0.1 encomoda, encomodo, incommodi, incommodo, incomoda, incomodi, incomodo.
0.2 Lat. incommodus (DEI s.v. incomodo).
0.3 Cronica deli imperadori, 1301 (venez.): 1.
0.4 In testi tosc.: Stat. pis., 1321; Stat. lucch., XIV pm.; Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.).
In testi sett.: Cronica deli imperadori, 1301 (venez.).
In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342.
In testi sic.: f Chiose a Accursu di Cremona, XIV m. (mess.).
0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.
0.7 1 Che risulta dannoso (a qno) procurando una condizione o una situazione di sofferenza o difficoltà. 1.1 Sost. Ciò che procura una condizione o una situazione di sofferenza o difficoltà. 2 Che non è opportuno. [In partic.:] che non risulta utile (a un det. scopo). 2.1 Sost. Ciò che non risulta utile, adatto o corrispondente a un det. modello o un det. scopo. 3 Sost. Ciò che costituisce un ostacolo o un impedimento a compiere un'azione.
0.8 Diego Dotto 16.03.2015.
1 Che risulta dannoso (a qno) procurando una condizione o una situazione di sofferenza o difficoltà.
[1] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 187.16: Questo dito Comodo a tuti incomodo in la chasa vestale strangulado morì. || Cfr. Mart. Pol., Chron., p. 447: «Iste dictus Commodus cunctis incommodus».
1.1 Sost. Ciò che procura una condizione o una situazione di sofferenza o difficoltà.
[1] Stat. lucch., XIV pm., pag. 77.18: Oltra questo ordinò anco ad vuopo dei fanciulli delle femmine pelegrine che nascono nella casa si facciano piccholi ghiecoli overo culle, acciò che spartitamente giacciano soli, acciò che nessuno inco(m)modo et cosa contraria potesse advenire adla madre lactandoli.
[2] Comm. Arte Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 320, pag. 590.17: Dice l'autore de li incomodi de l'amore.
[3] f Chiose a Accursu di Cremona, XIV m. (mess.), chiosa 177, vol. 1, pag. 190.1: [mesasi] Incomodi. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; commenta Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.): «ià sia chò que issi assaltinu li mesasi di altri commu qui non ànnu ancura pruvati li soy»; cfr. Val. Max., IV, 7.ext., 2: «quatenus alienis incommodis suorum adhuc expertes insultent».
[4] Contemptu mundi (I), XIV sm. (tosc.), cap. 10 rubr., pag. 88.14: Degl' incommodi della vecchiaia.
[5] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 2, cap. 29, pag. 182.26: Così piangiamo, cristianissime anime, scacciamo le superfruità e visii, piangiamo lo diletto spozo nostro bellissimo, e piangiamo lo padre di noi tennerissimo, esca fuora lo pianto agli occhi, escane fuora vedendo lo comuno danno, l'universale incomodo, aspra fortuna di tutti.
2 Che non è opportuno. [In partic.:] che non risulta utile (a un det. scopo).
[1] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 31, pag. 249.1: pericolosa cosa era a' mariti e a' padri avere con incomoda severità dato indugio alla reale libidine. || Cfr. Liv., XXVII, 31, 7: «incommoda seueritate».
[2] f De officiis volg., XIV/XV (tosc.), L. I, cap. 62, pag. 118.20: Nella quale ragione di atti non è incomodo giudicare per gli altri, di che qualità ciascuna di queste cose sia; acciocché se alcuna cosa in coloro non si confà, noi poi la schifiamo. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Cic., Off., I, 146: «Quo in genere non est incommodum».
2.1 Sost. Ciò che non risulta utile, adatto o corrispondente a un det. modello o un det. scopo.
[1] Stat. pis., 1321, cap. 129, pag. 329.12: E se alcuna magagna in quelli panni fusse, quinde quela, se poterò, caverò: altramente, meterò quela là 've meno dampno u incomodo fusse di panno et di vestire; lo quale talierò et denuntierò a colui di cui fusse lo panno.
[2] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 24, par. 1, vol. 2, pag. 366.25: Se alcuno averà via entra la cosa d'alcuno per la quale degga e sia usato d'andare a sua cosa, e quillo de cuie sirà la cosa overo possessione da ciascuna parte, se vorrà essa trare del dicto luoco e mectere per altro luoco d'onde glie sia meno encomodo overo danno, possa essa mutare, tollere e remuovere e mectere altronde...
3 Sost. Ciò che costituisce un ostacolo o un impedimento a compiere un'azione.
[1] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 18, par. 8, vol. 2, pag. 361.17: E se alcuno averà la cosa sua longo la via, possa concedere la via libera d'altronde e per la sua cosa mectere a sua volontà, nonostante la condictione deglie vicine, atantoké se mecta e faccia al modo e a la oguagliança de la prima via sença fraude. E sia simele, oguale e piana en tale modo ke non preste encomodo ad alcune vicine avente ragione d'andare...