USURPAZIONE s.f.

0.1 usurpaciuni, usurpagione, usurpatione, usurpazione, usurpazioni; f: osurpatione.

0.2 Lat. usurpatio, usurpationem (DELI 2 s.v. usurpazione).

0.3 f Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.): 1.2; Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.): 1.2.

0.4 In testi tosc.: f Valerio Massimo (red. Va); Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.); Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.).

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342.

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Appropriazione con la forza o la frode (di un bene, materiale o immateriale, che spetta legittimamente a qno altro). 1.1 Atto d'impossessarsi illegittimamente con la forza o la frode (di un potere o una carica). 1.2 Attribuzione (di una qualità o una prerogativa che non spetta). 2 [Per trad. del lat. usurpatio:] uso, esercizio.

0.8 Diego Dotto 06.10.2014.

1 Appropriazione con la forza o la frode (di un bene, materiale o immateriale, che spetta legittimamente a qno altro).

[1] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 155, par. 1, vol. 2, pag. 551.28: Conciosiacosaché non se convenga lo vescovo pate degl povere le ragione loro enn alcuno modo usurpare, e lo vescovo de Peroscia per pretesto d'una usurpatione aggia tolto e tolla de le cose lassate agl povere certe parte...

1.1 Atto d'impossessarsi illegittimamente con la forza o la frode (di un potere o una carica).

[1] f Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.), L. VII, cap. 3, pag. 121v.9: e per così ardita osurpatione di signoria in grandissima lu[c]e sparse le tenebre spessissime agl'occhi de' nimici. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Val. Max., VII, 3, 9: «tam audaci usurpatione imperii».

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 3, vol. 2, pag. 119.15: E, per quista cussì audaci usurpaciuni di imperiu standu issu in gran luci, infusi a li ochi di li inimici densissimi tenebri.

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 7, cap. 3, pag. 494.24: E per così ardita usurpazione d' ufficio e signoria, in grandissima luce sparse le tenebre spessissime alli occhi de' nemici.

[4] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 18, vol. 1, pag. 136.32: Niuno può servire a due signori; dove si dice, che sono li principi e li signori per usurpazione non per ragione.

[5] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 1, cap. 11, par. 5, pag. 60.8: quando i singnori intraprendono a ghovernare e ssengnoreggiare per tirannia, cioè a ssapere quand'ellino volglono per essazzione forze e violenze e usurpazioni essere singnori troppo e non secondo la leggie.

1.2 Attribuzione (di una qualità o una prerogativa che non spetta).

[1] f Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.), L. II, cap. 2, pag. 32v.26: L'usurpatione del cui onore a' padri coscritti ch'egli usasse non piacque, però che i duchi del populo, non da' militi, si sogliono eleggere... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Val. Max., II, 7, 15: «cuius honoris usurpatione».

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 2, vol. 1, pag. 81.18: La usurpaciuni di lu quali hunuri non plaqui a li patri conscritti, ca li duca sulianu creari da lu populu di Ruma, et non da li cavaleri in li exerciti.

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 2, cap. 2, pag. 159.10: A' padri coscritti non piacque, ch' elli usasse l' usurpagione di quello onore, però che li duchi si sogliono eleggere dal popolo, non dalle genti de l' oste.

2 [Per trad. del lat. usurpatio:] uso, esercizio.

[1] f Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.), L. VIII, cap. 15, pag. 144v.33: però ch'egli a' loro volumi i suoi nomi diligentemente agiungono, acciò che quello ch'elli per professione le tolgono via, per usurpatione di memoria aseguiscano. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Val. Max., VIII, 14.ext., 3: «ut quod professione eleuant usurpatione memoriae adsequantur».

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 15, vol. 2, pag. 184.14: Ca issi a li lur vulumi aiunginu li lur nomi per tal que zò, que issi levanu per lur confessiuni, illi lu consecutinu per usurpaciuni di memoria.

[3] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 19, pag. 228.29: In lui essere reale animo, se quello nello ingegno dell' uomo estimavano amplissimo, taciti il giudicassono, e dalla usurpazione della voce s' astenessero. || Cfr. Liv., XXVII, 19, 5: «uocis usurpatione abstinerent».