0.1 feral, ferale; f: ferali.
0.2 Lat. feralis (DELI 2 s.v. ferale).
0.3 Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.): 2.
0.4 In testi tosc.: Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.); Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?).
0.6 N Doc. esaustiva.
0.7 1 Proprio degli onori rituali resi a un defunto; funebre. 2 Che provoca la morte; letale, funesto.
0.8 Luca Morlino 28.01.2014.
1 Proprio degli onori rituali resi a un defunto; funebre.
[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 11, ott. 40.8, pag. 616: Emilia poi appresso si vedeo, / cui più debole sesso sconsolato / accompagnava, e essa in mano il foco / feral recava al doloroso loco.
[2] Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 11, 40.7, pag. 617.3: Era usanza anticamente che colui che più atteneva al morto, o la moglie se egli l'avea, portava il fuoco da accendere il rogo e mettevavelo entro, e chiamavasi fuoco ferale.
2 Che provoca la morte; letale, funesto.
[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 246.8, pag. 272: Passion di morte la scrittura spone, / unde dico mortal en cui si pone, / e 'n mortal si vede condizione / per desiderio d'un ardor ferale, / disceso de essa passion di morte / dentro dal core in de l'alma nata.
[2] f Bonsignori, Metam. Ovid., 1375-77 (umbr.-tosc.), L. IX, cap. 23, pag. 438.5: "Tu me dessi li doni ferali", e nota ch'è ditto "ferali" "a feron", che in greco se chiama la morte. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed. Cfr. Ov., Met., IX, 213: «feralia dona dedisti».