RANA s.f.

0.1 rana, rane, rani, ranne.

0.2 Lat. rana (DELI 2 s.v. rana).

0.3 Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Zucchero, Santà , 1310 (fior.); Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.).

In testi sett.: Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Libro de conservar sanitate, XIV s.q. (venez.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

In testi mediani e merid.: Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.).

In testi sic.: Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.).

0.5 Locuz. e fras. rana verde 1.

0.7 1 [Zool.] Nome di diverse specie di anfibi dell'ordine degli Anuri, che si caratterizzano per il corpo tozzo, le zampe posteriori atte al salto e il verso stridulo. [Anche:] lo stesso che rospo.

0.8 Maria Fortunato 19.09.2014.

1 [Zool.] Nome di diverse specie di anfibi dell'ordine degli Anuri, che si caratterizzano per il corpo tozzo, le zampe posteriori atte al salto e il verso stridulo. [Anche:] lo stesso che rospo.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 23, pag. 185.26: i quali del loro paiese erano usciti, e lasciate le loro abitagioni, perchè vi erano tante rane e sorici abbondati, che non li potieno sofferire...

[2] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 59, pag. 75.27: Quando la rana vide lo buoe grasso giacere, desiderava d'essere così grande como lo buoe...

[3] a Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.), 42, pag. 19.15: Vale contr'a' morsi velenosi digl'animali, serpenti e rane ed altri velenosi animali...

[4] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), Rubriche, pag. 62.22: Capitol de la rana.

[5] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 1, cap. 14, pag. 105.23: e che rane e botte apaiano sopra la terra abondevolemente...

[6] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 32, 25-39, pag. 750, col. 2.22: Qui tocca del sito delle anime che in quello logo sono punite e dixe exemplificando che sí come lo luglio sta le rane a gracidare o ver cantare cum lo muxo for de l'aqua...

[7] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 9, pag. 46.17: La nemica biscia de le rane si è la serpe.

[8] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 13, pag. 62.2: e chusì confermava l'entraa de le ranne e l'oste de le lagoste, e çò dixevan gli vermi e le garruole e le sutil cinççale da le lance longhe...

[9] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 9, pag. 37.17: E, come fu ciò fatto, eccote di tutte le acque di Egitto usciano rane in tanta quantità, che coperseno tutto lo reame...

[10] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), 2.10, pag. 695: El gran diletto ch'io abbo in contado, / sì è d'odir cantar rane e saleppe, / e le lucerte correr per le greppe.

[11] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 29, pag. 289.12: Botta et rana sì ène tutto una cosa, ed ène uno animale picciolino et dimora in terra et in acqua, ma quelle dela terra sono peggiori et più venenose che non sono quelle del'acqua.

[12] Libro de conservar sanitate, XIV s.q. (venez.), De caçar via animali velenosi, pag. 36.1: Consequentemente, sengnor mio, imperciò che spessame(n)te ve besogna d'andar fora (e) alguna fiada in logi deserti e salvedegi in li q(ua)li è paura de animali velenosi, donq(ua) a caçarli via, maximamente li serpenti e le rane...

[13] Gl Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 54.23: Sappiate che quattro generationi sono di veleno; lo primo uccide infracidando, siccome fae uno animale ch'èe appellato lepus marino, et rana velenosa, cioè bocta...

[14] Gl Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 39, pag. 51.7: Item li pulviri di rana idest la bufa, purtata dintru unu sakitellu per una femmina, farrà ki non gecti may sangui...

- Rana verde.

[15] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 15, vol. 3, pag. 224.5: Lo letame ha i semi che ingenerano le verdi rane; e gènerale sanza piedi: poi dà loro le gambe acconce a notare: e acciò che quelle sieno acconce a lunghi salti, la misura di drieto avanza le parti di nanzi.

[16] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Bestiario, cap. 17, pag. 421.3: Qua(n)do el sangue de la ranaverde fi metù in lo luogo, donde è cavè i pilli de la palpiera, no li lassa più crescere.