NINFA s.f.

0.1 nimfe, nimpha, nimphe, ninfa, ninfe, ninfi, ninphi, nipha, nunpha; f: nimfa, nymfe. cfr. (0.6 N) ninphida.

0.2 Lat. nympha (DELI 2 s.v. ninfa).

0.3 St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.): 1.

0.4 In testi tosc.: Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Arte Am. Ovid.(A), XIV pm. (pis.).

In testi sett.: Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.); Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.5 Anche s.m. (ninfi).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Secondo una tendenza ben attiva in Angelo di Capua, dipende da una corruttela o più prob. da un fraintendimento per un antrop. Ninphida sul modello di Sebetide, a fronte di Aen., VII, 733: «Sebethide nympha»: «unu ki avia nomu Natuciballu, lu quali fu figlu di Tilon et di la Ninphida Sabetida»: cfr. Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 7, pag. 142.6. Il passo rielabora «Nè tu, Ebalo, il quale Telon è detto ingenerasse di Sebetide ninfa, non ti partirai spogliato da' nostri detti»: cfr. Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 7, pag. 317.20.

0.7 1 Nella mitologia classica, divinità minore che ha sede nelle acque (mari, fiumi, laghi, fonti, ecc.) e nelle selve, caratterizzata da giovinezza, leggiadria e bellezza. Denominazione generica per nereidi, naiadi, oreadi e driadi. 1.1 Meton. Acqua. 1.2 Giovane donna caratterizzata da bellezza, leggiadria e grazia. 1.3 [Nella Commedia e nei commenti, con identificazione con le stelle o le virtù cardinali e teologali].

0.8 Diego Dotto 20.10.2014.

1 Nella mitologia classica, divinità minore che ha sede nelle acque (mari, fiumi, laghi, fonti, ecc.) e nelle selve, caratterizzata da giovinezza, leggiadria e bellezza. Denominazione generica per nereidi, naiadi, oreadi e driadi.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 94.24: E la nocte favellava co le demonia appriesso ad una acqua currente k'avea nome Egregia et avea una soa amança k'avea nome Nimpha, ke li nantidicea le cose ke li deveano abenire.

[2] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 7, pag. 313.12: Il re Latino già vecchio in pace reggea le cittadi e castella, nato del padre Fauno e d'una ninfa.

[3] Gl f Chiose interl. a Eneide compil. (L. IV-VII), c. 1316/17 (fior.), pag. 37v.4: ninpha [interl. lamia] || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[4] Gl f Chiose a Eroidi volg. (Gadd.), a. 1325 (fior.), chiosa l, pag. 309.39: Ma le ninfe, che noi chiamamo al tenpo d'oggi fate, odiavano molto il padre, la madre e 'l fanciullo... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[5] Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.), pag. 109.2: con nu vene Lubiono e Atanaxi maistri de vera e 'l belo Cacreo, lo qual se innamorà [de] la ninfa d'Anbrea siando çoveneto de puochi ani...

[6] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 29, 1-12, pag. 607, col. 1.12: Qui per fare sua comparazione introduxe del modo de recitare della ditta Contessa a quel che poneano li poeti delle Ninfe; diceano che alcune stelle le qua' elli appellavano Dee, sí se trasmutavano in donne, e tal fia' de die e tal fia' de notte et andavano per li boschi e per li pradi e per li campi caçando e oxelando, e po', compieda la soa caça, si tornavano ai soi loghi.

[7] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 13.19: Io hoe i mezzi idei, hoe li dei delle ville, hoe le ninfe e' fauni e' satiri e li dei de' monti, e quegli delle selve; li quali però che non sono ancora degni dell'onore del cielo, gli lascio abitare nelle terre ch'io hoe date loro.

[8] Gl Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 29, pag. 511.5: 4. E come Ninfe ec. Li poeti appellano Ninfe le Dee dell' acqua: le Ninfe sono vani nomi: quelle de' monti chiamavano Oreades, quelle delle selve Dryades, quelle delle fontane Hamadryades, quelle de' campi Nayades.

[9] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 11, pag. 198.20: O nimpha, adastati, ka illa sirrà firuta da li crudili fati...

[10] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. III [Phars., III, 399-425], pag. 48.16: Panes, iddiei delle selve, e Silvani, potenti de' boschi, e le Nimphe non tengono questo, ma tengollo i sacrifici barbari a costume dell'iddiei...

[11] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 1, pag. 8.19: Sotto la parte opposita negli scogli pendenti è una spelunca, dentro alla quale so acque dolci e sedie nel vivo sasso; ine è l'abitazione delle ninfe.

[12] Gl f Chiose a Ciampolo degli Ugurgieri, Eneide, XIV t.-q.d. (sen.), chiosa d, pag. 437.13: (Ninfe:) Dee del mare. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[13] Gl Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 11, 20.3, pag. 609.20: [ninfe]: dee delle fonti.

[14] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 1, pag. 680.22: Che più? I satiri, le ninfe, le driade e le naiade e qualunque altro semone, seguitandolo, se n' abelliscono, e udendoli piacciono a tutti.

[15] Gl F Lancia, Chiose Commedia, 1341/43 (fior.), Purg. 29.4-6: Nimfe etc. Li poeti favorando l'errore de' pagani puosoro molti idii e molte dee, sì come recita sant'Agostino nel libro Della cittade di Dio. Elli volloro che Nymfe fossoro le dee de l'acque, maximamente di quelle che discendono delli colli per boschi e selve. Uguccione vescovo dice Nimfe dee de l'acque e quelle medesime sono le muse. Diversi sono li vocaboli delle Nymfe secondo loro diverse propietadi. Driades le dee de li alberi; Nereide quelle del mare; Nayade quelle de l'acque o de' fiumi. Nymfe è nome generali d'acque o dee di fontane. || Azzetta, Lancia. Chiose, p. 803.

