LITUO s.m.

0.1 lituo, liuto; f: leuto.

0.2 Lat. lituus (DELI 2 s.v. lituo).

0.3 Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.).

In testi mediani e merid.: Gloss. lat.-eugub., XIV sm.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Doc. esaustiva.

0.7 1 Nell'antica Roma, bastone arcuato all'estremità, privo di nodi, usato dagli auguri per delimitare lo spazio destinato alle cerimonie.

0.8 Diego Dotto 18.11.2014.

1 Nell'antica Roma, bastone arcuato all'estremità, privo di nodi, usato dagli auguri per delimitare lo spazio destinato alle cerimonie.

[1] Gl Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 1, cap. 18, vol. 1, pag. 36.3: L'indovino s'assettò da sinistra parte, colla testa coperta, tenendo in sua mano [un rocco liscio] e senza nodo, il quale fu chiamato Lituo... || Cfr. Liv., I, 18, 7: «baculum sine nodo aduncum tenens quem lituum appellarunt»; nota che il Ricc. 1554 legge «una croccia pulita» (Dalmazzo).

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 8, pag. 100.24: Possonsi ancora mettere in luogo di miracoli quelle cose, che arsa la sacristia del tempio delli preti detti Salii, non vi si trovò intero se non il lituo di Romolo. || Cfr. Val. Max., I, 8, 11: «nihil in eo praeter lituum Romuli integrum repertum est»; il ms. base legge «leuto», mss. più tardi, inclini alle correzioni ex fonte, leggono «lituo» (De Visiani): cfr. qui 1 [5].

[3] Gl f Framm. Deca prima, XIV t.-q. d. (fior.), pag. 68.15: Indi dal guratore, a cui da indi fu fatto plublico sacerdozio, fu menato nella roca a sedere e in una pietra volto verso il mezodì; [I.18.7] tenendo co· la mano diritta uno bastone sanza noda a l'uncino, il quale chiamano lituo, cioè di fare sagrificio. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

- [Per scambio erroneo con le forme di liuto?].

[4] Gl f Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.), L. I, cap. 6, pag. 18v.11: non vi si trovò intero altro che il leuto di Romolo, ciò è la verga ritorta a modo di pasturale... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. f Valerio Massimo (red. V2), c. 1346 (tosc.): «nulla vi si trovò non arso se non la verga pasturale di Romolo».

[5] f Valerio Massimo (red. V1, ed. Lippi Bigazzi), a. 1336 (fior.), L. I, cap. 6, pag. 7v.35: non vi si trovò <entro> intero se non il leuto di Romolo. || DiVo; l'ed. inclusa nel corpus legge «lituo»: cfr. qui 1 [2].

[6] Gl Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 92.8: Hic lituus, tuj id est lo liuto.