TOGA s.f.

0.1 toga, toghe, toghi.

0.2 Lat. toga (DELI 2 s.v. toga).

0.3 Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.): 1 (correzione editoriale); Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.): 3.

0.4 In testi tosc.: Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.); Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.).

In testi sett.: Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.); f Frontino volg., a. 1381 (bologn.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. rimettere la toga 3; toga bianca 1.1; toga candida 1.2, 4.1; toga da uomo 1.3; toga dipinta 1.4; toga palmata 1.5; toga pretesca 1.6; toga pretesta 1.6; toga virile 1.7.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Nota che l'es. in Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.) è almeno dubbio per lez. e cronologia: in apparato l'ed. informa che tutti gli altri mss. consultati recano la lez. togne, prob. corruttela di togue. Cfr. Fet des Romains, p. 353: «viengent en s'aide li senator, qui sont plus usé de ce vestement de pes que l'en claime togue que de haubers ne de porpoinz» a fronte di Luc., Phars., I, 311-12: «ueniat longa dux pace solutus / milite cum subito partesque in bella togatae», da cui si ricava che la glossa è da connettere a «delicate vestimenta».

0.7 1 [Nell'antica Roma:] veste tipica dei cittadini romani liberi, indossata in tempo di pace, costituita da un ampio panno di lana bianca di forma semicircolare che avvolge trasversalmente il corpo o più spesso la tunica, fasciando il braccio sinistro e lasciando libero il destro. 1.1 Locuz. nom. Toga bianca: lo stesso che toga candida. 1.2 Locuz. nom. Toga candida: toga sbiancata con il gesso, indossata dai candidati che ambiscono a una carica elettiva. 1.3 Locuz. nom. Toga da uomo: lo stesso che toga virile. 1.4 Locuz. nom. Toga dipinta: toga ricamata, indossata dai generali in occasione dei trionfi o dai magistrati in occasione di alcune cerimonie. 1.5 Locuz. nom. Toga palmata: lo stesso che toga dipinta. 1.6 Locuz. nom. Toga pretesta: toga listata di stoffa purpurea, indossata dai figli dei cittadini liberi prima di entrare nell'età virile, dai supremi magistrati cui spetta la sella curulis, dai sacerdoti di alto rango (in opp. alla toga virilis). 1.7 Locuz. nom. Toga virile: toga priva di ornamenti, indossata dall'uomo adulto (in opp. alla toga praetexta). 2 Fig. [In partic. come tratto distintivo dell'identità romana, in opp. al palio, simbolo dell'identità greca]. 3 Fig. Occupazioni civili, in partic. l'attività dei magistrati e dei funzionari della res publica in tempo di pace (di norma in opp. alle attività di guerra). 4 Fig. Autorità civile. 4.1 Fig. Locuz. nom. Toga candida: dignità e onore di chi ricopre una carica elettiva.

0.8 Diego Dotto 22.09.2014.

1 [Nell'antica Roma:] veste tipica dei cittadini romani liberi, indossata in tempo di pace, costituita da un ampio panno di lana bianca di forma semicircolare che avvolge trasversalmente il corpo o più spesso la tunica, fasciando il braccio sinistro e lasciando libero il destro.

[1] Gl Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 1, cap. 5, pag. 76.8: Vengano in suo [[scil. di Pompeo]] aiuto novelli cavalieri: vengano li senatori che so' più usi a delicate vestimenta vestire, che alli asberghi o alle propunte le quali sono appellate toghe.

[2] Gl Comm. Rim. Am. (B), a. 1313 (fior.), ch. 14, pag. 843.7: ma di sopra chiosa «i molti osti della cittadina toga», cioè nel palagio, nella corte dello 'mperadore là dove sono le toghe, cioè quello vestimento di pace...

[3] Gl Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 20, gl. x, pag. 12.25: Toga era vestimento de' nobili Romani facto come quello degl'apostoli dipinti.

