PRÒLOGO s.m.

0.1 prolaghi, prolagho, prolago, prologhi, prologo, pruolego; a: prolego.

0.2 Lat. prologus (DELI 2 s.v. prologo).

0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); a Leggenda Aurea, XIII ex. (pis.); Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.); Stat. pis., 1330 (2).

In testi sett.: a Vang. venez., XIV pm.; Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.); f Frontino volg., a. 1381 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. cominciare prologo 2.2; prologo del volgarizzatore 2.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Alcune att. del lemma ricorrono nel paratesto, per cui la loro datazione può essere infida.

0.7 1 [Ret.] Prima parte del discorso, in partic. dell'orazione o dell'epistola, codificata dalla dottrina retorica (exordium). 1.1 [Ret.] [Secondo la dottrina del teatro antico:] in un dramma, la parte iniziale riservata di norma alla voce del solo poeta, che precede la rappresentazione vera e propria. 2 Capitolo o parte iniziale di un'opera o di una sua divisione. 2.1 Discorso che si fa precedere al discorso principale; premessa. 2.2 Cominciare prologo: prendere la parola; avviare un discorso. 2.3 [Per trad. del lat. praefatio:] formula, espressione che si premette (a un discorso o a un'azione). 2.4 [Con connotazione neg.:] ciò che viene all'inizio o prima di un testo o di un discorso e risulta inutile o superfluo; preambolo. 2.5 Estens. Breve notizia (su un argomento).

0.8 Diego Dotto 10.11.2014.

1 [Ret.] Prima parte del discorso, in partic. dell'orazione o dell'epistola, codificata dalla dottrina retorica (exordium).

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 82.11: Et appellasi causa tutta la diceria e la contenzione cominciando al prolago e finiendo alla conclusione...

[2] Gl Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 151.17: È oppinione di Tullio che exordio sia la prima parte della diceria, il quale apparecchia l' animo dell' uditore a l' altre parole che rimagnono a dire, e questo è appellato prologo della gente.

[3] Gl <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 16, vol. 4, pag. 66.2: Prologo è cominciamento, e la prima parte del conto, che dirizza e apparecchia l'orecchio e 'l cuore a coloro a cui tu parli, ad intendere ciò che tu dirai. || Cfr. B. Latini, Tresor, III, 15, 1: «Prologue est le comencement et la premiere partie dou conte, qui adresce et apareille [l']oïe et le coraige de çaus a cui tu paroles a entendre ce que tu diras» e Cic., De invent., I, 20: «Exordium est oratio animum auditoris idonee comparans ad reliquam dictionem».

1.1 [Ret.] [Secondo la dottrina del teatro antico:] in un dramma, la parte iniziale riservata di norma alla voce del solo poeta, che precede la rappresentazione vera e propria.

[1] Ottimo (terza red.), a. 1340 (fior.), pag. 144.19: et [[commedia]] dividise in IIIJ parti: in prologo, protesi, epytasi e ca[ta]strofen.

2 Capitolo o parte iniziale di un'opera o di una sua divisione.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 3.5: Incomincia il prologo. Sovente e molto ò io pensato in me medesimo se lla copia del dicere e lo sommo studio della eloquenzia àe fatto più bene o più male agli uomini et alle cittadi...

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 1 rubr., pag. 3.9: Capitolo primo e prologo e andamento al libro.

[3] a Leggenda Aurea, XIII ex. (pis.), 1, pag. 86.12: La storia del nascim(en)to di n(ost)ra Do(n)na segondo che disse (santo) Ieronimo i(n) uno p(ro)lago, adolesce(n)te, ciò fu in del tempo che Elia avea da XXIIII a(n)ni MXXV...

[4] Stat. pis., 1330 (2), Esordio, pag. 443.1: Qui si comincia lo Prologo del Breve del populo di Pisa.

[5] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 1, prol., pag. 5.1: «Quadam die.» La intencione de chisto prolago si è, che reconta sancto Gregorio che uno jurno...

[6] a Vang. venez., XIV pm., Luc., cap. 1, pag. 187.2: Questo sì sé lo prolego de lo Vangelio de sen Lucha.

[7] Gl f Bonsignori, Metam. Ovid., 1375-77 (umbr.-tosc.), Esordio, cap. 2, pag. 35.16: Ma perché nel prologo, overo proemio, invocai le Muse de Parnaso ed anco perché il presente trattato de lloro fatti dice assai, diremo e dechiararemo loro offizii e che importano li nome loro... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[8] f Frontino volg., a. 1381 (bologn.), L. II, explicit, pag. 56v.4: Quivi finisse lo segondo libro deli scaltrimenti de Sexto Iulio Frontino. El prologo del terço de lui.

[9] Anonimo Rom., Cronica, XIV, prologo, pag. 3.1: Prologo e primo capitolo, dove se demostra le rascione per le quale questa opera fatta fu.

