LASCIVIO agg.

0.1 lascivie, lascivio; f: lascivia.

0.2 Da lascivia.

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.); Boccaccio, Corbaccio, 1354-55.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Doc. esaustiva.

0.7 1 [Rif. a una persona, con connotazione neg.:] che tiene un comportamento o assume un atteggiamento sregolato o immoderato; [in partic.:] che tende alla mancanza di moderazione, in partic. nel godimento dei piaceri materiali (spec. i piaceri sessuali). 1.1 [Rif. a sogg. astratti; rif. a det. comportamenti o azioni:] che ha caratteristiche (neg.) di sregolatezza o immoderazione; [in partic.:] immorale, peccaminoso (con rif. spec. alla lussuria); che induce all'immoralità o al peccato (spec. la lussuria).

0.8 Elisa Guadagnini 23.07.2014.

1 [Rif. a una persona, con connotazione neg.:] che tiene un comportamento o assume un atteggiamento sregolato o immoderato; [in partic.:] che tende alla mancanza di moderazione, in partic. nel godimento dei piaceri materiali (spec. i piaceri sessuali).

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 1, cap. 7, pag. 35.24: lo savio huomo starà queto fin a buon pezzo; ma l'uomo lascivio e vago e matto non cura di tempo.

[2] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 15, pag. 124.3: Se tu fai li vestimenti troppo pretiosi sì nne puoi peccare [[...]] in lascivia [[...]], però che l'omo sì nne diventa lascivio et corropto.

1.1 [Rif. a sogg. astratti; rif. a det. comportamenti o azioni:] che ha caratteristiche (neg.) di sregolatezza o immoderazione; [in partic.:] immorale, peccaminoso (con rif. spec. alla lussuria); che induce all'immoralità o al peccato (spec. la lussuria).

[1] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 211-20, pag. 73.16: E primieramente alle fogge nuove, alle leggiadrie non usate, anzi lascivie, e alle disdicevoli pompe si danno...

[2] f Bonsignori, Metam. Ovid., 1375-77 (umbr.-tosc.), Esordio, cap. 3, pag. 50.9: Giove [[...]] se diede tutto a la lussuria e non lassò di fare niuno male che a quella opera s'apertenesse; e per empire meglio le sue lascivie volontadi non perdonò né a sangue, né a natura... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[3] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 22, 73-87, pag. 614.22: lo quale frutto, preso più che non si debbe, fa il cuor de' monaci sì folle; cioè sì stolto, che li fa vaneggiare et intendere a le cose del seculo, a le lascivie e disoneste cose, quando vivendo sobriamente intendrebbeno a la contemplazione d'Iddio.

[4] f Giustino volg., c. 1391-96 (fior.), L. XXX: [XXX.2] Poi, crescendo la licenzia, lo ardire di quella meritrice non potea capere tra le mura della casa reale. La quale era più perversa per la compagnia che 'l re aveva con Agatocle fratello di quella, giovane di lascivia bellezza. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[5] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 116 rubr., pag. 258.1: Prete Juccio della Marca è accusato allo Inquisitore per le sue cose lascivie...