0.1 nagliade, naiade, naiadi, naide, nayada, nayde; f: naiàde, nayade.
0.2 Lat. Naias, Naiadem (DELI 2 s.v. naiade). || Anche Nais, Naidem.
0.3 Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.): 1.
0.4 In testi tosc.: Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.); Dom. da Monticchiello, Rime, 1358 (sen.).
In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).
In testi mediani e merid.: Dom. Scolari, c. 1360 (perug.).
0.5 Accento: anche naiàde, prob. non solo per esigenze di rima.
Nota naiada.
0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.
Nota il latinismo non adattato: «Daphnis era smortido en la pegra Nays»: cfr. Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. I, pag. 501.22. Così commentato in f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. I, [vv. 731-32], pag. 51v.31: «Daphnis fo un pastor, el qual amava una enguana che fieva dicta Nays et dise «pegra» perché ella non li volse tosto consentir. Et è da saver che Nays, et etiamdio Nayas, fi dicte eguane, over domenedie d'acqua et de fontana, perché Nays sì è a dir 'acqua'».
Per l'occ. di Naiade in Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), cfr. lemniadi.
0.7 1 Nella mitologia classica, ninfa delle sorgenti, dei fiumi o più generalmente delle acque. 2 [Per errore di trad. o corruttela a fronte del lat. Hyades].
0.8 Diego Dotto 20.10.2014.
1 Nella mitologia classica, ninfa delle sorgenti, dei fiumi o più generalmente delle acque.
[1] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. I, pag. 258.8: Il palido Orione errava nelle selve di Illicia e Dapnis era pallido nella lenta Nayde. || Cfr. Ov., Ars am., I, 732: «Pallidus in lenta naïde Daphnis erat».
[2] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 37.21: Le serocchie naiade nolla conoscevano, e Inaco medesmo non conosce chi ella sia.
[3] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 6, vol. 2, pag. 46.3: Ell'era cotale, quale noi sogliamo udire, che le Naiade, dee delle fonti, e le Driade, dee de' boschi, andare per lo mezzo delle selve... || Cfr. Ov., Met., VI, 453: «naidas et dryadas mediis incedere silvis».
[4] Gl Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 33, pag. 587.16: Naiade sono apo li Pagani le Dee del mare, e delle acque mettenti in mare...
[5] Gl F Lancia, Chiose Commedia, 1341/43 (fior.), Purg. 29.4-6: Diversi sono li vocaboli delle Nymfe secondo loro diverse propietadi. Driades le dee de li alberi; Nereide quelle del mare; Nayade quelle de l'acque o de' fiumi. || Azzetta, Lancia. Chiose, p. 803.
[6] Gl Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 330, pag. 747.4: Quivi le Naide, cioè l' idee de le fonti, vennero e per la costui bellezza forte d' amore infiammate, il trassero ne la fonte e qui morio.
[7] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. I, pag. 76.24: Orion, ismorto, per l'amor di Linca, errava in de le selve; e Dapnis era ismorto per lenta Naiade.
[8] Dom. da Monticchiello, Rime, 1358 (sen.), 3.374, pag. 59: Vidi poi Ecco in bocie convertire / per amor di Narciso, e le Naiade / piangendo forte lor faccie ferire.
[9] Gl f Bonsignori, Metam. Ovid., 1375-77 (umbr.-tosc.), L. III, allegoria F, pag. 201.21: E morì in una selva andando a cacciare, e perciò Ovidio l'onora con le Naiades e Driades, che sono le ninfe; le Naiade sono ninfe delle fonte. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[10] f Sinibaldo da Perugia, Fedra, a. 1384 (umbr.-tosc.), Cap. 17.92, pag. 195: E se, lasciando ei buschie, non t'ennurbe, / chiuso sera' dall'improbe naiàde / nei fonte lor... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[11] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 29, 1-12, pag. 698.27: imperò che altre [[ninfe]] abitavano a le fonti, e chiamavansi naiade; altre al mare, e chiamavansi nereide; altre ne le selve, e chiamavansi driade...
- [Nella Commedia, nei commenti o sul modello dantesco a causa della lettura Naiades nella trad. lat. delle Metamorfosi ovidiane in luogo di Laiades 'figlio di Laio, Edipo']. || Cfr. Ov., Met., VII, 759-760: «Carmina Laiades non intellecta priorum / solverat ingeniis» (l'intera trad. legge «Naiades»): di qui l'impropria attribuzione alle Naiadi della proprietà di sciogliere gli enigmi.
[12] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 33.49, vol. 2, pag. 574: E forse che la mia narrazion buia, / qual Temi e Sfinge, men ti persuade, / perch' a lor modo lo 'ntelletto attuia; / ma tosto fier li fatti le Naiade, / che solveranno questo enigma forte / sanza danno di pecore o di biade.
[13] Gl Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 33, 46-57, pag. 724, col. 1.2: In processo de tempo venne certe çuvini le qua' erano appellade le Naiade ... le qua' ... interpretavano et exponeano li ditti delle ditte fade, et avea nomme l'una Tenus, l'altra Spinga.
[14] ? Dom. Scolari, c. 1360 (perug.), 70, pag. 12: L'altra sorella che gli era a la costa / sospirando depuse giù la spada / la qual per no ne usare a molti costa. / Poi disse: Qual inditio o qual nayada / porria dir quanto so dal geno humano / abandonata che negium me bada?
[15] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 33, 46-57, pag. 815.13: le Naiade; cioè le iddie che sporranno la mia oscura narrazione, come quelle soleano sponere la narrazione di Temi...
2 [Per errore di trad. o corruttela a fronte del lat. Hyades]. || Cfr. Ov., Met., XIII, 293: «Pleiadasque Hyadasque».
[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 13, vol. 3, pag. 106.12: Certo egli non sa le cose che sono intagliate nello scudo: lo mare, e le terre, e le stelle coll'alto cielo, e le Pleide, e le Naiade, e Arton nimico del mare, e diverse cittadi, e la rilucente spada di Marte.