GIOGO s.m.

0.1 ço, çogo, çovi, çovo, çugo, giochi, gioco, gióco, gioghi, giogho, giogo, giovo, giughi, giugo, giuóchi, giuogo, iogi, iogo, iuge, iughi, iuge, iugi, iugo, iugu, iuvi, iuvu, jogi, jugu, juvu, zog, zogo, zovi, zovo; a: çóuo; f: çuoghi.

0.2 Lat. iugum (DELI 2 s.v. giogo).

0.3 a Omelia padov., XIII s.q.: 3.7; Jacopo Mostacci (ed. Contini), XIII pm. (tosc.): 3.20.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Jacopo Mostacci (ed. Contini), XIII pm. (tosc.); Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Albertano volg., 1275 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.); Stat. sen., a. 1338.

In testi sett.: a Omelia padov., XIII s.q.; Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Doc. padov., 1368 (2); Niccolò de' Scacchi, p. 1369 (ver.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Manfredino, a. 1328 (perug.); Stat. perug., 1342; Stat. Montecassino, XIV (luc.); Destr. de Troya, XIV (napol.); Gloss. lat.-eugub., XIV sm.; Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Nota il plur. neutro iuge.

Locuz. e fras. andare a giogo 1; andare sotto il giogo 1; andare sotto un giogo 1; calcare i campi con giogo 3.1; costringere i campi con giogo 3.1; da giogo 1; dolce giogo 3.20; essere sotto il giogo 3.2; gettare il giogo 3.3, 3.18.1; giogo dei buoi 2; giogo della cavalleria 4.2; giogo maritale 3.19; giogo mortale 4.1; giogo reale 3; imporre il giogo 3.4; imporre il giogo ai colli 3.4; levare il collo dal giogo 3.20.1; levare il giogo 3.5; levare il giogo dal collo 3.5; mettere al giogo 3.6; mettere il collo a giogo 3.6, 3.18.2; mettere il giogo 3.6; mettere sotto il giogo 3.6; porre il giogo 3.7; porre il giogo sopra i colli 3.7; porre il giogo sopra il collo 3.7; porre giù il giogo 3.21; porre sotto giogo 3.7; portare il giogo 3.9, 3.18.3; ricevere il giogo 3.9; ridurre sotto il giogo 3.10; riporre il giogo 3.11; ritrarre il collo dal giogo 3.12, 3.20.2; ritrarre il collo sotto il giogo 3.12; soggiogare sotto il giogo 3.18.4; sommettere il collo sotto il giogo 3.13; sottomettere al giogo 3.14; sottomettere il collo al giogo 3.18.5; sottomettere il collo sotto il giogo 3.20.3; sottomettere sotto il giogo 3.20.3; sottoporre al giogo 3.15; tirare i colli di sotto al giogo 3.16; trarre dal giogo 3.20.4; trarre il collo di sotto al giogo 3.16, 3.20.4; trarre il collo di sotto dal giogo 3.20.4; venire sotto giogo 3.17.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Nel signif. 'sommità di montagna allungata' il termine ricorre già nel 1194 in una carta lat. di area fior.: cfr. GDT, p. 305: «in Mucello a giogo alpis usque ad Pilam...».

0.7 1 Attrezzo sagomato che si attacca al collo o alle spalle di animali da tiro per consentirne la sottomissione, facilitarne la manovra e aumentarne la trazione. 1.1 Coppia (di animali da tiro). 1.2 [Mis.] [Per trad. del lat. iugerum:] nell'antica Roma, unità di misura di superficie pari all'area che due buoi aggiogati possono arare in un giorno. 2 [Nell'antichità:] asta posizionata in orizzontale legata a due aste posizionate in verticale sotto cui venivano fatti passare i vinti in segno di sottomissione e umiliazione. 3 Fig. Rapporto di sottomissione o asservimento che qno esercita su qno altro (anche in senso morale o spirituale); vincolo oppressivo di dipendenza di qno da qno altro. 3.1 Fras. Calcare / costringere i campi con giogo: invadere un territorio. 3.2 Fras. Essere sotto il giogo: essere in una condizione di asservimento. 3.3 Fras. Gettare il giogo: liberarsi da una condizione di asservimento. 3.4 Fras. Imporre (il)giogo (ai colli): ridurre all'obbedienza o a una condizione di asservimento; esercitare una forma di dominio o di comando. 3.5 Fras. Levare il giogo (dal collo): liberare da una condizione di asservimento. 3.6 Fras. Mettere (sotto) il giogo, mettere (il collo) a / al giogo: ridurre all'obbedienza o a una condizione di asservimento; assoggettare. 3.7 Fras. Porre (sotto / il)giogo (sopra il collo / i colli): ridurre all'obbedienza o a una condizione di asservimento; assoggettare. 3.8 Fras. Portare il giogo: essere in una condizione di asservimento. 3.9 Fras. Ricevere il giogo: venire ad essere in una condizione di asservimento. 3.10 Fras. Ridurre sotto il giogo: ridurre all'obbedienza o a una condizione di asservimento; assoggettare. 3.11 Fras. Riporre il giogo: ridurre all'obbedienza o a una condizione di asservimento; assoggettare. 3.12 Fras. Ritrarre il collo sotto il / dal giogo: liberarsi o svincolarsi dagli obblighi che si è tenuti a rispettare; cessare di essere asservito o assoggettato. 3.13 Fras. Sommettere il collo sotto il giogo: ridurre all'obbedienza o a una condizione di asservimento; assoggettare. 3.14 Fras. Sottomettere al giogo: ridurre all'obbedienza o a una condizione di asservimento; assoggettare. 3.15 Fras. Sottoporre al giogo: ridurre all'obbedienza o a una condizione di asservimento; assoggettare. 3.16 Fras. Tirare / trarre il collo di sotto al giogo: liberare da una condizione di asservimento. 3.17 Fras. Venire sotto giogo: venire ad essere in una condizione di asservimento. 3.18 Condizione o stato di assoggettamento e obbedienza volontari (alla legge di Cristo). 3.19 [Con rif. al matrimonio:] vincolo che tiene legati marito e moglie. Giogo maritale: vincolo coniugale. 3.20 [Con rif. al sentimento amoroso:] vincolo che tiene legato l'amante all'amata. 3.21 Estens. Funzione di chi esercita un comando. Fras. Porre giù il giogo: dimettersi da una carica. 4 Fig. Condizione o stato di grave pena, sofferenza o più generic. fatica che risulta difficile da sostenere. [In partic.:] ciò che costituisce un grave peso o un impegno oneroso (anche in senso morale o spirituale). 4.1 Giogo mortale: la vita umana in quanto peso che grava su una persona. 4.2 [Con rif. all'etica cavalleresca:] giogo della cavalleria: insieme degli oneri connessi all'assolvimento dei compiti propri di un cavaliere. 5 Estens. Sommità di una montagna o di un colle. 5.1 Valico. 5.2 Catena montuosa. 5.3 Estens. Luogo di montagna. 6 [Agr.] Struttura per la coltivazione della vite in cui i tralci sono legati a un solo sostegno disposto in orizzontale.

