LASCIVA (1) s.f.

0.1 f: lasciva, lascive.

0.2 V. lascivo.

0.3 f Bono Giamboni, Orosio volg. (ed. Matasci), a. 1292 (fior.): 1.

0.4 Non att. nel corpus.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Lo stesso che lascivia.

0.8 Elisa Guadagnini 23.07.2014.

1 Lo stesso che lascivia.

[1] f Bono Giamboni, Orosio volg. (ed. Matasci), a. 1292 (fior.), L. VII, cap. 6, pag. 100v.20: Nero Ciesare [[...]] Seguitatore di tutti i viçi di Gallicola suo avolo et di tutte le sue retadi, et ancora il soperchiò di lasciva et di libidine et di luxuria et d'avaritia et crudeltade et ancora de tutte l'altre retà. Di lasciva il passò perké, [[...]] coi giullari giucando spesse volte, tutti gli le parea avere vinti. || DiVo; l'ed. compresa nel corpus, Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 5, pag. 440.6, legge: «lascivia». Cfr. Orosio, Hist., VII, 7, 1: «Gai Caligulae auunculi sui erga omnia uitia ac scelera sectator immo transgressor, petulantiam libidinem luxuriam auaritiam crudelitatem nullo non scelere exercuit...».

[2] f Chiose a Valerio Massimo (D - L. I-V), c. 1346 (tosc.), chiosa q [IV.3.14], pag. 107v.18: Pirro s'accostò più alle lascive di Taranto che alla virtù dell'arme con le quali la diffendesse da' Romani... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.