INUMANITÀ s.f.

0.1 innumanità , inumanità , inumanitade; f: inhumanità , inhumanitade.

0.2 Lat. inhumanitas (DELI 2 s.v. inumano).

0.3 Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Doc. esaustiva.

0.7 1 L'essere in contrasto con la natura e la dignità umana. 1.1 Azione o comportamento efferato. 2 L'essere privo o mancante di cortesia e socievolezza, non affinato nell'educazione e nella cultura; rozzezza.

0.8 Diego Dotto 18.03.2015.

1 L'essere in contrasto con la natura e la dignità umana.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 99, pag. 323.6: I' non ti dico, che sii duro, come se non te ne calesse punto, e che tu levi il viso alto al sotterrarlo, e che 'l tuo animo non si smuova alcuna cosa, perocché questo non è vertù, anz'è crudeltà, e inumanità , a non ragguardare la morte de' suoi parenti, e amici, siccome loro medesimi, e non crucciarsi della perdita della sua famiglia. || Cfr. Sen., Ep., XVI, 99, 15: «Inhumanitas est ista, non virtus».

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 33, pag. 566.6: Qui l'Autore sgrida contro i Pisani per la loro inumanitade.

[3] f Pistole di Seneca (red. II), XIV s.q. (fior.), L. XVIII, ep. 99, pag. 66, col. 2.14: Io non dico che tu sia duro, che non te ne caglia fiore e che tu dirizzi il capo e lla cera al sotterare e che 'l tuo coraggio non se ne smuova di neente. Inperciò che questo è inhumanità e crudelità, non virtù, a nnon riguardare la morte de' suoi parenti e amici sì come loro medesimi e di non crucciarsi della perdita della sua famiglia. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

1.1 Azione o comportamento efferato.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 2, vol. 1, pag. 12.2: Tra lli infedeli cominciò questa innumanità crudele, che lle madri e ' padri abandonavano i figliuoli, e i figliuoli i padri e lle madri, e l'uno fratello l'altro e li altri congiunti...

2 L'essere privo o mancante di cortesia e socievolezza, non affinato nell'educazione e nella cultura; rozzezza.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 85, pag. 235.40: Chi dubita, che' vizj dell'animo dell'uomo duri, e 'nvecchiati, i quali no' chiamiamo infermitadi, sono smisurati, ciò sono, avarizia, crudeltà, e inumanità ? || Cfr. Sen., Ep., XI-XIII, 85, 10: «ut avaritia, ut crudelitas, ut inpotentia <impietas>».

[2] f Pistole di Seneca (red. II), XIV s.q. (fior.), L. XIV, ep. 85, pag. 49, col. 4.2: Chi dotta che i vizi del coraggio dell'uomo, invecchiati e duri, i quali noi chiamiamo "infertadi", non sieno smisurati, sì come avarizia, crudeltà, inhumanitade? || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[3] f Della vecchiezza, XIV (tosc.), pag. 37.1: Perciocché li temprati vecchi, non li malagevoli, né gl'inumani leggermente sostengono loro vecchiezza, ma la importunità e la inumanità ad ogni etade è molesta. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Cic., Sen., 7: «importunitas autem et inhumanitas omni aetati molesta est».