PARVO agg./s.m.

0.1 non-parvo, pargo, parv', parva, parve, parvi, parvissima, parvissime, parvissimo, parvo.

0.2 Lat. parvus (DEI s.v. parvo).

0.3 Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.): 1.

0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.); Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.).

In testi sett.: Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.); Rime Mem. bologn., 1301-24, [1310].

In testi mediani e merid.: f Bagni di Pozzuoli, c. 1340 (napol.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.).

0.5 Nota pargo in Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), prob. dettato da esigenze di rima.

Locuz. e fras. non parvo 5.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Di dimensioni modeste. 2 Di quantità modesta. 2.1 Che non possiede o non distribuisce (qsa) in grande quantità; che si risparmia (nel fare qsa). 3 Di breve durata. 4 Di giovane o giovanissima età. 4.1 Sost. Essere animale nato da poco tempo. 5 Di poca o scarsa intensità (anche con valore avv.). 6 Fig. Di scarso o poco valore; di poca importanza; non degno di stima o considerazione. 6.1 Sost. Chi è di scarso valore o modesto (rispetto all'animo, ai mezzi, al rango sociale). 6.2 Sost. Ciò che è di poco conto, di scarsa importanza. 7 Che non si esalta per il proprio valore; che è consapevole dei propri limiti; umile. 7.1 Sost.

0.8 Diego Dotto 29.09.2014.

1 Di dimensioni modeste.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 7, pag. 12.8: adonqua questo ariete ha corna, e s'elli ha corna ha capo; e poi pósaro Albutan, e so' tre stelle lucide parve...

[2] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 150.2, pag. 219: Ahi, che grave dannaggio e che noioso / per un parvo pertuso / forte, ricca e gran nave perire...

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 19.135, vol. 3, pag. 324: e a dare ad intender quanto è poco, / la sua scrittura fian lettere mozze, / che noteranno molto in parvo loco.

[4] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 38.13: Sanguitini rubini parvi braçe XXVJ.

[5] f Bagni di Pozzuoli, c. 1340 (napol.), II De Sudatorio, 20: Lo primo bagno dicese Sudaturo per nomo: / grande profiecto venende de chella parva domo, / però cha multo sudance, se 'nce demura l'omo. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.

[6] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 19, 124-135, pag. 552.37: Che noteranno molto in parvo loco; cioè aranno grande importanzia e terranno poco luogo: imperò che male sarà assai.

[7] f Poes. an. Anda'ne a cena, XIV ex. (tosc.-pad.), 12: Camera strecta e parvo lecticello, / lì non [ghe] giera banco nè bancale, / dove seder potesse a quel zambello. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.

2 Di quantità modesta.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 19, pag. 245.11: Cierto non è ben presto a portare grave pondo di grande ingiuria, chi viene meno nel parvo e tiello grande...

2.1 Che non possiede o non distribuisce (qsa) in grande quantità; che si risparmia (nel fare qsa).

[1] Poes. an. tosc., XIII sm. (2), 37, pag. 8: S'e' 'n ciò vegne permagno, / a meo risco non sol'è: / più val che Francia quanto so calore. / Avendo chi 'l cor porta, / e' de la ment'è porta / chi 'n midir è mai parvo / (ch'i' 'l san dimando parv'ò).

[2] f Ser Pace, XIII sm. (tosc.), P 156.3: Ricorro ala fontana di sciença, / ala piacença - di tucto valore, / sì come parvo di piciola essença, / per voi mia 'ntença - tracta sia d' errore. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.

3 Di breve durata.

[1] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 12.40, pag. 81: e vizai la sua vogl[i]a era intera / di darmi pene, u' son, sì doloroze, / che, sostenerle alcun tanto gravoze, / parva in vita serea sua dimora.

- [Con valore avv.].

[2] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 14.48, pag. 95: Tanto crudel fu punto / di dardo, il qual m'à punto, / che già alcun no di pare / fu, sì como mi pare: / c'ognora in morte vivo, / se parvo i' più vi vo.

4 Di giovane o giovanissima età.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 12.380, pag. 140: Lo re, turbao, a li maistri / comenzá a dir: «Como sei tristi! / Und'è vostra filosofia / che sì tosto fo sorbia / da una parva fantina / chi par cossa sì meschina?»

[2] f Sinibaldo da Perugia, Fedra, a. 1384 (umbr.-tosc.), Cap. 8.115, pag. 104: «O governeccia mia, che parva e gnuda / mille fïade madre me chiamave... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[3] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 18.203, pag. 126: Quatro milïa fue, se il ver bilanço, / huomini, sença donne et parvi putti.

4.1 Sost. Essere animale nato da poco tempo. || Non escludibile un'interpretazione come agg.

[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 8, ott. 63.3, pag. 518: E tal rissa era tra costor, qual vene / tra 'l gioviale uccello e il serpente / il quale i parvi nati di lei tene...