[10] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), Prologo, pag. 71.2: Incomença lo prolago de lo Dialogo de sam Gregorio composito in vorgà.

- Prologo del volgarizzatore.

[11] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), Prologo, rubr., pag. 3.1: Prolagodel volgarizzatore sopra il libro di Boezio della filosofica consolazione.

[12] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), Prologo 1, inc., pag. 3.1: Incomincia il Prologodel Volgarizzatore sopra il Dialogo di santo Gregorio.

2.1 Discorso che si fa precedere al discorso principale; premessa.

[1] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 12, pag. 120.15: Questo prologo voglio qui finire e venire a la mia matera, che a molte genti anoia più longo sermone che non fa tempo piovoso.

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 75, pag. 367.16: Erano cose altissime e profonde, piene di luce e di splendore, ma però che questo prologo e questo entrare de la predica è stato lungo, e è abondato molto di parole, e sómmici troppo disteso, sì faremo la fine qui, e sia questa essuta la predicazione.

[3] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), Prologo, pag. 356.4: E però questo libretto d' Ovidio, ch' io t' ho volgarizzato e chiosato, colla salute della tua vita dal mio puro affetto piglia, nel quale, dopo il Prologo, nel quale si scusa Ovidio ad amore, troverai ottimi e diversi e sanabili rimedii all' amorose piaghe.

[4] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 52, pag. 117.1: Veduto questo, come prologo, vegnamo alle condizioni ed alla vita santissima di questo singulare uomo...

[5] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), Como se intende santificetur, vol. 1, pag. 139.30: Como se intende santificetur. Or ày tu odio lo prologo de lo Sancto Pat(er)nostro...

[6] f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. I, [vv. 263-68], pag. 26v.32: Et dura questa parte de chi ala fin de questo libro, et ha questa parte doy principali parthi; en la prima l'autor, continuando sì medemo, per modo d'un prologo ello dise çò che è facto de chi qui aloga e quello ch'ello vol fare da qui inançi, in la segonda parte ello comença a dar amaistramenti... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

2.2 Cominciare prologo: prendere la parola; avviare un discorso.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 3, cap. 7, pag. 236.9: Del cui ordinamento al postutto non utile volendo Scipione Nasica cominciare prologo in contrario per cagione di torlo via, il popolo cominciò a cridare. || Cfr. Val. Max., III, 7, 3: «contrariam actionem ordiri coepit».

2.3 [Per trad. del lat. praefatio:] formula, espressione che si premette (a un discorso o a un'azione).

[1] f Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.), L. V, cap. 1, pag. 78r.12: e con ciò fosse cosa che lli fosse manifesto che quello paludamento era riserbato dal suo liberto, adirato incontanente il punì, usando prima questo prolago: - Perché non conoscesti tu la sepultura di quale uomo io t'avea commessa? || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Val. Max., V, 1, 11: «hac ante praefatione usus».

2.3.1 Titolo d'infamia.

[1] f Valerio Massimo (red. V2), c. 1346 (tosc.), L. I, cap. 6, pag. 26r.6: Il quale Gaio Cassio, che non è da ricordare mai sanza prologo di publico patricidio... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Val. Max., I, 8, 8: «numquam sine praefatione publici parricidii nominandus».

2.4 [Con connotazione neg.:] ciò che viene all'inizio o prima di un testo o di un discorso e risulta inutile o superfluo; preambolo.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 94, pag. 289.33: In quest'altra cosa mi discord'io da Possidonio, cioè, che alle leggi di Platone sono aggiunti principii, perocché conviene, che la legge sia brieve, acciocché la gente rozza, e grossa la ritenga più leggiermente, e de' essere come parola divina, che comandi, non disputi. Neuna cosa mi pare più fredda, né più sconvenevole, che la legge con prolago. || Cfr. Sen., Ep., 94, 38: «nihil ineptius quam lex cum prologo».

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 68, terz. 20, vol. 3, pag. 256: E senza far di suo' fatti gran prolago, / il Vescovo d' Aversa, Cancelliere / del detto Duca, savio, e buon Teolago, / morir lo fe in sì fatte maniere...

[3] F Lett. comm., s.a. (tosc.): Credo abbiate per bene ch'io vi faccia le soprascritte alla dimestica; perchè così ho diliberato fare con Francesco e colle sue cose, e lasciare stare i proemii e i prologhi che s'usano fra gli strani, che sono segno di persone salvatiche. || Guasti, Lapo Mazzei, vol. II, p. 178.

2.5 Estens. Breve notizia (su un argomento).

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 20.92, pag. 395: «A ciò ch'altrui lo scriva, / dimmi il lor nome e con lievi prologhi / passa pur oltre e quanto puoi li schiva».