[4] Gl f Chiose a Valerio Massimo (A - FN1), a. 1336 (fior.), chiosa z [II.2.9], pag. 10r.6: 'Toga' era uno vestimento largo, semplice, tondo, lungo doppio, fatto a modo di quelli che si cuoprono l'intagli de' santi per la Quaresima. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[5] Gl f Chiose a Valerio Massimo (D - L. I-V), c. 1346 (tosc.), chiosa [II.2.2], pag. 35r.9: «Toga» è una vestimenta romana. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[6] Gl f Chiose a Valerio Massimo (D - L. I-V), c. 1346 (tosc.), chiosa [III.2.17], pag. 70r.10: «Toga» è vestimento che ' Romani usavano in tempo di pace come guarnacca. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[7] Gl Comm. Rim. Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 42, pag. 617.8: «Toga» è la gon[n]ella urbana, i. 'di cità', unde 'gonnella di cità', cioè lo contado.

[8] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. I, pag. 495.1: Le mondisie te piasa; li corpi sia fuscadi dal campo, la toga sia convegnivel e sença soçura... || Cfr. Ov., Ars am., I, 514: «Sit bene conveniens et sine labe toga».

[9] Gl f Chiose a Accursu di Cremona, XIV m. (mess.), chiosa 96, vol. 1, pag. 107.2: [toga] Vestimentu di li avucati. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[10] Gl f Chiose a Accursu di Cremona, XIV m. (mess.), chiosa 370, vol. 2, pag. 185.1: [toga] Vestimentu di li curiali. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[11] f Frontino volg., a. 1381 (bologn.), L. IV, [Prologo-cap. 1], pag. 77r.1: Lucio Pisone comandò ch'el prefetto de una cohorte, perçò che aveva dato loco ai fugitivi, stesse ogni dì nel conspecto con la coreça dela toga tagliata, con la tonega desolta... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Fr., Strat. IV, 1, 26: «cinctu togae praeciso».

[12] Gl f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. I, [vv. 513-14], pag. 41r.10: Et entendi ch'el dise «toga», el quale è nome de vestimenta, la qual usava li Romani en tempo de pase... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[13] Gl f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. III, [vv. 445-46], pag. 106v.31: Çò è a dir: guardàve da quelli li quali porta le toghe, çò è le gonelle de pase, et de sottilissimo fil, çò è de pretiosi drappi, et delicadi, li quali mette en le suo' vestimente più che non ha de cavedal... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; commenta Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.): «né la gonella sottilissima de fil v'enganne»; cfr. Ov., Ars am., III, 445: «Nec toga decipiat filo tenuissima».

1.1 Locuz. nom. Toga bianca: lo stesso che toga candida.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 5, vol. 1, pag. 125.14: Issu medemmi lu filyu di lu superiuri Africanu, adimandaturi di la preturia, purtau la blanca toga in lu campu cussì imbrussinata di maculi di suzzura... || Cfr. Val. Max., IV, 5, 3: «candida toga».

1.2 Locuz. nom. Toga candida: toga sbiancata con il gesso, indossata dai candidati che ambiscono a una carica elettiva.

[1] f Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.), L. III, cap. 5, pag. 50r.1: Costui medesimo, adomandatore della pretoria, la candida toga in tanto oscurata per sozze macchie portò nel campo Marzio... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Val. Max., III, 5, 1: «candidam togam».

[2] Gl f Chiose a Valerio Massimo (A - FN1), a. 1336 (fior.), chiosa z [II.2.9], pag. 10r.12: 'Toga candida', de la quale tutto questo libro è pieno di candidati, era quella la quale per [lo] consiglio portavano coloro che aveano boce d'essere nuovi oficiale, e portavanla per lo consiglio pregando i consiglieri che li dessero la sua boce. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 5, vol. 1, pag. 177.8: avendu mayuri verecundia di la dignitati di Scevola ca lu appetitu di la preturia, per qui issu purtava la candida toga. || Cfr. Val. Max., IV, 5, 4: «candidae togae».

[4] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 3, cap. 5, pag. 227.10: Costui medesimo, adomandatore d' essere pretore, portò in Campo Marzio la candida toga oscurata di sozze macchie...

1.3 Locuz. nom. Toga da uomo: lo stesso che toga virile.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 7, cap. 1, pag. 472.17: Tanti parti, tanti accrescimenti di famiglia, tante togheda uomo, tante nozze di matrimonii, tante dignitadi d' onori e d' imperii, somma abbondanza d' ogni allegrezza li fu; [mentre] che in questo tanto niuna morte, niuno pianto, niuna cagione di tristizia fu a lui. || Cfr. Val. Max., VII, 1, 1: «tot uiriles togae».