[2] Gl Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 8, 63.3, pag. 518.3: [parvi]: piccioli.

5 Di poca o scarsa intensità (anche con valore avv.).

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 19, pag. 244.27: E, se nnon pietate, paternitate ed amor tennevi locho, ché forse no vi fu unque o fuvi parvo, ov'è senetute, la quale v'è cierta in tenpo e in el capello, in cui senpre abitar dea mansueto e maturo prociedimento?

- Locuz. agg. Non parvo.

[2] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 36, pag. 412.4: non solo a chi in esso e tra esso continuo è, ma a chi lungia e asconde esso e fuggie, defender sé non-parvo affanno è...

6 Fig. Di scarso o poco valore; di poca importanza; non degno di stima o considerazione.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 13, pag. 162.18: Unde vien lui ciò che, da mattissima orbata sciensia, bono sciernendo a male e male a bono, e a parvissimo vile animo suo, che so' visio giaciere e conculcato da essi esser sostene, come venduto e pregion lor, e vole prima d'essi esser servo che cavaleri de Madonna Madre de Dio.

[2] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 48.4, pag. 178: Tanto folleg[g]iare, alcuno, com' pote / de l'altrui doni, e se ne mostri largo, / paiono a me ben cortesïe vòte: / chi tal messione fa, be· ·l tengno pargo.

[3] Poes. an. tosc., XIII sm. (2), 38, pag. 8: Avendo chi 'l cor porta, / e' de la ment'è porta / chi 'n midir è mai parvo / (ch'i' 'l san dimando parv'ò).

[4] Rime Mem. bologn., 1301-24, [1310] 56.9, pag. 87: Ché 'l non sapere o par[v]a canosent¸a / conduce molte genti a falimento / de quel ch' a si medesemo po' despiaçe...

[5] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 15.129, vol. 2, pag. 258: Ed ei: «Se tu avessi cento larve / sovra la faccia, non mi sarian chiuse / le tue cogitazion, quantunque parve.

[6] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 42.11, pag. 587: E nel contrar de l' ira, è pacïente / ciascun, cui tène Amore, inver quel ch' ama, / e grande offesa tèn parva o nïente.

[7] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 4, 133-142, pag. 124.36: non sian parvi; cioè non siano piccoli e none equivalenti.

- [Con prob. valore avv.].

[8] Guittone, Lettere in versi, a. 1294 (tosc.), 30.12, pag. 299: Tutto secol sia reo, have suo bono, / che magno usar ben pono; / ma via maggior da lui partir s'è bello, / e bel di mal partire / e a ben ben venire / parvo stimo senza 'l su' maggiore...

6.1 Sost. Chi è di scarso valore o modesto (rispetto all'animo, ai mezzi, al rango sociale).

[1] Guittone, Lettere in versi, a. 1294 (tosc.), 30.44, pag. 299: Pò magna esser tenuta / in tale e tanto tempo e condizione / di vostro e vostri e voi far dipartuta; / unde non poco muta / a parvi e magni in seguir questione.

[2] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 11.32, pag. 74: La ch'era comunansa / àno sodutta in parte, / ed àn mizo in disparte / li valorozi e degni e bon' rettori, / per li quali e maggiori / con parvi dividian onor comone.

[3] Comm. Favole Walterius, XIV ex. (ven.), 43.9, pag. 26: Non lize al parvo pareziar el grande, / ma guardar soa vertù quanta si spande.

6.2 Sost. Ciò che è di poco conto, di scarsa importanza.

[1] ? Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 38.49, pag. 104: E tutto, sembra, lui poco sembroe: / parvo par magno fare a magno amante; / unde orrevel del ciel te visitoe...

[2] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 48.13, pag. 125: E se ciò è vero, iniquo è Dio signore, / comandando che non pote om servare: / crede, matto, scusare, / nesciente o reo Dio incusando; / ma sì sé 'ncusa e danna e mal peggiora, / ché parvo è fornicare, / picciol male onne fare, / ver dir peccator Dio; e parvo ancora / dir ello non sia, che dirlo reo.

[3] f Dello da Signa, Non come parvo, XIII sm. (tosc.), P 157.1: Non come parvo par vostra loquença, / ta· semença - di voi par da fore, / sì c' on volere fa vostra volença, / se caunoscença - n' avesse il meo core. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.

7 Fig. Che non si esalta per il proprio valore; che è consapevole dei propri limiti; umile.

[1] Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.), 9, pag. 249.25: Mathias parvus interpretatur. [[...]] Eisament noi nos devem tenir parve per humilità e tota superbia e endeig catzar de nos...

7.1 Sost.

[1] Poes. an. pist.>march., XIV, 68, pag. 139: O tu giustizia di virtute luce, / di debili sostegno e d'impotenti, / tu freno a' forti denti, / tu specchio a' giusti, e tu conforto a' parvi, / tu pace di chi teco si conduce, / tu norma di pregiati reggimenti, / tu equalità a le genti...