria de meço avost...

2.4.1 Connette un infinito ad un costituente precedente.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 31.18: che 'l suo testo sia recato in sìe piane parole che molto fae da intendere tutti...

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 57, pag. 5: Le vie ke den far frugio eo comenz da podhar, / Le que den fi podhae per mei fructificar...

[3] Doc. venez., 1282 (2), pag. 9.5: sia tenuta da far cantar CC messe per anima mia.

[4] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 198.26: che 'l prometesse da redur li Zudei in terra de promission...

[5] Doc. venez., 1307 (8), pag. 49.20: Item s'eo incontra fasse, abia baillia da mi constrençere alla soa vollontade mentre quelo dibito cha ·de s(er)rà non serà pagado od acordo ·de fose.

[6] Doc. gen., c. 1320, pag. 23.23: Per che, quando ve piaxesse da mandar la vostra ambaxà in corte de Roma...

[7] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 5, pag. 173.11: per lo perduto navigio fu costretto da lassare i compagni in terra ignota.

[8] Doc. castell., 1354, pag. 117.23:. Et se se vendesse, fossaro tenuti da me(n)darla el comuno citadini (e) co(n)tadini de Castello al comuno et a q(ue)lli d' Ogobbio...

[9] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 8, pag. 145.6: Il che, acciò che meglio fare si potesse, gli parve da dover loro i nomi mutare, e così fece...

[10] a Codice dei beccai, 1385 (ferr.), Statuti, pag. 240.2: fia condanato cului che la vendè in soldi quaranta de marchesam e intro la perdeda de le carne, da esere destribuide entro ie poveri de i ospedali et entro i presonieri...

[11] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 27, pag. 258.6: Daieva lo muodo, l'ordine da fare cose e lli fatti prestamente, de chiudere li passi donne se facevano le offese, de prennere uomini e spie.

[12] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 25, pag. 154.9: delli q(u)ali modi ijo ne p(ro)pono da manifestare dui solamente, altri modi lasso a cquilli ch(e) so' b(e)n insengnati nell'arte.

2.4.2 [In correlazione con a o altra prep.:] introduce un confronto, una correlazione o un rapporto di reciprocità.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 19, pag. 523: tute ch' à nome civite no son par de valença: / da l'una a l'autra femena sì è gran diferença, / plui qe no è dal Trigris a lo flume de Rença.

[2] Lett. sen., 1253 (2), pag. 204.23: p(er)ché voi intendeste i patti che sono da me (e) da lloro ançi ch'ellino si scrivesero...

[3] Lett. sen., 1262, pag. 283.31: se p(r)ima non à achordo dal signiore di Sori a loro...

[4] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 1, pag. 64.25: faremo una similitudine e una comparazione da le genti a le stelle...

[5] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 8, pag. 21.2: Che aguaglio può esser da la cosa finita a quella che non ha fine, da la cosa piccola alla grande, da la cosa temporale a la eternale?

[6] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 22 parr. 1-8, pag. 87.5: e nulla sia sì intima amistade come da buon padre a buon figliuolo e da buon figliuolo a buon padre...

[7] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 15.19, pag. 54: «Como da tene a mene fo appicciato amure, / simo reiunti en pene con etterno sciamure...

[8] Doc. pist., 1294-1308, pag. 144.12: li patti da lui a me sono ched io lo debbo sovenire di biada...

[9] a Doc. ravenn., 1352, pag. 446.2: Infrascritti enno i patti dai patruni delo spedale dela Mis(er)icordia da Raven(n)a a Çuani de s(er) Ondedeo da Restino.

[10] Lett. volt., 1348-53, pag. 201.5: a noi è stato decto che de' facti ragionati da te a noi messer Antonio nostro vicaro ti de avere ragionate e cercate certe parole...

[u.r. 10.03.2023; doc. parzialm. aggiorn.]