TRANGUGIARE v.

0.1 tranghugiassero, trangugi, trangugia, trangugian, trangugiano, trangugiare, trangugiata, trangugiati, trangugiato, trangugiò, trangusgiando, trangusgiare, trangusgiava, transgossare.

0.2 Da gogio 'gozzo' (DELI 2 s.v. trangugiare).

0.3 Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Lo stesso che inghiottire (anche fig.).

0.8 Elisa Guadagnini 27.06.2014.

1 Lo stesso che inghiottire (anche fig.).

[1] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 470, pag. 312: Vendetta si 'ndugia, / ma non si trangugia.

[2] Immanuel Romano, XIII/XIV (tosc.), 5.88, pag. 326: Qui vèn poverame - con sì fatte brame, / ch'el brodo col rame - si vòl trangugiare.

[3] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 180, pag. 282.4: dicono che li mercatanti sì le [[scil. perle od altre care cose]] trangugiano quando sono presi, perché no siano trovate da' corsari.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 28.27, vol. 1, pag. 475: la corata pareva e 'l tristo sacco / che merda fa di quel che si trangugia.

[5] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 6, 28-33, pag. 183, col. 1.2: Mostra che quel demonio doppo allo agognare, zoè transgossare de quel cibo che per Virg. li fo gitado, facea tal rimor ch'intronava sí quelle anime che voravenno esser state sorde.

[6] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 10, pag. 394.17: «Molto tosto l'avete voi trangugiata, questa cena.»

[7] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 28, 22-27, pag. 719.33: Che merda fa di quel che si trangugia; cioè che fa feccia di quel che si mangia e mandasi giuso: imperò che trangugiare è mandar giuso...