0.8 Diego Dotto 18.11.2014.

1 Attrezzo sagomato che si attacca al collo o alle spalle di animali da tiro per consentirne la sottomissione, facilitarne la manovra e aumentarne la trazione.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 19, pag. 256.1: come 'l toro che nonn à giogo, sì è bisognio che lo pur abbia, et così non posso vivere nè con teco nè sanza te...

[2] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 20, pag. 138.19: Ed Ovidio adirato con una sua amica disse: «I(n)nodierotti s'io potrò, e sse no co(n)tra vollia t'amerò, ke -l toro no(n)n ama lo iogo et sì pur à quello ch'è inn odio...

[3] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 3, cap. 2, pag. 154.18: e lo toro abbe aconcio lo còllo al giogo, e le gambe denanzi torte e piegate ennentro perché lo strascino non li ofenda...

[4] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 13: Et Ovidio, adirato con una sua amica, disse: odieròti se potrò, (et) se nno (con)tra volontà t'amerò, che lo thoro no(n) ama lo giovo (et) sì l'àe...

[5] Manfredino, a. 1328 (perug.), 2.8.11, pag. 173: Però sì t'aparecchia - ed alza il grembo / a sostener la guerra e tinte rogo, / ch'al bove, per domar, si pon lo giogo.

[6] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 68.13: Gli cavalli furono abbattuti, e fecioro il salto a dietro; trassoro i colli dal giugo, e lasciano i rotti freni.

[7] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 520.33: era mestieri che egli mettesse i detti buoi sotto il giogo e costringnerli ad arare coll'arato la terra...

[8] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 289.12: hoc iugum, iugi, el giogo.

[9] Doc. padov., 1368 (2), pag. 23.7: it(em) uno giogo (e) una co(r)regia da boe.

[10] Senisio, Caternu, 1371-81 (sic.), vol. 1, pag. 47.8: zappulli tri et iuvi ij cum li loru cunzeri...

[11] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 3, pag. 65.25: Intando appe presto lo iugo e l' aratro e ionse li buoy insembla diligentemente...

[12] Gl Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 121.6: Hoc jugum, gi id est lo iugo et summitas montis.

[13] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 138.19: VII cento para di bovi araturi et VII cento para de bovi che non aveano portato ancora el iugo.

- Fig. [Con rif. ai cigni del cocchio di Venere].

[14] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 348.8: Il giuoco hae fine; tempo è che discendano i cigni, i quali menaro i nostri giuóchi col suo collo. || Cfr. Ov., Ars am., III, 809-810: «Lusus habet finem: cygnis descendere tempus, / Duxerunt collo qui iuga nostra suo».

[15] f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. III, [vv. 809-10], pag. 122r.20: et è tempo che li cisini se desparta, li quali ha demenado li nostri çuoghi, over çovi, cum lo so collo. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

- Andare a / sotto il giogo.

[16] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 12.1, vol. 2, pag. 191: Di pari, come buoi che vanno a giogo, / m'andava io con quell' anima carca, / fin che 'l sofferse il dolce pedagogo.

[17] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 12, pag. 197.3: Segue il poema, ch' elli andòe con Oderigi a ppari a ppari (come vanno l' uno bue con l' altro, quando vanno sotto il giogo) infino che 'l dolce pedagogo, cioè Vergilio, il sofferse.

- Fras. Andare sotto un giogo: stare unito l'uno all'altro.

[18] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 5, 3.6, pag. 188: Chi a due ver tante battaglie involve, / Che que' che paion con ragione stare / Ciascun per sè in essenza verace, / Non lascia insieme sotto un giogo andare? || Cfr. Boezio, Consol. Phil., V, III.5: «Eadem nolint mixta iugari».

- Locuz. agg. Da giogo.

[19] Stat. sen., a. 1338, pag. 49.18: ciascuna persona ch'à paio di buoi da giogo, sia tenuto di pagare V soldi denari senesi...

