DIPSA s.m./s.f.

0.1 dipsa, dipsade, dipsas; a: dipsadi, dipsal. cfr. (0.6 N) dissuse.

0.2 Lat. dipsas.

0.3 Tesoro volg., XIII ex. (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Tesoro volg., XIII ex. (fior.); a Lucano volg., 1330/1340 (prat.).

In testi sett.: Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Un'occ., deformata in dissuse da un errore di copia (e che l'ed. propone di correggere in dissasse), è inChiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 24, pag. 186.18: «v'è un'altra gienerazione che ànno nome dissusse; questi ànno questa natura che chome ànno morso l'uomo, tutta l'acqua del mondo no gli torrebbe la xete e chosì beendo l'uomo schoppia e muore».

Doc. esaustiva.

0.7 1 [Zool.] Tipo di serpente velenoso, minuscola e estremamente velenosa.

0.8 Giulio Vaccaro 16.09.2014.

1 [Zool.] Tipo di serpente velenoso che con il suo morso provocava una sete anche mortale.

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 2, pag. 79.7: quel ch'è chiamato dipsade fa con suo fiato morire l'uomo. || Il rif. al fiato mortale non ha corrispondenza in altre versioni del volg.: v. Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 20, pag. 285.5: «aspidosì fae morire l'uomo di sete quando lo morde», e cfr. la vers. del ms. Laur. XC inf. 46 («aspido fa morire l'omo cui elli morde di sete»). edita da Ravani-Dotto, Il bestiario, p. 106. Cfr. B. Latini, Tresor, I, 138,1: «aspide fait morir de soif l'ome qu'il a mordu».

[2] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), Rubriche, pag. 61.7: Capitol del dipsas.

[3] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. IX [Phars., IX, 587-618], pag. 177.1: Gli secchi aspidi erano nella margine, e ' dipsadi erano assetati nel meço dell'acqua.

[4] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. IX [Phars., IX, 700-733], pag. 179.15: E citale, che sola lascia i suoi scolgli nelle sparte brinate, e la spaventevole dipsal, e la grave amphysena ripiegante il capo verso il corpo e notatore e corrompitore dell'acqua.

[5] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 17.7, pag. 385: La dipsa è un che fra gli altri si prezia, / che, cui morde, con la sete uccide...

[u.r. 02.02.2021]