INSULTO s.m.

0.1 insulti, insulto.

0.2 Lat. tardo insultus (Nocentini s.v. insulto).

0.3 Stat. sen., 1298: 1.

0.4 In testi tosc.: Stat. sen., 1298; Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.).

In testi sett.: f Dondi dall'Orologio, Quando 'l ciel, XIV sm. (padov.).

In testi mediani e merid.: Dom. Scolari (ed. Grion), 1355 (perug.); Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Le att. nel Valerio Massimo derivano prob. da correzioni ed. ex fonte: l'ed. inclusa nel corpus DiVo legge rispettivamente: «non facciano assalti a nnoi»: cfr. f Valerio Massimo (red. V1, ed. Lippi Bigazzi), a. 1336 (fior.), L. V, cap. 3 strani, pag. 35v.10; «tolselo da l'assalto de' nemici»: cfr. f Valerio Massimo (red. V1, ed. Lippi Bigazzi), a. 1336 (fior.), L. VI, cap. 8, pag. 46r.55.

Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Grave offesa (contro qno) con parole o atti ingiuriosi o di scherno. 1.1 [In partic.:] scempio. 2 Atto di aggressione (contro qno).

0.8 Diego Dotto 20.10.2014.

1 Grave offesa (contro qno) con parole o atti ingiuriosi o di scherno.

[1] Stat. sen., 1298, dist. 8, rubricario, pag. 136.16: Che se alcuno sottoposto facesse alcuno insulto o manumissione contra li signori, sia punito e condemnato in XXV libre di denari.

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 3, pag. 359.9: E perchè le cittadi strane non facciano insulto a noi confessati li nostri fatti, li Cartaginesi, Annibale [[...]] assentirono ne l' animo loro di levarlo del loro cospetto. || Cfr. Val. Max., V, 3.ext., 1: «ne nostra confessis alienigenae urbes insultent».

1.1 [In partic.:] scempio.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 8, pag. 453.18: Pindaro, novellamente di servo fatto libero da Cassio, il suo signore vinto nella battaglia di Tessaglia, per comandamento fatto a lui, uccise, et il tolse da lo insulto de' nemici, e sè per volontaria morte tolse dal cospetto de li uomeni, in tal modo che il corpo del morto non si trovasse. || Cfr. Val. Max., VI, 8, 4: «insultationi hostium subtraxit».

2 Atto di aggressione (contro qno).

[1] Dom. Scolari (ed. Grion), 1355 (perug.), II.18, pag. 341: Allora il re di Persia con sua forza / contro Natanabò fè grande insulto. / Natanabò non stette a tale isforza / ma fuggì in Macedonia molto occulto.

[2] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 20, pag. 93.8: A li quali lu Conti spissi fiati andava et venia et fichi fari grandi insulti et battagli, currendu et prendendu et amminazandu cum terruri a li inimichi et promittendu grandi promissioni a cui conbattia valentimenti.

[3] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 25, pag. 388.12: De che D. li dice: tu, Gaville, piangi, per lo dicto loro insulto.

[4] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 17, pag. 175.12: Per la quale cosa Hector adirato, con tutta la gente troyana derropandosse contra li Grieci e facendo aspro insulto contra de lloro, fecerolle voltare per forza a spalle voltate...

[5] Bibbia (04), XIV-XV (tosc.), 2 Esd 14, vol. 4, pag. 468.30: [8] E inducendo insulti, impedirono che non si compisse lo edificio tutto il tempo della vita di Ciro re...

- Fig.

[6] f Dondi dall'Orologio, Quando 'l ciel, XIV sm. (padov.), 65a.8: sta il bon contra fortuna e non s'aterra, / benché 'l suo grave insulto presso veza. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.