INFINITÀ s.f.

0.1 enfinetate, infinità , infinitade, infinitate.

0.2 Lat. infinitas (Nocentini s.v. finire).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.2.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Dante, Convivio, 1304-7; Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.).

In testi sett.: f Framm. Cons. filos., XIV m. (sett.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (14), p. 1325 (abruzz.).

0.5 Locuz. e fras. per infinità 1.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Qualità o condizione di ciò che è senza limiti nello spazio o nel tempo. 1.1 Proprietà di un numero o di una serie che si protrae senza limiti (anche con valore iperbolico). 1.2 Qualità di ciò che eccede ogni limite (anche fig.). 2 Proprietà di ciò che è senza limiti nell'azione o nella conoscenza (di norma come attributo di Dio). 2.1 [Con valore concreto]. 2.2 Proprietà di ciò che si applica indefinitamente.

0.8 Diego Dotto 18.03.2015.

1 Qualità o condizione di ciò che è senza limiti nello spazio o nel tempo.

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 5, cap. 6, pag. 203.5: Quello, adunque, che sostiene condizione di tempo - avvegna che esso, sì come del mondo iudicò Aristotile, nè abbia mai essere cominciato, nè manchi, e la sua vita con infinitade di tempo si distenda - non perciò è tale, che di ragione etterno esser si creda. || Cfr. Boezio, Consol. Phil., V, 6: «vitaque eius cum temporis infinitate tendatur».

[2] f Framm. Cons. filos., XIV m. (sett.), L. V, cap. 6, pag. 71r.8: Dunqua quello che tene la condicione del tenpo, avegna, sì como dise Aristotele del mundo, ch'elo non abia aipudo mai començamento e non manchi mai de esere e la vita soa se perlunghi cum infinitade de tenpo, niente meno ello no è ta<l>le che de raxone el se dibia credere ch'el sia eterno. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[3] f Agostino da Scarperia (?), Città di Dio, a. 1390 (tosc.), L. XI, cap. 5, vol. 4, pag. 195.14: or diranno essi ch'ella [[scil. la sustanzia di Dio]] sia assente e lontana da tanti spazi di luoghi fuori del mondo, ed occupata solamente in uno ed in comparazione della infinitade tanto picciolo luogo, nel quale è il mondo? || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

1.1 Proprietà di un numero o di una serie che si protrae senza limiti (anche con valore iperbolico).

[1] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 1, cap. 8, pag. 18v.4: E sancti si dilatano per glorioso conoscimento alla infinità del numero nel quale debbono la loro gloria multiplicare...

[2] f Agostino da Scarperia (?), Città di Dio, a. 1390 (tosc.), L. XII, cap. 18, vol. 5, pag. 61.18: Così or non conosce Iddio tutti li numeri per la infinitade loro, ed è giunta la scienzia di Dio a una certa somma di numeri, ed ignora e non sa li altri? || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

1.1.1 Grande massa di persone.

[1] Armannino, Fiorita (14), p. 1325 (abruzz.), pag. 385, col. 2.6: Fone in questo tractato millj principaly juraty; senza infinità de multitudene che questi nobilj se trageano dereto.

1.1.2 Locuz. avv. Per infinità .

[1] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 324.14: providono la piazza e vidono sì grande gente per comperare e che molta ne giugne per infinità d' ogni parte...

1.2 Qualità di ciò eccede ogni limite (anche fig.).

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 17, pag. 81.26: La sesta e l'ultima ragione perchè tu dei schifare la cupidità in tutte le tue faccende, e da tagliarla con ferro e con tutto lo tuo ingenio, è maximamente per la sua infinità ; perciò che, se la cupidità non à fine di domandare, secondo che detto è, de'la fuggire quando tu puoi.

2 Proprietà di ciò che è senza limiti nell'azione o nella conoscenza (di norma come attributo di Dio).

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 9, pag. 165.25: sì cche Dio è infinito chosì le sue chose nobilitate ricievono infinitate...

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 79.7, pag. 325: La Bontate enfinita vole enfinito amore, / mente, senno e core, - lo tempo e l'esser dato: / [[...]] / la volontà creata, 'n enfinetate unita, / menata per la grazia en sì alta salita, / en quel ciel d' ignoranzia, tra gaudiosa vita, / co ferro a calamita, - nel non veduto amato.

[3] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 19, pag. 434.25: per lo quale avrebbe veduto che nulla creatura, non che pari di lui, ma nè sofficiente era a comprendere la infinitade della sua potenza...

2.1 [Con valore concreto].

[1] f Agostino da Scarperia (?), Città di Dio, a. 1390 (tosc.), L. XII, cap. 17, vol. 5, pag. 59.1: Ma errano massimamente costoro, intanto che vogliano più tosto andare nel circuito falso che per la via ritta, che misurano secondo la loro mutabile umana e stretta scienzia la mente divina al postutto immutabile e capace d'ogni infinitade, e che numera senza alternazione di cogitazione tutte le cose innumerabili. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

2.2 Proprietà di ciò che si applica indefinitamente.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 13, pag. 123.13: E queste due propietadi hae la Gramatica: ché per la sua infinitade li raggi della ragione in essa non si terminano, in parte spezialmente delli vocabuli; e luce or di qua or di là, in tanto [in] quanto certi vocabuli, certe declinazioni, certe construzioni sono in uso che già non furono, e molte già furono che ancor saranno...