[20] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 176, vol. 2, pag. 63.2: altri camelli da soma e da giogo...

[21] Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 247.3: ànno presi huomeni et gharzoni più di ciento, et bestiame grosso da giogho bestiale...

1.1 Coppia (di animali da tiro).

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 7, cap. 1, pag. 473.23: Per la qual cosa rispuose superbamente a colui, che si gloriava per lo splendore della sua fortuna, ch' elli lodava più una lieta capanna per sicurtade, che trista magione per li pensieri e sollicitudini; [[...]]; et uno et un altro giogo di buoi di più agevole difensione, che l' oste e l' arme e la cavaleria carica delle divoratrici spese... || Cfr. Val. Max., VII, 1, 2: «iugum boum» e Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.): «duy para di boy di ligera guardia oy defensiuni».

[2] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 27.157, pag. 187: L'altro: - De cinque iuge ò grande brama / che ò comprato - rispuoxe il secondo - / Voe a provargli, perché ò voglia grama. || Cfr. Luc., 14.19: «iuga boum emi quinque».

[3] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 6, 43-54, pag. 184.7: aveva uno suo podere che era quattro giugeri; cioè quanto in uno di' possono arare quattro iugi.

1.1.1 Estens. Coppia (di persone).

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 4, vol. 2, pag. 39.15: La quali etati nostra vitti lu fraternu jugu in prima di la genti Claudia et eciandeu modu hunuri di la genti Julia, [Octavianu imperaduri]. || Cfr. Val. Max., V, 5, 3: «fraternum iugum».

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 5, pag. 376.22: quello ch' io racconterò è ornamento del nostro tempo, al quale avviene di vedere il fraterno giogo, lo quale fu prima onore della schiatta Claudia e poi della famiglia Julia.

1.2 [Mis.] [Per trad. del lat. iugerum:] nell'antica Roma, unità di misura di superficie pari all'area che due buoi aggiogati possono arare in un giorno. || Att. solo in Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 3, vol. 1, pag. 163.17: dunanduli C jogi di campu et X cattivi... || Cfr. Val. Max., IV, 3, 4: «centum iugeribus».

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 8, vol. 1, pag. 190.26: Sò c'a cuntari vinimu poca cosa fu, ca fu unu fundu di VIJ iogi qui era in Pupinia... || Cfr. Val. Max., IV, 8, 1: «septem iugeribus».

2 [Nell'antichità:] asta posizionata in orizzontale legata a due aste posizionate in verticale sotto cui venivano fatti passare i vinti in segno di sottomissione e umiliazione.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 124.26: E Ccrenio mandao a dicere a lo filio pro vergonia de li romani no lli occidessi, ma li tollessi tucte le arme e le vestimenta e le calsamenta loro, se non tanto ke li coperissero la natura loro e so ll' asta e so lo iogo de li servi li mise.

[2] Gl Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 3, cap. 28, vol. 1, pag. 285.34: Il giogo si fa di tre lance; le due fitte in terra, e la terza di sopra legata per lo traverso. Sotto questo giogo fece il dittatore passare gli Equi.

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 1, pag. 341.7: Li Capovani, l' oste nostra, col consolo appresso le forche Caudine messa sotto il giogo de' Sanniti non solamente disarmata ma nuda, entrando nella loro cittade, riverentemente ricevettero...

[4] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 6, 43-54, pag. 185.1: unde tutti li lassò andare, messoli sotto 'l giugo, cioè sotto le forche di tre aste fatte, onde passavano ad uno ad uno in segno di soiugazione e di servitù.

- Fras. Giogo dei buoi (simbolo di sottomissione).

[5] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 12, pag. 98.23: raunata l' oste, fue de' nemici vincitore, e il giogode' buoi pose agli Equi, e triunfo per la vittoria si fece prima fare. || L'ed. Matasci inclusa nel corpus DiVo legge: «e 'l giogho de' buoi puose a' kavalli», prob. errore di trad. a fronte di Orosio, Hist., II, 12, 8: «iugum boum Aequis inposuit»; «Equi» è emendamento ed.

3 Fig. Rapporto di sottomissione o asservimento che qno esercita su qno altro (anche in senso morale o spirituale); vincolo oppressivo di dipendenza di qno da qno altro.

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 9, cap. 1, vol. 4, pag. 279.1: Chè quando le genti cominciaro a crescere in primamente e multiplicare, e che 'l peccato del primo uomo si radicò sopra il suo lignaggio, e che il secolo peggiorò duramente, sì che l'un desiderava le cose del suo vicino, l'altro per suo orgoglio si sottometteva il menipossente al giogo del servaggio...

[2] f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.), Collaz. II, cap. 11, pag. 31v.2: et vergognandomi di manifestare al'abate il nascoso furto, intervenne per la volontà di Dio (che mi volea scanpare da questo cotal giogo di servitudine) ch'alcuni frati domandavano la cella dell'abate per avere alcuna edificatione da llui. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[3] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 221.13: e in quella fiada comenzà a cessare el zovo deli Normani e deli Dani, li quali XL anni Franza avea guastada...

[4] f Bart. da San Concordio, Giugurtino, a. 1313 (tosc.), Cap. 30, pag. 183.8: facendoli tutti andare sotto un'asta - ciò si facea in segno di giogo e di servitù -... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Sal., Jug., 38, 9: «incolumis omnis sub iugum missurum».

[5] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 60, pag. 86.20: «Responde così al puovolo: Lo mio dedho menem' elo è plu grosso che le rene de mio pare; el mettè sovra de vu zovo grieve, et io lo metterè ancora plu grieve.»