[16] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. III, pag. 112.4: Questo seguita l'onde e ha nome da l'onde e di questo vestire credo siano vestite le ninfe.

[17] Gl f Chiose interl. a Arte Am. (A), XIV pm. (pis.), pag. 112.6: le ninfe [interl. dee de l'acque] || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[18] Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 11, 25.6, pag. 611.25: [semidio]: Semidii sono quegli iddii li quali abitano in terra e non in cielo, sì come le ninfe e' fauni.

[19] Gl f Bonsignori, Metam. Ovid., 1375-77 (umbr.-tosc.), Esordio, cap. 2, pag. 33.25: verrimo all'ordine de le ninfe, le quale abitano secundo gli poeti per li fiume e per le silve. Le ninfe hanno multi nuomi e principalmente sonno chiamate ninfe per l'acqua, cioè che tanto vene a dire "nimpha" quanto che "acqua", e da la "linfa" è ditta "nimpha"; quisto vocabulo procede da cadimento dell'acqua, el cui busso è cossì nominato dalli gramatici. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[20] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 29, 1-12, pag. 698.23: ninfa tanto è a dire quanto iddia d'acque, perchè abitavano le ninfe appresso ai fiumi; ma anco si trova generale nome di tutte le iddie che abitavano in terra, le quali propriamente erano gentili iovane, avansanti l'altre in virtù et in bellezza, de le quali erano diverse specie: imperò che altre abitavano a le fonti, e chiamavansi naiade...

[21] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 1, par. 48, comp. 6.6, pag. 75: per la qual força, come Ovidio pone, / l'Archado bel garzone / parturì poy la nimpha Nonacrina.

- Masch.

[22] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 8, pag. 499.29: Questi boschi i Fauni e ninfi quindi nati teneano: gente nata in tronchi e in crudeli fortezze...

- [In comparazioni].

[24] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 29.4, vol. 2, pag. 495: E come ninfe che si givan sole / per le salvatiche ombre, disïando / qual di veder, qual di fuggir lo sole, / allor si mosse contra 'l fiume, andando / su per la riva...

[25] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), I, ott. 38.1, pag. 12: Nobile donna piú che ninfa in fiume, / piú che chiarezza di verace frutto, / segue Giovanna col vago costume...

1.1 Meton. Acqua.

[1] Gl f Chiose a Ciampolo degli Ugurgieri, Eneide, XIV t.-q.d. (sen.), chiosa x, pag. 435.35: Non senza ragione si dice che Junone è donzella, percioché essa è l'aere, del quale si creano le nuvile, delle nuvile si creano l'acque, le quali so appellate Ninfe...

[2] Gl F Lancia, Chiose Commedia, 1341/43 (fior.), Purg. 29.4-6: Nimphe etc. Tocca poesia, ma Nimphe, cioè virgini spose, però che si lava con la nimfa, cioè acqua, e congiugnesi al marito e allora è detta paranimfa. || Azzetta, Lancia. Chiose, p. 803.

1.2 Giovane donna caratterizzata da bellezza, leggiadria e grazia.

[1] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), I, ott. 55.4, pag. 17: Oretta bella guardi, chi vedere / vuol quella gran biltá ch' onora 'l mondo; / viva fontana di vago piacere, / leggiadra ninfa col viso giocondo / ben si può dir costei sanza temere / che suo virtú giá mai si truovi in fondo...

[2] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. II [Dubbie], 44.2, pag. 236: Disposto son, fin che l'ontosa morte / verrà per me, servir 'sta ninfa bella / e comportar il mal che mi flagella, / mentre che a tempo lei più nol comporte.

1.3 [Nella Commedia e nei commenti, con identificazione con le stelle o le virtù cardinali e teologali].

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 31.106, vol. 2, pag. 544: «Noi siam qui ninfe e nel ciel siamo stelle; / pria che Beatrice discendesse al mondo, / fummo ordinate a lei per sue ancelle.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 32.98, vol. 2, pag. 560: In cerchio le facevan di sé claustro / le sette ninfe, con quei lumi in mano / che son sicuri d'Aquilone e d'Austro.

[3] Gl Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 31, 103-117, pag. 677, col. 1.3: Noi siam qui Nimphe. Çoè, 'nui semmo qui figurade donne, ma nostro essere si è nel Cielo, e nostra intenzione si è dritta a nostro cellestiale termene e segno, e sí fonmo inanci al mundo che Beatrixe fosse notevele ai mundani'...

[4] Gl Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 31, 103-117, pag. 677, col. 1.10: Çoè 'inanci che possi conseguere e vedere l'ultima felicitade, el fa bisogno che tu sii ordenado dalle tre nimphe, çoè da Fides, da Spes, et Charitas'.

[5] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 23, 25-39, pag. 511, col. 2.6: Tra le ninfe eterne, çoè tra le stelle, le qua' per li poeti erano appellà 'ninfe', come apare nel [XXXI] capitulo del Purgatorio...

[6] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 23, pag. 508.4: - ride tra le ninfe, cioè costellazioni del Cielo, le quali tra tutte le spere appaiono, cotale vide di sopra migliaia d'anime beate ed angeliche sustanzie...

[u.r. 12.12.2017]