INVANO avv.

0.1 en van, envano, en vano,invà , invan, invana, invano, invanu, 'nvan, 'nvano, in vam, in van, in vano.

0.2 Lat. in vanum (DELI 2 s.v. invano).

0.3 Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Albertano volg., 1275 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.).

In testi mediani e merid.: a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.); Stat. assis., 1329; Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. andare invano 1.1; essere invano 1.1; stare invano 1.1; tenere invano 1.2;tornare invano 1.1.

0.7 1 Senza conseguire il proposito o il vantaggio ricercato; in modo inutile o inefficace. 1.1 Locuz. verb. Andare, essere, stare, tornare invano: riuscire inutile o inefficace. 1.2 Locuz. verb. Tenere invano: considerare inutile o inefficace. 2 Senza una giusta ragione. 2.1 Senza la dovuta riverenza, in modo irrispettoso (con rif. al nome di Dio). 2.2 In modo improprio; per errore.

0.8 Luca Morlino 29.08.2014.

1 Senza conseguire il proposito o il vantaggio ricercato; in modo inutile o inefficace.

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 163.6: El giovane invano spera, invano si promette di vivere lungamente.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 275, pag. 12: Quel hom ke no lavora, ke spend lo temp invan, / No pò aspegiar da sira lo pagament sopran.

[3] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 9: Mala cosa è lo bene negligenteme(n)te fare, et peggio è gra(n)de fatica in vano spendere.

[4] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 2, cap. 3, pag. 90.23: lo mio sangue porti la pena di tutto 'l misfatto di Roma, per ciò che io difendo invano drittura e le leggi...

[5] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 212.37: Per lo errore, Grigolo papa in li scriti molto quello represe, ma invano...

[6] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 8, pag. 34.9: E però che biasimevole è invano adoperare, biasimevole è non solamente a porre la cosa in parte ove sia meno utile, ma eziandio in parte ove sia igualmente utile.

[7] a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), IV, P.B.2, pag. 368: Se la mea poca scripta spisso relegeray / et no p(er) negligencza i(n)vano la passaray, / de zò ch'è da schifare noticia averay / et de quel ch'è da far(e) trovera'ncinde assay.

[8] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 4, pag. 7.14: l'amante sempre teme che l'amore suo non vegna a compimento e che non lavori invano.

[9] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 82.24: Io fuggo, e lascio lo spesso lito, e invano m' allasso nella molle arena.

[10] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 12, pag. 219.4: Et ià Turnu non dissi kisti paroli invanu, ka Eneas, vinendu illocu et sfurzandusi xipparila, et in nullu modu la pocti.

[11] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 28, pag. 132.15: Li homini di Notu, videndu chi tutta Sichilia si havia subiugata a lu conti Rugeri et illi pluy resistiri non potianu, ca invanu risistianu et non indi putianu consequitari si non odiu et mala vogla...

1.1 Locuz. verb. Andare, essere, stare, tornare invano: riuscire inutile o inefficace.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 10 (38), pag. 238.16: scì che la vost(r)a alegreça no scia i(n) vano ma receva d(e)bito (com)plem(en)to.

[2] Albertano volg., 1275 (fior.), L. I, cap. 2, pag. 53.2: «Guardatevi dal mormorare, ke è di nullo prode, p(er)ciò ke lo risponso obscuro i(n) vano nonn irà ».

[3] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 16, cap. 13.34, pag. 369: Che, come il fior ch' è debole ed aperto, / Sta a gran rischio quando il vento il giungnie, / Così quel dono per legièr forza / Si può disperder e tornare in vano.

[4] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 7, cap. 10, vol. 2, pag. 164.26: Grande suono fecero l'arme al ferire, ma il colpo andò invano.

[5] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, osservazioni, pag. 336.24: e 'l fare bene per li morti non era invano.

[6] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 7, ott. 11.2, pag. 447: Poi ch' a tal fine qui sete adunati, / perché vostra venuta invan non sia, / secondo che più son da voi amati / li due amanti, come ognun disia...

[7] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 102.3, pag. 647: Vostre ricchezze serien tutte invano, / se cosa folle ve fosse en piacere.

[8] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 13.4, pag. 35: Poy che Fortuna fa 'l corpo lontano, / che spartir da voy l'alma non potea, / quey ochi che sì lieti vi vedea / hora son ciechi, et stan le orechie in vano; / perché non oden quel suave, humano / vostro parlar, come prima solea...

1.2 Locuz. verb. Tenere invano: considerare inutile o inefficace.

[1] Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.), 11, pag. 255.28: Or no devem tenir en van aquesta gratia, que Deus nos à donaa.

2 Senza una giusta ragione.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 46, pag. 237.13: Se luce e lume grande non ci fosse, invano ai pesci sarebber dati gli occhi da vedere...

[2] Cavalca, Rime (ed. Simoneschi), a. 1342 (pis.), serventese.95, pag. 54: Io mai non corro ma sempre vo piano, / perocchè 'l mio sire idio sovrano / mi chiamò temperanza, sicchè invano / ciò non dicho.

[3] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 6.73, pag. 38: Era sopra costei, e non invano, / scritto un verso che dicea leggendo: / «Io son la Gloria del popol mondano».

2.1 Senza la dovuta riverenza, in modo irrispettoso (con rif. al nome di Dio).

[1] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 20, pag. 420: El segondo comandamento di' observare: / el nomo de Deo invà nol menzonare, / nì in sperzur nì in biastemare, / nì in faturi nì idoli menare.

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 14.119, pag. 156: Lo segondo è d'aver per man: / no prendí lo nome de De' in vam.

[3] Stat. assis., 1329, cap. 7, pag. 170.21: Anchi che niuno della nostra fraterneta ardisca, overo presuma scongiurare, overo maledire, pena x s., envano nominare el corpo de Christo, overo el sangue, overo alcuno membro del nostro Singnore Ihesù Christo...

[4] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 93.17: Non assumere invana lo nome del to Dio.

[5] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 10, pag. 626.10: Il secondo si è non prendere il nome di Dio invano.

[6] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 140.20: Non pigliare el nome de Dio invano.

2.2 In modo improprio; per errore.

[1] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 8, pag. 64.15: Invano si reputa vincitore del peccato chi per paura non pecca; perocchè la mala volontà è dentro nemica, e seguiterebbe l' opera, se non temesse la pena.

[u.r. 25.03.2019]