[6] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 25, pag. 548.21: Dice Beatrice: poi che io t'ho certificato che in lui è veramente, e che per questo li è conceduto d' uscire del servaggio, e giogo, e tenebre del peccato...

[7] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 4, vol. 1, pag. 90.32: Eya, or dicamu di una paricha di duy homini, li quali commu foru discordanti per animu di emulaciuni, cussì foru convinti et per iugu di virtuti et per compagnia di hunuri.

[8] f Chiose a Valerio Massimo (C - L. III-IV), c. 1346 (tosc.), chiosa a [IV.1.praef.], pag. 59v.24: Castitade è virtù rifrenante sotto il giogo della ragione gli assalti della libidine... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[9] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 11, pag. 47.14: Et sachati di certu chi, si eu su mortu di vuy, non per zo siti deliberati di lu iugu di la mia genti et di la signoria di la genti mia...

[10] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 11, 43-54, pag. 340.35: cioè si duole e lamenta, Per grave iugo; cioè per grave signoria che sostenne...

[11] Stat. Montecassino, XIV (luc.), pag. 127.25: (et) non scutulare lu collo de supto lu iugo de la regula, la quale sub tanta longa deliberacione ly fo licitu voy r(e)cusare voy pilgiare.

- Giogo reale.

[12] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 9.56, pag. 51: Il valoroso Bruto, per lo cui / ardir fu Roma da giogoreale diliberata...

3.1 Fras. Calcare / costringere i campi con giogo: invadere un territorio.

[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 10, pag. 625.17: Perchè i Trojani fanno forza a' Latini, e perchè addomandano costrignere li altrui campi con giogo e levare prede e discegliere suoceri e de' grembi portare le pattovíte noze? || Cfr. Aen., X, 78: «arva aliena iugo premere».

[2] f Eneide compil. (II, L. VII-XII), XIV pm. (fior.), L. X, pag. 111.14: Che cosa fu che fece fare forza li Troiani alli Latini, li altrui campi con giogo calcare e tôrre preda e eleggere li suoceri e trarre del pactovito seno Lavina? || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

3.2 Fras. Essere sotto il giogo: essere in una condizione di asservimento.

[1] Comm. Rim. Am. (B), a. 1313 (fior.), ch. 17, pag. 844.2: Ecco che il poeta invoca qui il giovane dicendo: tutto il mondo, fuori che ' Turchi, sono sotto il giogo.

3.3 Fras. Gettare il giogo: liberarsi da una condizione di asservimento.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 21, pag. 60.12: Ma i Messeni lungamente carcerati e battuti, e crudele segnoria sofferti, gittaro il giogo...

[2] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Sal 2, vol. 5, pag. 149.9: [2] I re delle terre si fermorono, e li prìncipi si raunarono insieme contro al Signore e contro al suo Cristo. [3] Dirompiamo i loro legami, e gittiamo da noi il giogo loro.

3.4 Fras. Imporre (il) giogo (ai colli): ridurre all'obbedienza o a una condizione di asservimento; esercitare una forma di dominio o di comando.

[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Degianira, pag. 83.12: Ahi disavventurata io! Egli si dice che Giole hae imposto il giogo a te, il quale non potesti essere soperchiato da Giuno, la Dea, nè da infinita moltitudine di pericoli.

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 12, pag. 209.15: onde li maggiori vennero a llui, e pregallo, che il giogo, il quale il padre suo aveva loro imposto, che il mitigasse.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 9, vol. 2, pag. 170.33: Ma Pericles, per felicissimi acrissime[n]ti di natura instructu et multu amelyuratu sut' Anaxagora so mastru per summu studiu, inpossi iugu di servituti a li liberi colli di Athene...

[4] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 9, pag. 458.13: menò più dissoluta vita ne' primi anni de la adolescenza, rimossi certo dal peccato della lussuria, ma più soggiogati poi ch' ebbe imposto il giogo a' colli della vinta Cartagine per li spogli e vittorie d' Africa.

[5] Niccolò de' Scacchi, p. 1369 (ver.), 41, pag. 573: Dè, Creator nostro, perch' ày tolto al mondo / Coluy che sol spandea suprema voce / De cortesia, de presio e de vertude, / El qual s' avea asscripto tuto el pondo / Imponer çugo agli hosti de la croce / E nuy guidar a porto de salude!

3.5 Fras. Levare il giogo (dal collo): liberare da una condizione di asservimento.

[1] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 3, cap. 15, vol. 1, pag. 265.26: Appio Erdonio chiamava dal Campidoglio i servi ed invitavali a libertà, dicendo ch'egli aveva impresa la questione di ciascuno meschino, per tornare in Roma gli sbanditi, che a torto n'erano cacciati, e per levare a' servi il grave giogo della servitudine.

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 104, pag. 345.32: Dunque possiam noi contr' a queste cose avere così gran podere, com'ebbe egli, vogliendo noi levare il giogo dal nostro collo.

[3] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 38, pag. 816.26: e ampliato il loro senato e il numero de' padri cresciuto e tutti armigeri divenuti, levatosi l' aspro giogo de' Coritani, già soprastanti per le indebilite virtù, sì rintuzzarono le loro forze...

3.6 Fras. Mettere (sotto) il giogo, mettere (il collo) a / al giogo: ridurre all'obbedienza o a una condizione di asservimento; assoggettare.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 5, pag. 443.5: E ancora in oriente perdute grandi provincie in Armenia, e le legioni de' Romani messe sotto il giogo de' Parti, appena Siria si ne potte ritenere.