1.4 Locuz. nom. Toga dipinta: toga ricamata, indossata dai generali in occasione dei trionfi o dai magistrati in occasione di alcune cerimonie.

[1] Gl f Chiose a Valerio Massimo (A - FN1), a. 1336 (fior.), chiosa z [II.2.9], pag. 10r.10: 'Toga palmata' era la quale usavano coloro che recavano vittoria de' nemici, e chiamavasi anche 'togadipinta', perché tessuta con palme era entro la vittoria avuta de' nemici figurata. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[2] f Chiose a Valerio Massimo (D - L. I-V), c. 1346 (tosc.), chiosa b [III.4.2], pag. 79v.17: che 'l triunfatore andasse in su uno carro d'oro con iiii cavalli e le toghedipinte e le gonnelle palmate e tutte le bellezze e grandezze per le quali risplende la dignità de lo imperio. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[3] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 10, cap. 15, pag. 471.3: Quivi Massinissa primieramente fu da lui chiamato re, e d' altissime laudi ornato, e donogli una corona d' oro, e una patera d' oro, e una sella curule e uno scipione d' avorio e una toga dipinta e una tunica palmata. || Cfr. Liv., XXX, 15, 11: «toga picta».

1.5 Locuz. nom. Toga palmata: lo stesso che toga dipinta.

[1] Gl f Chiose a Valerio Massimo (A - FN1), a. 1336 (fior.), chiosa z [II.2.9], pag. 10r.9: 'Toga palmata' era la quale usavano coloro che recavano vittoria de' nemici, e chiamavasi anche 'toga dipinta', perché tessuta con palme era entro la vittoria avuta de' nemici figurata. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

1.6 Locuz. nom. Toga pretesta: toga listata di stoffa purpurea, indossata dai figli dei cittadini liberi prima di entrare nell'età virile, dai supremi magistrati cui spetta la sella curulis, dai sacerdoti di alto rango (in opp. alla toga virilis).

[1] f Deca quarta, a. 1346 (fior.), [I.11], vol. 5, pag. 33.10: A costoro furono altresì dati grandissimi doni ch'essi portassero al re Massinissa: ciò furono, vassellamenti d'oro e d'argento, ed una toga purpurea, ed una gonnella palmata, ed uno scettro d'avorio, ed una toga pretesta con una sedia curule... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Liv., XXXI, 11, 11: «toga praetexta».

[2] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 4, pag. 197.8: Appresso fu loro comandato, che essi dovessero andare agli altri regoli d' Africa; e ancora, che a questi regoli fossero donate, portarono toghepreteste e patere d' oro di tre pondi. || Cfr. Liv., XXVII, 4, 9: «togae praetextae».

- [Come equivalente del lat. (toga) praetexta, con incrocio paretimologico con prete a causa dell'alta dignità civile o religiosa di chi indossa la pretesta:] locuz. nom. Toga pretesca.

[3] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 8, pag. 206.5: conciò fosse cosa L. Licinio pretore di quella il menasse fuori, appellò a' tribuni della plebe, e flamine l'antica ragione del sacerdozio raddomandava, cioè che a Gneo Flaminio fosse dato ciò con toga pretesca e con sella curule. || Cfr. Liv., XXVII, 8, 8: «cum toga praetexta et sella curuli».

1.7 Locuz. nom. Toga virile: toga priva di ornamenti, indossata dall'uomo adulto (in opp. alla toga praetexta).

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 4, vol. 2, pag. 33.29: Quista pietati invidiau Marcu Cotta: jn quillu medemmi iornu que issu pillyau la togavirili, tantostu que issu sisi da lu Capitoliu, acitau Gayu Neyu Carbuni... || Cfr. Val. Max., V, 4, 4: «togam uirilem».

[2] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 6, cap. 19, pag. 126.4: A queste cose già quindi dal cominciamento preparante gli animi, d' allora che la virile toga prese, in niuno dì alcuna cosa pubblica o privata fece, prima che in Campidoglio andasse, e entrato nel tempio sedesse e più tempo quivi solo e in segreto ponesse. || Cfr. Liv., XXVI, 19, 5: «togam uirilem sumpsit».

