QUESTORÌA s.f.

0.1 questorìa; f: questoria.

0.2 Da questore.

0.3 f Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.): 1; Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.): 1.

0.4 Att. unica nel corpus.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 [Nell'antica Roma:] carica, dignità di questore.

0.8 Diego Dotto 16.03.2015.

1 [Nell'antica Roma:] carica, dignità di questore.

[1] f Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.), L. VI, cap. 9, pag. 112r.6: Lucio Silla menoe la sua vita infino alla chiamata della sua questoria sozza di lussuria e di vino e d'amore d'arte di travagliare... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Val. Max., VI, 9, 6: «ad quaesturae suae comitia».

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 9, pag. 459.16: Lucio Silla menoe la sua vita infino alla chiamata della sua questorìa sozza di lussuria e di vino e d' amore d' arte di travagliare.

[3] Gl f Chiose a Valerio Massimo (C - L. II), c. 1346 (tosc.), chiosa 17b [II.2.1], pag. 62.3: «Questore» è tanto dire quanto domandatore overo investigatore, il quale investigava in luogo di giudice de' piati, overo è detto «questore», imperciò ch'era sopra le questioni. Veramente per addietro quegli è stato «questore» che adomandava e procurava i tributi del popolo di Roma e così si può comprendere che lla questoria era alcuna degnitade. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.