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 43, vol. 3, pag. 378.14: gli uomini guardavano volontieri la franchezza la quale natura gli avea donata, e non avrebbero messo loro collo a giogo di signoria, se non fosse che le malizie multiplicarono pericolosamente, e li malfattori non erano castigati.

[3] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 2, cap. 34, vol. 1, pag. 176.22: Perchè veggo io maestria avere al minuto popolo, perchè veggio Sicinio alto e potente; ed io sono messo sotto il giogo, come per forza di ladroni?

[4] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 80, pag. 211.35: Diliberati principalmente dalla paura della morte, perch'ella è quella, che ti mette il giogo.

[5] Sette arti liberali di Seneca volg., a. 1325? (fior.), pag. r30.37: Le cose terribili, e che mettono sotto il giogo la libertà nostra, ella le spregia, assaliscele, e fiaccale.

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 2, vol. 1, pag. 79.17: nì avianu avutu virgugna que li servili mani avissiru misu lu jugu a la lur libertati...

[7] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 14, pag. 68.26: Elli eran pueri e fantin e tenerin d'etae e incontenente al principio de la lor vita acomenççòn per tempo de fir metui al çovo.

[8] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 85, pag. 696.24: Cioè Ottaviano s' apparecchia con esercito d' andare a sottomettere i Parthi a lo imperio di Roma e dice «domato», cioè 'messo sotto giogo di servitudine'...

3.7 Fras. Porre (sotto / il) giogo (sopra il collo / i colli): ridurre all'obbedienza o a una condizione di asservimento; assoggettare.

[1] a Omelia padov., XIII s.q., pag. 5.3: la congregacióne deli Çudéi, la qual obseruáua li commandaménti dela leçe, ke éra dai per Moises, et era ponua soto çóuo de leçe et constrecta de multi liga[mi] [15] de peccao.

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 4, cap. 6, pag. 171.12: e cum questo engenerò sempre lo grandissimo Cesare, lo quale sugiogò e segnoregiò le fortissime rocche de India, e signorigiò e pose giogo a tutto l'altro mondo.

[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 4, pag. 70.19: o reverendissima Roma, la quale igualmente a tutto il mondo ponesti il tuo signorile giogo sopra gl' indomiti colli...

[4] Cavalca, Atti Apostoli, a. 1342 (pis.), cap. 19, pag. 110.1: Perchè dunque tentare di porre sopra noi lo grave giogo delle osservanze legali, le quali nè noi, nè gli nostri padri potemmo portare?

3.8 Fras. Portare il giogo: essere in una condizione di asservimento.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 19, pag. 39.10: Tu se' entrato in tal vita, che giammai per se non ti farà fine di cattività, e di servitudine. Esci di sott'il giogo, che tu hai tanto portato, che tutt'il collo t'ha logoro.

3.9 Fras. Ricevere il giogo: venire ad essere in una condizione di asservimento.

[1] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 3, cap. 9, vol. 1, pag. 255.1: Quando quella legge [fu promulgata], Padri si dubitaro che in assenza de' consoli non fossero costretti di ricevere il giogo...

3.10 Fras. Ridurre sotto il giogo: ridurre all'obbedienza o a una condizione di asservimento; assoggettare.

[1] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 1, cap. 3, pag. 133.32: E saviamente concordarono ridursi con loro a pace sotto il giogo della Chiesa, acciò che i legami fussono mantenuti dalla fortezza della Chiesa...

3.11 Fras. Riporre il giogo: ridurre all'obbedienza o a una condizione di asservimento; assoggettare.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 15, pag. 162.11: Ma alla fine i Romani, tenacemente morendo, vinsero; e non si riposaro di tagliare, e d' essere tagliati, se non poscia che vinti i Sanniti, e il loro doge preso, il giogo della servitudine ripuosero loro, come ierano usati di avere.

3.12 Fras. Ritrarre il collo sotto il / dal giogo: liberarsi o svincolarsi dagli obblighi che si è tenuti a rispettare; cessare di essere asservito o assoggettato.

[1] Stat. perug., 1342, L. 2, cap. 62, par. 1, vol. 1, pag. 449.14: né retraggano el collo sotto 'l giogo de la ditta aministratione da asengnare, ma en perpetuo obigate stiano...

[2] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 28.62, pag. 38: Dunque ora è 'l tempo da ritrare il collo / dal giogo antico, et da squarciare il velo / ch'è stato avolto intorno agli occhi nostri... || Cioè 'dalla servitù degli infedeli', con rif. alla crociata del 1333.

3.13 Fras. Sommettere il collo sotto il giogo: ridurre all'obbedienza o a una condizione di asservimento; assoggettare.

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 2, cap. 1, pag. 45.20: Alla fine, con iguale animo si convien che tu porti qualunque cosa è tra' confini di fortuna, con ciò sia cosa che una volta tu abbi sotto 'l suo giogo il collo sommesso.

3.14 Fras. Sottomettere al giogo: ridurre all'obbedienza o a una condizione di asservimento; assoggettare.

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 23, vol. 3, pag. 298.11: Seneca dice: Per lo desiderare periscono la maggior parte dei corpi; d'altra parte, chi si dà a' suoi desiderii, egli è sottomesso al giogo del servo, egli è orgoglioso, egli ha Iddio perduto...

[2] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 1, cap. 50, vol. 1, pag. 88.16: senza fallo egli assaggia la nostra pazienza, e vuole sottometter noi al suo giogo, se noi il sofferiamo.