2 Fig. [In partic. come tratto distintivo dell'identità romana, in opp. al palio, simbolo dell'identità greca].

[1] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 20, pag. 12.18: Nè a' decti magistrati mancavano gli studi della doctrina, arbitrando che in tutte le cose il palio (gl. u) si dovesse somettere alla toga (gl. x), riputando indegna cosa che l'onore e l'autoritade de lo 'mperio fosse conceduto al dilecto e a la suavitade delle lectere. || Cfr. Val. Max., II, 2, 2: «pallium togae subici debere».

[2] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), Prologo, pag. 8.10: Così, dilunge stando, nelle scuole degli Ateniesi hai studiato; e sì a' cori de' palliati la toga mescolasti, che la dottrina de' Greci hai fatta romana.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 56.27: Non que issi li officiali non intendissiru ben lu grecisku, ma issi volsiru que in ogni cosa lu palliu, [vestita di cavaleri], fussi suiettu a la toga, vestuta di li consuli...

3 Fig. Occupazioni civili, in partic. l'attività dei magistrati e dei funzionari della res publica in tempo di pace (di norma in opp. alle attività di guerra).

[1] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), pag. 362.21: Elli ci sono le corti e le leggi e gli amici per li quali sii avugado; va' adunque per le splendienti osti della cittadina toga. || Cfr. Ov., Rem., 152: «Vade per urbanae splendida castra togae».

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 2, vol. 1, pag. 107.7: Eciandeu la furtiza de la toga esti da essiri insitata a li operi cavalariski, la quali manifestata amerita una medemma laudi intra la curti et a lu exercitu.

[3] f Valerio Massimo (red. V2), c. 1346 (tosc.), L. III, cap. 2, pag. 71r.5: [III.2.19] Ma come (ch. d) noi rappresentammo di sopra essempli d'armi e di toga, così rapresentiamo ora altresì il divino Cesare... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Val. Max., III, 2, 19: «Sed ut armorum togaeque prius, nunc etiam siderum clarum decus».

[4] Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), pag. 144.26: Sono mercati, son legge, sono amici li quai tu difendi; va' per le belle castella de la toga urbana...

[5] f De officiis volg., XIV/XV (tosc.), L. I, cap. 29, pag. 61.14: Ma quel fatto è ottimo, nel quale io odo essere assalito da tristi ed invidiosi: "le armi cedano alla toga, e il trionfo ceda alla lingua". || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Cic., Off., I, 77: «cedant arma togae».

- Fras. Rimettere la toga: tornare alle occupazioni civili.

[6] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 29.32, pag. 84: Ma tanto, lassa!, del mio mal mi lagno, / al ricordo che la saga vestio, / che gli occhi e 'l volto di lagrime bagno. / Vero è ch'apresso, pensando com'io / mi rimisi la toga, mi conforto / e Cesar lodo qui con gran disio.

4 Fig. Autorità civile.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 8, cap. 16, pag. 596.7: Però che la toga fece duca Scipione contra quelli d' Africa, e l' armi il chiesero per duca. || Cfr. Val. Max., VIII, 15, 1: «toga enim Scipionem ducem aduersus Poenos creauit»; cfr. Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.): «però che i senatori fecero duca Iscipione contro agl'Africani».

[2] Gl Chiose a Valerio Massimo ("A" - FL2), 1390/92 (fior.), chiosa i [VIII.15.1], pag. 143r.2: [Però che la toga] Ciò è il senato.

4.1 Fig. Locuz. nom. Toga candida: dignità e onore di chi ricopre una carica elettiva.

[1] f Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.), L. IV, cap. 5, pag. 69r.3: Adunque pregava lui ch'egli imprendesse maggiore vergogna di sua dignitade da llui, mentre ch'elli servia a cosa sconvenevole, che nonn era operare per rispetto della sua candida toga. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Val. Max., IV, 5, 4: «candidae togae».

[2] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 34, pag. 253.13: Uno solo era nella città il quale ciò rifiutava, e colui era quello, a cui era offerto l' onore, il quale accusava la levità della città, dicendo, che a colui del quale sordidato non avevano avuta misericordia, ora la candida toga, non volendo egli, gli offerivano, e in uno medesimo gli onori e le pene portavano.