[3] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 26, pag. 118.29: Non ti sottomettere più al giogo del diavolo, perocchè il prezzo tuo è il sangue di Cristo...

3.15 Fras. Sottoporre al giogo: ridurre all'obbedienza o a una condizione di asservimento; assoggettare.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 70, vol. 1, pag. 134.9: Alcuna trista vista ne facieno mollemente, e in fine si lasciarono vendere e sottoporre al duro giogo del mese d'ottobre li anni di Cristo MCCCL.

3.16 Fras. Tirare / trarre il collo / i colli di sotto al giogo: liberare da una condizione di asservimento.

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, 1.14, pag. 82: Tu così prima i falsi ben cernendo, / Di sotto 'l giogo tira i colli presi, / E i ben veri, che mostrar t' intendo, / Ti sien nel petto con più frutto appresi». || Cfr. Boezio, Consol. Phil., III, I.12: «Incipe colla iugo retrahere».

[2] f Grazia di Meo, Cons. filos., 1343 (tosc.), L. III, [cap. 1 [metro]], pag. 161.8: E però oggimai poiché l'animo tuo è cominciato a purghare delle affectioni di questo mondo che sono vane, e ài udite le parole asspre e amare, voglio che chominci a trarre il collo di sotto al giogho... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

3.17 Fras. Venire sotto giogo: venire ad essere in una condizione di asservimento.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 17, pag. 168.19: e il detto medesimo monte essendosi molto difeso, vinti e domati sotto giogo della fedaltà vennero.

3.18 Condizione o stato di assoggettamento e obbedienza volontari (alla legge di Cristo). || Cfr. Mt., 11.30: «iugum enim meum suave est et onus meum leve est».

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 76, pag. 119.14: E però dice Dio nel Vangelio alle genti: «O voi che lavorate e affaticati siete (intendi de le cose del mondo), venite a me e io vi sazierò; e sappiate che 'l mio giogo è soave e l'incarico mio sì è lieve» -.

[2] a Lucidario pis., XIII ex., L. 2, quaest. 99b, pag. 95.13: D. Et come, non disse lo Nostro Singnore: «Lo giovo mio est sovave et lo carico mio est lieve»?

[3] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 8, pag. 48.7: in tantu ky multi secularj abandonaru lu mundu et tornaru a susteniri lu iugu suavj de Xristu, alcunj malvasj pirsunj, pir invidia la qualj sì aviano de lu beni ky Deu operava per sanctu Benedictu, lu qualj beni illj non fachìano, displachìalj ky si fachissi pir autru...

3.18.1 Fras. Gettare il giogo: rifiutare (la legge di Cristo).

[1] Jacopo Passavanti, Tratt. superb., c. 1355 (fior.), cap. 1, pag. 189.25: Contra Conditorem superbire, est praecepta eius peccando transcendere: quia quasi a se iugum dominationis excutit, cui per obedientiam subesse contemnit: Superbire contro a Dio, è passare i suoi comandamenti peccando, e non volere essere suggetto a Dio per la obedienza, e gittare da sè il giogo della signoria sua.

3.18.2 Fras. Mettere il collo al giogo: assoggettarsi volontariamente (alla legge di Cristo).

[1] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 25, pag. 123.25: e con la virtue del so' sancto nome fè de' lovi agnelli e convertì hi lion a mete' 'l colo al çovo leger e soave del bon Yesu Criste e a portar lo basto e carego devoto del sancto evangelio.

3.18.3 Fras. Portare il giogo: assoggettarsi volontariamente (alla legge di Cristo).

[1] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 111, pag. 111.11: Quello ch'è intorno al collo significa ubidienza, ché ttutto altresì come i· lavoratore fa portare il giogo al bue, altresì dovete voi portare il giogo di Nostro Signore ed esere ubidiente a suoi comandamenti altresì come il bue al lavoratore per la forza del giogo che porta. -

[2] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 50, pag. 239.22: Ancora in quanto pietade s' intende per lo culto di Dio, si adatta alla mansuetudine, perocchè niuno può fermamente vacare al servigio di Dio, e portare il suo giogo, se non con la mansuetudine.

3.18.4 Fras. Soggiogare sotto il giogo: assoggettare (alla legge di Dio).

[1] Bibbia (04), XIV-XV (tosc.), Gdt 5, vol. 4, pag. 562.20: se hanno commesso alcuno peccato nel cospetto del suo Iddio, andiamo contro a loro, però che il Dio suo te li darà nelle mani, e saranno soggiogati sotto il giogo della potenza tua.

3.18.5 Fras. Sottomettere il collo al giogo: assoggettarsi volontariamente (alla legge di Cristo).

[1] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Antonio, cap. 16, pag. 144.10: e se non potete, ed io sì 'l potrò cacciare nel nome di Cristo, confessatevi vinti, e sottomettete il collo al giogo di Cristo».

[2] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 9, pag. 77.7: Or crescendo la fama e la santità di santo Benedetto e delli suoi monaci, e crescendo lo fervore loro nell' amore del Nostro Signore Gesù Cristo, cominciarono molti a lasciare la vita secolare, e sottomettere lo collo al soave giogo di Cristo sotto il magisterio di san Benedetto.

3.19 [Con rif. al matrimonio:] vincolo che tiene legati marito e moglie. Giogo maritale: vincolo coniugale.

[1] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Cupidinis IIa.43, pag. 285: Omè! ma poche notti / Fur a tanti desir sì brevi e scarse, / Indarno a marital giogo condotti / (Ch' è del nostro furor scuse non false), / E i legittimi nodi furon rotti.

[2] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 15, 100-120, pag. 418.1: perché li cherici anticamente tutti soleano essere litterati, e più dice di costoro perché sono sanza giogo di matrimonio...

3.19.1 Estens. Reciproco affetto.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 2, cap. 1, pag. 114.22: Certo egli è da farle reverenza: e non so io s' ella è da onorare con ottimi sacrificii, overo con diligenza esaminati, sì come guardiana della continua e familiare pace, con pari giogo di carità ella per lo suo nome rendendo suo dovere a la maestà delli uomini et il suo onore alle femine. || Cfr. Val. Max., II, 1, 6: «in pari iugo caritatis».

3.20 [Con rif. al sentimento amoroso:] vincolo che tiene legato l'amante all'amata.

[1] Jacopo Mostacci (ed. Contini), XIII pm. (tosc.), 32, pag. 143: Di bombanza - e di giò [e di] solazzare / averia plenamente meo volere, / ma'[ch'] un disïo mi tene occupato: / quale aver solea, lo iugo cherire... || (Contini).

[2] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 1, par. 14, pag. 32.19: ma chi con lunghi pensieri e lusinghe il nutrica, tardi può poi ricusare il suo giogo, al quale quasi volontario si sommise.

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 79.6, pag. 111: Amor, con cui pensier mai non amezzo, / sotto 'l cui giogo già mai non respiro, / tal mi governa, ch'i' non son già mezzo...

- Dolce giogo.

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 197.3, pag. 253: L'aura celeste che 'n quel verde lauro / spira, ov' Amor ferì nel fianco Apollo, / et a me pose un dolce giogo al collo, / tal che mia libertà tardi restauro...

3.20.1 Fras. Levare il collo dal giogo: svincolare dal legame amoroso.

[1] f Rim. Am. Ovid. (Laur. 41.36), XIV pm. (fior.), Cap. [vv. 79-106], pag. 101v.39: Dunque con tostana mente poni la tua cura per conoscere che malvagia cosa è questo tuo amare, e leva il tuo collo dal giogo che molto ti farà nocimento. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Rem. Am., 80: «Et tua laesuro subtrahe colla iugo».

3.20.2 Fras. Ritrarre il collo dal giogo: svincolare dal legame amoroso.

[1] Rim. Am. Ovid. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), pag. 440.17: Raguarda colei che ttu ami velocemente e ritrai il tuo collo dal giogo che tti dee offendere...

3.20.3 Fras. Sottomettere (il collo) sotto il giogo: essere in una condizione di asservimento o generic. di subordinazione nei confronti dell'amata.

[1] f Chiose a Rim. Am. (Laur. 41.36), XIV pm. (fior.), chiosa 12, pag. 101v.29: onde Seneca nella tragedia d'Ipolito dice così: «Spegni la fiamma d'amore nel principio, che chiunque al principio contastò, sicuro vincitore fu, ma chi lusingando à nutricato lo suo dolce male, tardi schifa sostenere lo giogo sotto il quale è sottomesso». || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[2] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 291-300, pag. 89.3: Ma per ciò che assai detto aver mi pare intorno a quello che a te apparteneva di considerare, quando follemente il collo sotto lo importabile giogo di colei, alla quale una gran psalmista pare essere, sottomettesti...

3.20.4 Fras. Trarre il collo di sotto al / dal giogo: svincolare dal legame amoroso.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 18, pag. 249.7: Et Ovidio disse: chente sia chel que tu ami, agguarda suttilmente, e trahe 'l collo tuo da giogo che ti de' far male.

[2] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 19, pag. 131.9: Ed Ovidio disse: «Poni me(n)te che(n)te sia la cosa che tu ame; e s'ella è ria, trai lo collo di sotto quello iogo».

[3] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), pag. 360.10: Guata con veloce mente chente sia quella cosa che tu ami, e trai il collo di sotto al gióco, che ti può fare male.

[4] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 58.3, pag. 151: Credeami star in parte omai, dov'io / Da tue saette fussi assai sicuro, / E 'l collo trar dal giogo acerbo e duro, / E por qui fine a l'aspro viver mio.

3.21 Estens. Funzione di chi esercita un comando. Fras. Porre giù il giogo: dimettersi da una carica.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 2, pag. 346.5: E posto giù il giogo d' iguale signoria, il magistratico de' cavalieri, siccome era pari, così il commise alla dittatura, e l' errore del matto popolo corresse con significamento d' animo conoscente di beneficio. || Cfr. Val. Max., V, 2, 4: «deposito aequalis imperii iugo».

4 Fig. Condizione o stato di grave pena, sofferenza o più generic. fatica che risulta difficile da sostenere. [In partic.:] ciò che costituisce un grave peso o un impegno oneroso (anche in senso morale o spirituale).

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore.50, pag. 56: Guaia tu arma misera se tu 't lass venz dal corpo, / El venirá quel tempo ke 'l to zog ha ess morto, / Tu he fi descazadha con dexasevre solto / Il tenebrie de fora, in plang e in desconforto.

[2] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 10.29, pag. 96: Granne ho avuto en te cordoglio / como t' escìo de bocca: «Voglio», / ché t' hai posto iogo en coglio / che t' è tua dannazïone.

[3] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 15.248, pag. 195: Or onde venisti in questo luogo, / ke sì mi poni grave lo tuo giogo? / Fra due ladroni stando nel meiluogo, / al mio filliuolo dài tormento assai!».

[4] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 109, pag. 362.32: Oltre a questo, il savio servirà al savio di quella cosa dolcissima, e onestissima, la quale si è volere una medesima cosa, e tirerà il giogo con lui comunemente a fare l'opera buona, e perfetta.

[5] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 3, cap. 24, pag. 298.5: E però Salomone nello Ecclesiastes dice: «Grave giogo è posto sopra i figliuoli d' Adam, dal giorno ch' escono del ventre della madre infino che ritornano al ventre della terra, madre di tutti.»

4.1 Giogo mortale: la vita umana in quanto peso che grava su una persona.

[1] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 99, pag. 58.12: E così, al postutto, il desinore de la patria fu vendicato per lo punimento de' Pisoni, imperò che ciò fece Piso, acciò che quelli che per desiderio di vita si condussero con dignissima croce a concedere a' fuggitivi che ricevessero di loro victoria e non si vergognaro d'imporre a loro medesimi con servile mano il mortale giogo, ch'elli provassero l'amara luce e che spesse volte desiderassero fortemente la morte la quale feminilmente temuta aveano. || Cfr. Val. Max., II, 7, 9: «flagitiosum inponi iugum».

[2] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 2, 7.11, pag. 75: Deh! perchè i superbi sanza freno / Invan si sforzan dal giogomortale / Tirare 'l collo, a cui 'l poder vien meno? || Cfr. Boezio, Consol. Phil., II, VII.7: «mortali iugo».

4.2 [Con rif. all'etica cavalleresca:] giogo della cavalleria: insieme degli oneri connessi all'assolvimento dei compiti propri di un cavaliere. || Att. solo in Tavola ritonda, XIV pm. (fior.).

[1] Gl Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 17, pag. 66.33: Tristano se ne vae nella grande piazza della città, e quivi lo re lo bagna, e quivi Tristano prese lo giuogo e lo nome della cavalleria; cioè, ch'egli s'innóbriga d'essere pro', ardito e sicuro, liale e cortese e giusto, e difendere ogni persona meni possente, allo quale fosse fatto alcuna cosa contra ragione; e rinunzia a ogni mercatanzia e arte, o vero sollecitudine la quale appartenesse ad avanzare mondano...

[2] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 57, pag. 211.14: Chè lo giorno che lo cavaliere prende lo incarico del giuogodella cavalleria e di cavaliere errante...

5 Estens. Sommità di una montagna o di un colle.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 2, pag. 15.2: Il monte chiamato Caucaso, ch' ee intra i Colchi, che sono sopra il mare Cimmerio, e gli Albani, che sono nel mare Caspio, monta in alti; del quale infino in nell' ultimo oriente pare uno giogo.

[2] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 1, 13-36, pag. 5, col. 2.5: Quasi a dire: infino a questa terça Cantica e' ò aipú per meo 'segno' e per meo 'dove' lo iugo del Parnaso, çoè la sumità de quel monte là dove per parladura poetica se convignía vignire al so termine...

[3] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 33, pag. 163.18: O vu gran montagne e anchor vu picene con hi vostri çovi e coli altissimi, beneexî 'l Segnor, loê-lo e mostrê ch'el è alto sovre ogne cosa in secola.

[4] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 5, 109-129, pag. 115.15: giugo è lo colle del monte...

5.1 Valico.

[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 6, pag. 305.8: noi abitiamo nelli oscuri boschi e le ripe sono nostri letti e abitiamo in prati verdi per li rivi e fiumi; ma passate questi gioghi, e io vi fermerò in lieve sentiero.

[2] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 182.3: Veduto che Atalanta ebbe lo capo, com' egli era grande, così fue fatto grande monte: la barba e' capelli diventaro selve; gli omeri e le mani sono fatti giughi; quello ch'era prima capo ee fatto la sommità nel sommo monte; l'ossa diventaro pietre.

[3] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 2, cap. 33, vol. 1, pag. 251.8: infino che seppono che tutta la loro gente e la salmeria erano valicati il giogo e passati i· lluogo salvo...

5.2 Catena montuosa.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 6, cap. 20, pag. 416.13: Li Cantabri e gli Asturi sono parti della provincia di Gallecia, da quella parte, ove si stende il giogo di Pireneo...

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 17.4, pag. 301: Tra l'oceano e 'l giogo d'Apennino, / tra Rodan, Reno e Pireno si serra / la Francia tutta e così la confino.

5.3 Estens. Luogo di montagna.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 144.169, pag. 616: E in citai n'è pur assai, / chi ne son ben sì aseai / che se eli trovan tenpo o logo, / fan pur semijante zogo; / e, senza usar su per li zovi, / asai trovan de tai lovi.

[2] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 6, pag. 299.8: Eccote al primo levare del sole, la mattina, mugghiare la terra sotto i piedi; e li gioghi delle selve sono vedute muoversi e le cagne urlare per l'ombre, movendo la dea queste cose.

[3] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Paris, pag. 145.18: Similmente fu ed è Trojano Anchise, del quale molto si rallegra la Dea Venus, madre de' volanti Amori; perocchè ella si giacque con lui negli alti gioghi della selva Ida.

[4] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 74.24: o vergine, una parte delle mie compagnie, in quali giughi hai tu cacciato?

6 [Agr.] Struttura per la coltivazione della vite in cui i tralci sono legati a un solo sostegno disposto in orizzontale.

[1] Gl Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 3, cap. 12, pag. 97.4: Le vigne, o viti che son tese alte in pergola, ovvero in giogo, là ove elle saranno sopra terra levate IV piedi, debbono avere IV braccia, cioè IV buoni tralci madornali procedenti dalle IV latora della vite.

[u.r. 13.12.2017]